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Encheiridion – Manuale di Epitteto

Creato il 26 settembre 2012 da Buenagirl

Le cose sono di due maniere; alcune in potere nostro, altre no.

Sono in potere nostro l’opinione, il movimento dell’animo, l’appetizione, l’aversione, in breve tutte quelle cose che sono nostri propri atti. Non sono in poter nostro il corpo, gli averi, la riputazione, e in breve quelle cose che non sono nostri atti.

Le cose poste in nostro potere sono di natura libere, non possono essere impedite nè attraversate.

Quelle altre sono deboli, schiave, sottoposte a ricevere impedimento, e per ultimo sono cose altrui.
Ricòrdati adunque che se tu reputerai per libere quelle cose che sono di natura schiave, e per proprie quelle che sono altrui, t’interverrà di trovare quando un ostacolo, quando un altro, essere afflitto, turbato, dolerti degli uomini e degli Dei.
Per lo contrario se tu non istimerai proprio tuo se non quello che è tuo veramente, e se terrai che sia d’altri quello che è veramente d’altri, nessuno mai ti potrà sforzare, nessuno impedire, tu non ti dorrai di nessuno, non incolperai chicchessia, non avrai nessuno inimico, nessuno ti nocerà, essendo che in effetto tu non riceverai nocumento veruno.
[...]
Abbi cura di ricordare a te medesimo il vero essere di ciascheduna cosa che ti diletta o che tu ami o che ti serve ad alcuno uso, incominciando dalle più picciole.
Se tu ami una pentola, di’ a te stesso: io amo una pentola; perciocché se ella si spezzerà, tu non avrai però l’animo alterato. Se tu bacerai per avventura un Uomo o una Donna, dirai teco stesso:
io bacio un mortale; acciocché perdendo quell’ Uomo o quella Donna, tu non abbi perciò a turbarti.



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