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Ender’s Game – La recensione

Creato il 04 novembre 2013 da Drkino

Arriva al cinema una nuova saga letteraria fantascientifica che promette palpitanti emozioni per il cuore e per la mente…

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Dopo anni e anni di tentativi fallliti, i tempi sono diventati maturi per portare al cinema la serie di romanzi fantascientifici di Orson Scott Card a cominciare da Ender's game. A dirigere l'intera operazione il sudafricano Gavin Hood, autore da festival ora prestato a hollywood per pellicole commerciali (Il suo nome è Tsotsi, X-MEN le origini: Wolverine). Siamo in un futuro non meglio precisato, la terra è reduce da una guerra con una razza aliena di formiche giganti. Le perdite sono state tante, ma alla fine la minaccia è scongiurata e gli alieni sconfitti. Cinquanta anni dopo questa guerra, si cerca un modo per scongiurare qualsiasi minaccia futura e cercare un modo per eliminare definitivamente questa razza aliena potenziale pericolo per la terra. A questo scopo vengono addestrati militarmente ragazzini promettenti (considerati superiori agli adulti nella capacità di elaborare tante informazioni in poco tempo e quindi adatti a questo tipo di guerra). Ender Wiggin sembra essere il più promettente di questi ragazzi e forse l'unica vera speranza per questa guerra infinita. Ender's game è un esempio di fantascienza adulta con protagonisti dei ragazzini costretti ad assecondare le manipolazioni subdole di adulti spregiudicati. Esattamente come un altra saga molto di moda in questo periodo, ovverosia Hunger games.

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 Il film ha delle grandi potenzialità spettacolari e il regista le sfrutta adeguatamente rendendo appassionante e avvincente la narrazione. Hood però non cede, solo, alle facili lusinghe del grande spettacolo fine a stesso, che spesso i grandi mezzi degli Studios offrono e pretendono (e che succedeva in X-MEN le origini: Wolverine). Concentrandosi sull'addestramento alla guerra, trova spazio per sottolineare il conflitto interiore di questi giovani ragazzi, costretti a gestire violente emozioni anche contrastanti. Tanto potenziale in "involucri" emotivamente e psicologicamente instabili e fragili. Parliamo di ragazzini in piena fase evolutiva, strappati alle famiglie e gettati in pasto a situazioni più grandi di loro per volontà di adulti meschini e guerrafondai.Concetti che sono perfettamente sintetizzati nella figura del protagonista, Ender Wiggin, "schizofrenicamente" in lotta tra la sua natura di stratega bellico freddo e spietato e ragazzo curioso e sensibile portato alla convivenza pacifica col diverso da lui. In definitiva un opera fantascientifica significativa che, pur non rinuciando alla sua natura spettacolare, riesce a veicolare messaggi non banali sulla natura dell'uomo e sul rapporto e l'uso che fa della violenza. Da non perdere.

ANTROPOLOGICO

Valerio Daloiso

Regia: Gavin Hood – Cast: Asa Butterfield, Harrison Ford, Ben Kingsley, Abigail Breslin, Viola Davis – USA, 2013 – Durata: 114 min.

 

 

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