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Enrico Mentana a Vanity Fair: “Mai più al Tg5, ho rifiutato il Tg1″

Creato il 03 maggio 2011 da Miosako

Enrico Mentana a Vanity Fair racconta la sua vita e i suoi retroscena lavorativi. Con aria serena e molto felice racconta dei suoi nuovi successi come direttore di La7 e parla anche del passato e sulle offerte fatte da Silvio Berlusconi. Con la famiglia Berlusconi i legami si sono un po’ logorati dopo l’esonero da direttore del Tg5 avvenuto nel 2004, ma Mentana ha raccontato che alla vigilia del suo esordio alla direzione di La7, Silvio Berlusconi lo rivoleva in Mediaset. Lui ha rifiutato, anche se l’azienda del presidente del Consiglio gli garantiva un guadagno cinque volte maggiore rispetto a quello dato dal suo nuovo datore lavoro. Attraverso il suo incessante lavoro, in poco tempo è riuscito a garantire il successo al canale considerato il terzo polo dopo la Rai e Mediaset. Ecco l’intervista:

Il fatto che abbia quasi quadruplicato gli ascolti del Tg di La7 significa che gli italiani sono più interessati alla politica di quanto si pensi?
Significa che ci sono più pubblici. C’è ancora chi segue Avetrana, ma c’è una fetta, neanche marginale, che vuole altro. Chi mi ferma per strada dice sempre la stessa frase: ‘Grazie, perché mi ha restituito il gusto di vedere un vero telegiornale’. C’era spazio per rifare un Tg come era vent’anni fa, prima che a cambiarlo arrivasse un vento a cui io, con la nascita del Tg5, ho fortemente contribuito.

Che budget ha a La7?
Forse un quarto di quello del Tg5. Ma più che i soldi fanno le idee.

Anche il suo stipendio si è molto ridimensionato rispetto ai tempi del Tg5?
Quando stai fermo a lungo e ti arriva un’opportunità come questa, lavori anche gratis. Dall’editore, Telecom, ho accettato uno stipendio che è alto, per carità – 320 mila euro lordi -, ma che è un quinto di quello che prendevo a Mediaset dopo tanti anni di lavoro. Però ho chiesto a La7 un premio di risultato per ogni punto di share di crescita. Quindi probabilmente guadagnerò parecchio.

Che cosa pensa del Tg1 di  Minzolini?
Orgogliosamente filogovernativo.

Andrebbe mai a dirigere il Tg1?
Me l’hanno offerto due volte, in passato, e ho rifiutato.

Perché ha detto no?
Perché ci ho lavorato nove anni, so come funziona. In Rai tornerei solo se mi venisse garantita la libertà di non rispondere al telefono ai politici.

Nel libro “Passionaccia” racconta che, alla vigilia del suo approdo a La7, Berlusconi a sorpresa gli offrì di rientrare in Mediaset.
Me lo trovai di fronte per caso alla feste del 2 giugno al Quirinale. Mi disse: “Preferirei che tornasse a Mediaset. Non ho avuto nulla a che fare con il suo allontanamento e credo sarebbe giusto chiudere quella ferita. La chiamerà mia figlio”. Quando lo incontrai, Pier Silvio era emozionato perché l’indomani sarebbe nato suo figlio. In questo clima festoso fu più facile dirgli di no quando mi offrì tutto quello che c’era da offrire.

Che cosa?
Non importa.

Mettiamola così: se Pier Silvio avesse proposto il Tg5, avrebbe accettato?
La storia non va mai all’indietro. Era giusto che facessi una cosa diversa in un posto diverso.

Parola di Chicco Mentana.


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