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ENI e Fondazione Mattei in Val d’Agri scoprono “I tesori delle Valli” Per farsi perdonare ci portano in piazza a cucinare? Forse simpatici, per niente empatici!

Creato il 07 giugno 2013 da Ecodibasilicata

I Tesori delle Valli è in dirittura d’arrivo. Sin dal titolo, lo sforzo di ricerca di una comunanza di sentimento con il territorio è mirabile: turismo, cultura, gastronomia e industria estrattiva in un unico abbraccio. “Poiché ci siamo resi conto del danno di immagine che la presenza ENI sta arrecando al territorio – così è stata motivata l’idea dell’iniziativa – abbiamo deciso di realizzare una campagna di comunicazione nazionale con relativo evento”.
Un unico abbraccio, dunque, contro il nemico comune che viene dall’esterno e ci arreca un danno d’immagine perché mette in dubbio la salubrità del territorio. E’ davvero un approccio simpatico, nel senso letterale del termine, quello della Fondazione Mattei, in perfetta continuità, del resto, con la sua presenza in Val d’Agri.
A parte il fatto che ENI non gode in questo momento di una immagine migliore della Val d’Agri, è proprio ENI la causa di dubbi, polemiche e allarmismi relativi al territorio.
Di fronte a presunte responsabilità si risponde con una campagna mediatica, realizzata dallo stesso soggetto messo all’indice. Non ce lo aspettavamo, ma sarebbe stato opportuno, piuttosto, uno sforzo di trasparenza anzitutto, che dissipasse ogni dubbio e permettesse un reale avvicinamento tra questi due mondi – la Valle e l’Eni – che hanno sempre comunicato poco e male tra loro: uno sforzo di identificazione con le reali esigenze e preoccupazioni delle popolazioni. Il risultato, invece, è piuttosto deludente.
Tutti insieme appassionatamente, ma perché? Si condividono gli stessi obiettivi? Se l’allarmismo non giova, riposare sull’errore sarebbe imperdonabile. Dare per scontata una comunità d’intenti tra la Valle e l’ENI è una forzatura evidente in un momento in cui il ‘respingimento’ della Moratoria Regionale da parte della Consulta, riporta in evidenza i rischi sempre incombenti sull’intera Basilicata.
La pretesa di rappresentarsi come paladini dello sviluppo locale è quanto meno bizzarra almeno quanto il patrocinio dell’Ente Parco alla stessa manifestazione, in uno slancio estensivo del concetto di biodiversità, immaginiamo.
I problemi legati al monitoraggio e alla trasparenza delle informazioni non sono stati mai del tutto risolti. Ci auguriamo che questi siano i pensieri prevalenti dell’Eni in Val d’Agri a partire da lunedì prossimo, impegnandosi, in quanto realtà industriale, a rappresentare un’avanguardia per innovazione, sicurezza, trasparenza, rispetto dell’ambiente e delle popolazioni residenti. Eliminando ogni motivo di possibile insinuazione sulla salubrità dell’aria, dell’acqua e dell’agricoltura della Valle.
Che la Val d’Agri sia soprattutto altro ci è chiarissimo da sempre, ma lo è nonostante la presenza di ENI e non grazie ad essa.
Non amiamo retro pensieri, non vogliamo credere alla strumentalità dell’iniziativa ma piuttosto alla volontà di dare un senso alla presenza della Fem in zona e, per amore del territorio, ci auguriamo che la Valle tragga il massimo beneficio da questa opportunità. Tuttavia la sensazione dominante è quella rappresentata da Eduardo Galeano a proposito della scoperta delle Americhe: “ . . quando raggiunse l’atollo di San Salvador, Colombo rimase abbagliato dall’azzurra trasparenza dell’acqua, dal verde paesaggio, dall’aria limpida e dolce, dagli splendidi uccelli e dai giovani di buona statura, gente bellissima e molto mansueta che vi abitava. Regalò agli indigeni berretti colorati e palline di vetro che si mettevano al collo e molte altre cose di poco valore delle quali rimasero molto contenti e tanto nostri ch’era una meraviglia. Mostrò loro le spade. Non le conoscevano, le prendevano dalla parte del filo, si tagliavano”.
Cerchiamo almeno di non tagliarci!

legambiente


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