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Emergenza in Libia e il petrolio s'impenna

Creato il 23 febbraio 2011 da Umotta76
Le tensioni in Libia per il momento non rappresentano un problema per l'Italia, ma fanno riflettere sull'eccessivo sbilanciamento del Paese per quanto riguarda le forniture energetiche. Il problema dell'eccessiva dipendenza italiana dai fornitori stranieri di gas e petrolio riapre il dibattito sul nucleare, la cui scelta potrebbe essere la via più giusta.
A causa dell’emergenza in Libia, infatti, l’Eni ha sospeso le attività legate alla produzione del petrolio e del gas naturale, e ha provveduto a mettere in sicurezza gli impianti relativi alla lavorazione di queste risorse energetiche. Inoltre sembrano ormai prossime alla conclusione le operazioni di rimpatrio dei dipendenti della multinazionale, cominciato ieri. Precisamente, mancano ancora 34 lavoratori da rimpatriare, ma l’Eni sta nel frattempo effettuando un costante monitoraggio della situazione.
Questa mattina, il “Quotidiano Energia” ha comunicato che Eni avrebbero effettuato un progressivo svuotamento del gasdotto Greenstream, che conduce il gas dalla Libia alla Sicilia, data la situazione di pericolo creatasi in Libia. La diminuzione dei flussi energetici toccherà anche il gruppo Edison, che ha ricevuto una comunicazione da parte dell’Eni, in cui la società spiega che a causa della critica situazione nel Paese nord africano, non sarà più possibile garantire tutti i flussi di gas previsti per Foro Bonaparte, che è il maggiore cliente di Greenstream.

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