Le consultazioni presidenziali e legislative in programma in Sudan lunedì, martedì e mercoledì prossimo non si terranno in parte dello Stato frontaliero del Sud Kordofan, in particolare nella regione dei Monti Nuba: lo ha annunciato la Commissione elettorale, sottolineando che il rinvio è dovuto a “ragioni di sicurezza”.
“Sette delle 24 circoscrizioni del Sud Kordofan dove è in corso un conflitto armato non prenderanno parte al processo elettorale per ragioni di sicurezza” ha detto il presidente dell’organismo, Mukhtar Al Asam.
Tra lunedì e mercoledì circa 15 milioni di aventi diritto saranno chiamati a eleggere il presidente e rinnovare il parlamento. Nonostante i candidati alla massima carica dello Stato siano 15, anche alla luce del boicottaggio annunciato dai principali partiti di opposizione appare scontata la conferma di Omar Hassan Al Bashir, al potere da oltre 25 anni.
Una presidenza, la sua, segnata dai conflitti armati nelle regioni periferiche del Sudan nonché dalla secessione delle regioni del Sud nel 2011. Dal Darfur, un’altra area di crisi situata all’estremità occidentale del paese, sono giunte questa settimana notizie di nuove violenze. A denunciarle la locale missione di pace dell’Onu e dell’Unione Africana (Unamid): nella località di Rowata, il 1° aprile, bombardamenti dei caccia sudanesi nei pressi di postazioni ribelli hanno provocato la morte di 14 civili e il ferimento di altri 18.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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