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Energia, inquinamento luminoso e sprechi

Creato il 25 gennaio 2014 da Mir Gorizia @Ettore_Ribaudo
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Lavori ex Fermi

In tempi di crisi impellente sul piano economico e di tagli indiscriminati alla spesa, par strano che in Friuli Venezia Giulia sia stata ancora del tutto o quasi disattesa una legge regionale che data ormai al 2007 e che, seriamente applicata, farebbe coincidere (non accade sempre) un comportamento virtuoso sul piano culturale ed utile per l’interesse comune, con la possibilità di risparmi diretti non indifferenti sia dal punto di vista della spesa che sostiene direttamente un privato cittadino, sia per quanto attiene oneri che su di lui gravano attraverso le imposte locali.
Eppure è così. La legge regionale n. 15/2007 del Friuli Venezia Giulia sinora è stata in massima parte disattesa (tranne in alcuni casi, tra i quali), anche semplicemente perché o ben pochi sono al corrente della sua esistenza oppure perché alcuni Comuni o Progettisti (Cormons in primis) mentre noi paghiamo il 35% in più rispetto alla media Europea sul costo dell’energia, vogliono avere le mani libere di elargire propagande elettorali.
La Legge affida agli Osservatori astronomici, alle Associazioni di astrofili e a singoli Cittadini il compito di segnalare all’ARPA le irregolarità, cui segue diffida ad adempiere e in caso di inerzia la sanzione. Ma le Associazioni e gli Osservatori non amano un ruolo di delatori verso amministrazioni spessissimo del tutto ignare della norma, anche se non può essere una scusante.
È da rilevare inoltre come in Italia esistano allo stato attuale, variamente disattese e non perfettamente omogenee sul piano dei contenuti, L.R. in quasi tutte le Regioni.
La norma tratta della gestione e del controllo dell’INQUINAMENTO LUMINOSO, di fatto della quantità di energia elettrica che invece di essere utilizzata nell’illuminazione esterna di siti pubblici o spazi privati là dove serve (sostanzialmente, verso il suolo) viene inutilmente diffusa verso il cielo nel tentativo – per ora vano – di illuminare le notti di ipotetici seleniti.
Per un privato cittadino, attività commerciale, grande magazzino, impianto sportivo il rischio è solo la sanzione, mentre per l’amministratore pubblico che non progettasse e costruisse a norma ogni suo impianto di illuminazione esterna, sulle strade comunali di sua competenza, tangenziali attorno al paese, parchi pubblici, giardini della sede comunale ecc. si configurerebbe reato di rilevanza penale. (Sent. Trib. Frosinone 1431/11 e danno erariale)
Per giunta, i livelli di illuminazione al suolo sono, rispetto alle esigenze che debbono soddisfare, a seconda delle situazioni inadeguati, financo eccessivi di vari ordini di grandezza. Come se l’illuminotecnico fosse mestiere quasi estinto, come lo è il maniscalco che ferrava i cavalli. Sarebbe da scherzarci su, se non fosse una realtà un po’ paradossale. Negli ultimi 6 anni, il solo Comune di Cormons ha speso circa 1.5 milioni di euro più del necessario per via del mancato rispetto alle norme attuali dei lampioni nei parchi, nelle piazze e sulle strade di sua competenza, e per via della mancata modulazione dei flussi pur espressamente richiesta dalla legge. Peraltro in definitiva, al netto di tecnicismi non accessibili a tutti, il criterio ispiratore della legge è semplice: si tratta di schermare la luce rivolta verso l’alto e di utilizzare potenze inferiori(sprecata), e di convogliarla verso il basso (dove è utile per farci vedere dove stiamo mettendo i piedi o le ruote, dove può contribuire marginalmente alla sicurezza di fanciulle che rientrano a casa la sera e tutto quanto contiene l’immaginario collettivo sul tema “luce di notte”).

Con 1.5 milioni di euro si sarebbero potute finanziare innumerevoli iniziative ed attività più utili, a cominciare dal sostegno agli asili nido comunali e all’implementazione di quelli esistenti, alla riqualificazione delle mense per le scuole, al rafforzamento del sociale al non depauperamento dell’Università del vino; e stiamo citando solo la realtà di Cormons.
Un problema a pensarci di natura davvero banale, e in fondo di abbastanza elementare soluzione sostanzialmente in molti casi può essere sufficiente orientare meglio fari, plafoniere di lampioni stradali e lampade, cambiare semisfere inferiori di lampioni con vetri piani, schermare in alto lampioncini, regolare l’intensità luminosa delle fonti più importanti, ridurre il flusso dopo le ore 23. E naturalmente utilizzare ogni nuovo apparecchio di illuminazione progettato secondo le norme per ogni nuova installazione o sostituzione di impianti obsoleti.
Naturalmente esistono realtà “non emendabili”, risolvibili solo con lo spegnimento o con la sostituzione dell’intero gruppo illuminante, ma non sono la maggioranza.
A parità di illuminazione “goduta” si deve utilizzare meno potenza elettrica, perché si risparmia quella che viene dispersa in alto e che produce come effetto oltre a quello di non far vedere più il cielo stellato, anche la mancanza di soldi nei portafogli dei Cittadini Cormonesi che di questi tempi sono assai vuoti.

Attenzione l’importo che leggete nella foto è poi lievitato, con due varanti, fino a circa 455.000 euro e costruito in modo sbagliato, come hanno detto sia la regione FVG e l’Arpa e, dove il progettista ha preso la sua bella percentuale e sul quale la Corte dei Conti del FVG ha aperto un procedimento per danno erariale.


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