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Energia: Terna abbandona la Sardegna

Creato il 10 novembre 2015 da Alessandro Zorco @alessandrozorco

" Il Governo Italiano non ha fatto nulla sulle servitù militari, nulla sulla chimica verde, nulla sulla metanizzazione, nulla sulla fiscalità di vantaggio, nulla sulla Lingua. Ed ora, con una sua controfigura che è Terna, spegne un pezzo di industria sarda". Secondo Paolo Maninchedda, assessore regionale della Giunta Pigliaru e leader del Partito dei Sardi, l'unico modo per rispondere alla " storica, antropologica, innata, slealtà dello Stato italiano" non è l'ennesima contrattazione, ma " un Consiglio regionale che vota all'unanimità l'indipendenza della Sardegna ".

L'annuncio di Terna Spa

A far alzare improvvisamente il confronto con Stato-Regione è stata la decisione - apparsa nel sito ufficiale di Terna Spa - del taglio netto alle agevolazioni per l'erogazione dell'energia in Sardegna. Nell'elenco dei sette impianti nazionali che l'Autorità per l'Energia elettrica e il Gas considera " essenziali" per la sicurezza del sistema elettrico nel 2016 ci sarà soltanto la centrale Enel di Assemini. Rimangono fuori - come il deputato di Unidos Mauro Pili aveva denunciato da tempo e come Terna ha confermato puntualmente - le centrali di Portovesme, di Ottana e di Fiumesanto (Porto Torres).

In soldoni, la mancanza del requisito della cosiddetta essenzialità, prorogato con sempre maggiori difficoltà negli ultimi anni, avrà devastanti ripercussioni nel tessuto occupazionale mettendo in ginocchio un'industria sarda allo stremo.

Energia: Terna abbandona la Sardegna

Senza il riconoscimento economico dell'insularità, le centrali di Portovesme, Ottana e Fiumesanto ( nella foto) - ha spiegato Mauro Pili - non avranno i contributi necessari per sopperire ai maggiori costi gestionali legati al rischio di blackout derivanti dall'essere un'isola e dunque dovranno chiudere. Concretamente il sistema industriale isolano avrà a disposizione una quantità molto minore di energia e tutto ciò rischia di vanificare le speranze, per le industrie energivore come Alcoa e Portovesme Srl, di spuntare il regime di energia agevolata in discussione a Bruxelles.

E' stato il deputato del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico Roberto Capelli - in una lettera aperta in cui chiede un intervento urgente al ministro Federica Guidi - a quantificare il danno occupazionale derivante dalle decisioni nazionali annunciate da Terna che hanno innescato " una bomba che si chiama Ottana Energia, E.On Fiume Santo, Enel Sulcis, che vede minacciati 800 posti di lavoro più l'indotto nell'immediato, e che rischia di avere effetti a catena ancora più deflagranti ".

Secondo Capelli senza il regime di essenzialità il prezzo dell'energia in Sardegna è destinato a crescere circa del 30% con effetti devastanti per le principali aziende manifatturiere sarde.

Dall'opposizione il consigliere regionale del Psd'Az Marcello Orrù ha evidenziato quanto la decisione dannunciata dalla società Terna danneggerà il Nord Sardegna rischiando di creare centinaia di nuovi disoccupati. " E' indecente il silenzio e l'immobilismo della Giunta regionale: ora più che mai è fondamentale il suo intervento nei confronti del governo di Matteo Renzi affinchè non sia adottata l'ennesima e dannosissima scelta contro la Sardegna ".

Dalla Giunta, nel silenzio a volte imbarazzante del presidente Francesco Pigliaru, ieri sera è intervenuta l'assessore all'Industria Maria Grazia Piras annunciando che l'esecutivo sarà costretto " a proseguire con toni più duri il confronto con Governo e Autorità per l'Energia". Secondo la Piras i posti di lavoro messi a rischio dalle decisioni rese note dalla Terna sono addirittura più di duemila. " La Terna - sottolinea - sa bene che siamo l'unica regione italiana a non avere il metano e questa Giunta sta facendo passi importanti per la metanizzazione dell'isola. La Sardegna non possa accettare in questo momento la decisione annunciata da Terna: è arrivato il momento di sollevare il tenore del confronto ".

Ma forse davvero il momento dei negoziati è finito e alzare il confronto con lo Stato non basterà. Forse è davvero necessario che la politica dia veramente ai sardi il segnale di voler fare l'interesse della Sardegna senza accettare ancora supinamente le decisioni prese dall'alto.

La bomba di Terna arriva dopo l'annuncio del presidente Pigliaru - la Regione ha definitivamente abbandonato il progetto Galsi, il gasdotto dall'Algeria - di voler optare per un metanodotto dalla Toscana e di attendere istruzioni del Governo sulla fattibiliità del progetto. Paradossalmente non si parla più di quell'enorme giacimento di metano che secondo recenti studi sarebbe sotto l'isola e il cui sfruttamento probabilmente sarà lasciato allo Stato e agli sceicchi del Qatar.

Il Governo Renzi, pur ritenendo la Sardegna estremamente strategica dal punto di vista militare, a quanto pare non la ritiene altrettanto strategica dal punto di vista energetico. Non riconosce l'inconveniente dell'insularità e la costringe a tornare a Roma con il cappello in mano.

Forse ha ragione Maninchedda. Forse non è più tempo di negoziati. La politica sarda invece di usarlo per chiedere l'elemosina, dovrebbe rimettersi in testa quel cappello e riacquistare un po' di dignità e autonomia. Una mozione per l'indipendenza non passerà sicuramente in Consiglio regionale, ma se a voto palese - lo sottolinea il segretario del Movimento Sardegna Zona Franca Francesco Scifo - servirà a capire quali sono i consiglieri che hanno a cuore la Sardegna e quali sono quelli che invece la stanno vendendo ai partiti romani.

La Catalogna insegna che l'indipendenza di un popolo deve necessariamente passare attraverso degli atti politici coraggiosi. Se la politica sarda, invece di uniformarsi ai diktat romani, sarà capace di unirsi e superare divisioni e campanilismi per difendere davvero gli interessi della Sardegna intera, troverebbe sicuramente tanti cittadini pronti a starle affianco. In caso contrario continuerà a fare i viaggi della speranza a Roma per elemosinare qualche contributo con il cappello in mano.

Energia: Terna abbandona la Sardegna

Alessandro Zorco è nato a Cagliari nel 1966. E' sposato e ha un figlio. Laureato in Giurisprudenza è giornalista professionista dal 2006. Ha lavorato con L'Unione Sarda e con Il Sardegna (Epolis) occupandosi prevalentemente di politica ed economia. E' stato responsabile dell'ufficio stampa dell'Italia dei Valori Sardegna e attualmente è addetto stampa regionale della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa. Dall'aprile 2013 è vicepresidente regionale dell'Unione Cattolica Stampa Italiana e dal 2014 è nel direttivo del GUS Sardegna.


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