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Emozioni in Bici

Creato il 27 maggio 2011 da Albix

tiralongoEra dai tempi del “Pirata” Marco Pantani che non mi emozionavo guardando una tappa del Giro.

Anzi, a dire il vero, l’amarezza per la fine del grande campione romagnolo delle due ruote, emblema di una società ingrata nella memoria e avara nei sentimenti, che ti esalta quando sei all’apice del successo e poi ti schiaccia e travolge appena scivoli in basso per qualunque ragione, mi aveva allontanato dal Ciclismo nel quale non riuscivo più a riconoscere quei grandi valori del passato quali  il coraggio, la lealtà, la autenticità di una sfida lanciata da un gregario qualunque e vinta sul traguardo.

Eppure oggi, al Giro, mi sono emozionato come non mi accadeva da tempo.

A 5 km dal traguardo, in una salita niente male, Tiralongo, uno di quei gregari fedeli, caparbi e resistenti che hanno fatto il Ciclismo sin dai tempi di Bartali e Coppi, è scattato sui pedali ed ha cominciato a guadagnare secondi su secondi.

Sembrava una favola: finalmente il sig. Nessuno che batte i grandi campioni; è questo ciò che mi piace del Ciclismo: chiunque può vincere contro chiunque; purchè abbia muscoli nelle gambe,  coraggio nel cuore e fiato nei polmoni.

E come tutte le favole, la realtà, ad un certo punto, la stava risucchiando nella sua gravità fatta di squadre più forti che, coalizzandosi, possono riprendere qualunque fuggitivo; a meno questo non si chiami Marco Pantani e non sia soprannominato “Il Pirata”.

Ma di questi campioni lo sport è avaro, e ne sforna uno ogni 50 anni; proprio perchè sono Campioni.

Così la Saxo, la squadra della Maglia Rosa, si mette all’inseguimento di Tiralongo: sono in tanti e, a turno, si tirano la corsa finchè a 200 metri dal traguardo, proprio la Maglia Rosa, il N: 1 della Corsa, Contador, lo riprende e lo supera.

E’ giusto così: è la legge del Ciclismo e di ogni Sport: il più forte vince ed il più debole soccombe.

Ma prima del Traguardo succede qualcosa capace di restituire al ciclismo ed a qualsiasi sport il suo volto più umano ed apprezzabile: Contador non vede in Tiralongo un avversario di classifica; sa che quel giovane, professionista dal 2000, non ha mai vinto una tappa così importante e forse, essendo un gregario, non avrà mai un’altra occasione.

La Maglia Rosa, che in un primo tempo sembra stringere inesorabilmente lo sfiancato Tiralongo, ormai senza più forze, apre leggermente sulla sinistra e, sulla destra lo infila Tiralongo, il gregario, l’eterno portatore d’acqua di un tempo lontano, l’operaio delle due ruote che deve cedere sempre il passo al Campione, con disciplina e con leatà.

Ed è con ritrovata emozione che lo vedo alzare  le mani al cielo in segno di vittoria.

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