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Enrico Mentana e l’anonimato in Rete: scrivo, dunque sono

Creato il 16 maggio 2013 da Webmonster @mariomonfrecola

Il mio account twitter è un pezzo rilevante della mia identità digitale.
Oltre al nome e cognome, ho caricato addirittura una fotografia e – se per assurdo – un internauta perditempo, non avendo nulla di meglio da fare, digitasse “mario monfrecola” su un qualsiasi motore di ricerca, tra i primi risultati troverebbe i miei prelibati cinguettii.
«Sì, è proprio lui!» esclamerebbe chi mi conosce, «che bel ragazzo» il visitatore ignaro, «uaooo, quanti tweet interessanti» il navigatore buongustaio.

Su facebook, invece, sono Ed Hutchinson.

 

Enrico Mentana, cosa vuol dire anonimo oggi su internet?

 

Utilizzo l’affollato social network come “piazza di spaccio” dei link ai miei post (niente panico, a breve inserisco il collegamento anche a questo articolo): i miei duemila amici non trovano nessuna informazione personale, niente foto e immagini di parenti, battesimi e comunioni, nemmeno una dichiarazione d’amore o profondi pensieri sulla cataratta del bisnonno, solo link.

Chi sia Ed Hutchinson è presto svelato.
L’ammetto, un po’ mi assomiglia (tranquillizzo i salutisti, io non fumo), a suo tempo lo scelsi perché il buon vecchio Humphrey Bogart incarna l’idea del giornalista-eroe, icona della libertà di espressione: «è la stampa, bellezza. La stampa! E tu non ci puoi fare niente. Niente!»

Visto che ballo, eseguo una tripla carambola di rock’n roll e ballo fino all’estremo: su alcuni siti sono registrato con un mostruoso webmonster, su altri forum mi trovate con il cavalleresco nickname ballacoilupi.
Sono sempre io, me medesimo, a volte scrivo in chiaro altre volte mi esprimo con lo pseudonimo criptato perché, per discutere in Rete, non è sempre necessario esplicitare le proprie generalità.

D’altronde, bastano il nome, il cognome ed una fotografia per accertare la carta di identità virtuale?
La risposta è nota anche ai sassi.

E allora, su Internet come distinguere ciò che è vero da ciò che è palesemente falso?
Quale è la linea di demarcazione tra critica ed insulto? Tra informazione e bufala?

Non esiste una ricetta magica: occorre fidarsi di chi ha una identità digitale accertata, incrociare le fonti, verificare sempre in prima persona, leggere i feedback degli altri utenti: ognuno è ciò che esprime.

«E’ la Rete, bellezza. La Rete! E tu non ci puoi fare niente. Niente!».
Qualcuno lo spieghi anche ad Enrico Mentana.

MMo



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