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Emilio Cecchi, Pesci rossi

Da Paolorossi

Emilio Cecchi, Pesci rossiSulla freddezza dei lastrici argentati dalla tramontana, tutte le figure erano apparizioni e tutte le apparizioni erano biografia. Intorno alle casette ritinte e provinciali di piazza San Firenze o sul freddo lungarno dove si vede il muro della Nazionale con la vetrata aperta e le spalle del busto del Magliabechi, tante volte una donna vestita di scuro, che camminava affaticata, ci turbò come un’immagine di dolori domestici, d’umiliazioni e sacrifizi de’ quali eravamo noi responsabili! Una città dove pareva che fossimo tutti parenti, e tutti parenti poveri. E la volontà e la speranza eran saldate a coteste prove anonime, sconosciute, eppure nostre personali, in una religiosa connessione e come in un popolare controllo con la povertà originaria, che preghiamo Dio non vengano mai a mancarci.

(Emilio Cecchi, Saggi e viaggi, 1997, p. 63)
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