Emergenza migranti: Letta contro Bossi-Fini

Photo credit: Enrico Letta / Foter / CC BY

Enrico Letta entra nettamente sulla questione dell’emergenza migranti. E lo fa con un intervento durante un dibattito in compagnia del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz: “l’Italia darà il via ad una missione militare-umanitaria per pattugliare il Mediterraneo dal mare e dal cielo, nella speranza di evitare il ripetersi di tragedie come quelle di questi giorni. Letta sostiene anche il superamento della Bossi-Fini, che “da politico”, ma anche “da cittadino”, cambierebbe subito. Letta parla poi dell’emergenza migranti e del fatto che siano da condannare i partiti che hanno fatto fortuna sulla paura dell’immigrazione (chiaro riferimento alla Lega Nord, ma anche al Pdl e alle recenti uscite del Movimento Cinque Stelle). L’Italia ha un ruolo chiave nell’emergenza migranti e Letta lo sa bene: “l’Italia punta anche sulla diplomazia: servono partenariati come quelli stretti con la Tunisia, anche con la Siria e la Libia. Sui problemi logistici dell’affollamento enorme che si sta avendo nei centri di prima accoglienza e sui disordini che ne sono conseguiti Letta è chiaro: “se si chiudono mille persone in condizioni disumane è facile che esplodano tensioni e con esse l’intolleranza”. Serve poi un’azione concreta da parte dell’altro autore fondamentale nella gestione dell’emergenza migranti, l’Europa. Otre a concentrarsi sulla crescita, l’Ue deve cambiare la sua governance per rispondere alle richieste dei cittadini, anche a costo di avviare cooperazioni rafforzate fra i 18 paesi di Eurolandia. Serve poi un leader “visibile” ed eletto, che unisca le figure di presidente della Commissione e del Consiglio Ue. Critiche dal Pdl per l’intervento di Enrico Letta sulla Bossi-Fini, nell’ambito dell’emergenza migranti. Nonostante i chiarimenti di Letta, che subordina ogni cambiamento della Bossi-Fini a un accordo all’interno della coalizione di Governo, Alfano, Gasparri e Cicchitto sottolienano l’aspetto demagogico dei ragionamenti sull’eliminazione della legge, mentre la Lega, da Torino, difende la legge e il suo operato, bollando come ideologiche le alternative ad essa.