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Elogio dello shopping compulsivo

Creato il 14 agosto 2013 da Hermes
Sono sempre più convinto che lo shopping isterico, frenetico e convulsivo sia il migliore. Almeno per quanto riguarda le compere online. 
Diffidate di chi vi dice di aspettare. Diffidate, sempre! Soprattutto in periodo di saldi. O su Yoox. Su Yoox comprate subito, sempre. Avete visto una pelliccia di ermellino e visone verde e viola a metà polpaccio da 35.000 euro? Compratela. Compratela, e che diamine, si vive una volta sola! Poi bho, se non vi piace la restituite. 

Ok, esagero, ma qualcuno mi ha rubato il maglione di McQueen e sto rosicando un po'. Un bel po'. Però il consiglio non è del tutto errato: approfittate dei saldi appena cominciano, e se vedete un pezzo particolare su Yoox, a un prezzo fattibile, non rifletteteci troppo. Lo potrete fare con più calma, e dal vivo, a casa vostra. Se invece avete trovato un evergreen dal prezzo impossibile, vi conviene monitorarlo, e aspettare qualche sconto/i saldi. Questi sono i miei personalissimi consigli. Ma passiamo ora ai due frutti del mio shopping frenetico-compulsivo in questi giorni.

Il primo è stato acquistato nottetempo: succede sempre così, con gli atti criminali, quelli per cui, sotto sotto, non hai mai la coscienza a posto. Il giorno dopo partivo per la Grecia. Mi sarei dovuto svegliare alle 4.30, e alle 3 ero ancora sveglio a finire la valigia. Una volta terminata, però, mi devo esser detto qualcosa come "Perchè godersi il riposo del guerriero, quando posso cazzeggiare ancora un'oretta su internet e non dormire proprio!? Che senso ha, del resto, dormire"?
E così sono finito sul sito di Matches fashion, negozio londinese con una larga selezione di marche. Sapevo che il mio oggetto del desiderio, che per ora vi tengo nascosto, nella mia taglia era finito, ma, giusto per scrupolo, ho lanciato un'occhiata al corner della sua marca. Ed eccolo lì, il mio maglione (perchè tanto, possano pure fare 40 gradi, i miei oggetti del desiderio sono sempre maglioni). Lo guardo. Sospiro. Guardo la taglia. Mi aspettavo di trovare una XXXL, o comunque un qualcosa con più X dei sottotitoli di Bossi a un comizio a Pontida.
E invece è una L. Ricontrollo. Mi chiedo per quale, strano, mistico, motivo io sia stato così vanesio da pensare che una L non fosse la mia taglia, e così taccagno parco da non voler spendere 20 euro di spedizione e restituzione nel caso non mi andasse bene (perchè la spedizione, quella non te la rimborsano mai). 
Guardo il prezzo. Sotto la mia soglia psicologica. Questo significa che lo posso comprare. Non ci penso due volte, tiro fuori la carta di credito. Sono attimi di concitata disperazione. La taglia sta per terminare, mi segnala il sito (forse questo, a ben pensarci, me lo sono inventato. Sapete, quando una storia, a forza di pensarci su, diventa sempre più complessa? La prossima volta che racconterò questa potrei dire che stavo in mezzo ai coccodrilli nel mare del nord, chissà). Vabbè, dicevo, compro velocissimo il maglione, non curandomi di controllare il tempo massimo per la restituzione, o come calzasse la L. La compro e basta. Poi vado a dormire (mezz'ora, ndr), e passo tutta la settimana seguente in Grecia.
Al mio ritorno trovo il pacco ad aspettarmi, arrivato nel giro di due giorni dopo l'ordine(!!). Lo apro. E qui la prima sorpresa. Reduce da qualche esperienza di shopping online che non brillava per packaging, mi aspettavo di trovare il mio maglione malamente ficcato nell'imballaggio, con intorno qualche strato di (poca) cartaccia. Anche perché l' avevo "estorto" in tempo di saldi. Invece, aperta la scatola di cartone, mi ritrovo davanti un'altra scatola, rigida, con la bella stampa marmo pensata dall'artista Annie Muir che è caratteristica di Matches. Dentro, tanta carta velina (al diavolo l'ecologia) e il cartoncino dove mi spiegavano come restituire il capo, che io ho prontamente (e naturalmente) snobbato. 
Ma non finisce qui. Tolto il cartoncino di cui sopra, ne trovo uno più piccolo, vera e propria ciliegina sulla torta, che mi informa di come il mio ordine sia stato "attentamente impacchettato da Agata O." Io ormai mi sto sciogliendo. E, per di più, la taglia è quella giusta. 
Ma passiamo a cose concrete: cosa ho comprato? Il maglione di Valentino con retro a camicia che avete già visto qui. E qui scatta qualche osservazione:
1) Il maglione è decisamente ben rifinito. Per di più è Made in Italy, e la lana è fine ma soffice, non secca (solo a me spesso la Merino sembra secca al tatto?);
2)Il retro non è in twill di cotone. Né in popeline. E' un qualche tessuto di cotone che non saprei definire, un po' più pesante (quindi, teoricamente, si stropiccia meno facilmente). E forse è meglio così,visto che è già pieno di pieghe;
3) Beh, in verità non è che sia sicuro che la taglia sia proprio quella giusta. Non l'ho neanche davvero provato. O meglio, l'ho messo, l'ho tenuto addosso 40 secondi senza riuscirmi a guardare adeguatamente, ho deciso che, in fondo, sembrava andarmi bene, e poi l'ho tolto per evitare di saltare l'evaporazione (che scortesia!) e passare direttamente allo stato aeriforme. Ma che ci volete fare, fa troppo caldo!
4) L'etichetta. Terrorismo allo stato puro. Per prima cosa c'è scritto "Pagina 1". Pagina. PAGINA. Cazzo, come i libri! Ho paura delle etichette con le pagine, soprattutto se poi mi dicono "Non lavare". Che significa? E quando ci cade sopra una goccia del milkshake di un'amica sbadata che faccio, lo butto e lo ricompro? Panico.
Elogio dello shopping compulsivo
Elogio dello shopping compulsivo
Elogio dello shopping compulsivo
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Elogio dello shopping compulsivo 
Elogio dello shopping compulsivo
Elogio dello shopping compulsivo
Elogio dello shopping compulsivoIl maglione
Elogio dello shopping compulsivo
Elogio dello shopping compulsivoSpacchetto laterale con tanto di mosca e orlo del pannello di fronte rullato. 
Elogio dello shopping compulsivoIl polsino (chiedo venia per la qualità della foto -di cui mi vergognerò nel giro di un anno- ma davvero non ce la faccio a mettere il manuale, fare le acrobazie e poi stare 18 secondi fermo per uno scatto sotto 40 gradi)
Passiamo al secondo acquisto. Questo è frutto di un buffo momento di euforia di qualche giorno fa. Comprato su TheCorner, anche qui c'è la sopresina: aperto lo scatolo di cartone (ancora una volta, senza molte aspettative sul packaging), mi ritrovo di fronte a questa busta (orrenda, a dirla tutta), con tanto di fiocchetto luccicoso, come se fossi appena tornato da una sessione di shopping intensivo a Via Condotti. 
Non vi tengo troppo sulle spine (il vantaggio di stare ancora a scrivere post alle 2.34 di notte è un certo dono della sintesi): è un maglione (l'ultimo che c'era sul sito, con mia grande soddisfazione!)di Richard Nicoll, giovane e molto promettente stilista inglese. Era finito nel mio radar da un po' di tempo e finalmente è arrivato, con tanto di spilletta omaggio (vedi foto). Mi piace molto l'intarsio blu su grigio, ha un che di artistico (freudianamente parlando, può essere che l'abbia inconsciamente collegato a questo, di Marni). E ok, il cashmere di non è quello di Cucinelli, ma sono comunque contento ;)
(Vi risparmio tutte le altre le foto, che stavolta mi sono davvero venute male).
Elogio dello shopping compulsivo
Elogio dello shopping compulsivo
Elogio dello shopping compulsivo
Infine, qualora non riuscissi a scrivervi in tempo un altro dei 3/4 post che mi frullano in mente, buon Ferragosto!

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