Enrico Vezzi: Il principio della realtà a Roma

Dal 28 febbraio e fino al 5 maggio, si potrà visitare la mostra di uno dei giovani emergenti più influenti nel difficile panorama creativo e culturale dell’Italia contemporanea.

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Enrico Vezzi, artista nato nel 1979 a San Miniato (provincia di Pisa), dove continua a vivere e lavorare. L’esposizione, intitolata “Il principio di realtà”, avrà luogo nelle Ex Officine Automobilistiche, all’interno dell’evento d’arte e cultura contemporanea “Reload”, ideado por Gian Maria Tosatti.

Qui Vezzi, che ha come curator Angel Moya Garcia, proporrà un intervento sullo spazio che sarà una riflessione sull’identità e la necessità di verbalizzare e capire la soggetività. Lo spazio, quindi, verrà diviso in due metà esatte, evidenziando le caratteristiche di un presente scisso in due spinte opposte: la necessità di conservazione e la volontà d’innovazione.

Nel 2007, Vezzi ha consacrato il suo ingresso nel mondo dell’arte contemporanea con un articolo di “Class” che lo inseriva tra gli artisti italiani più influenti, per il suo contributo attivo alla sperimentazione contemporanea in un momento di apparente immobilità (o quasi) della vita culturale di questo paese, che in passato ha contribuito in modo fondamentale allo sviluppo dell’arte europea nel mondo.

Vezzi ha iniziato la sua carriera artistica quando era molto giovane, esponendo nella III Biennale di Pisa nel 2002. In tale occasione, la sua opera riscosse molto successo e l;artista fu invitato a esibire in altri spazi in Toscana e in Italia. Realizzò la sua prima mostra personale nel 2004, con il titolo “Domestica”, nel Soligo Art Project di Roma, curata da Raffaele Gavarro, lo stesso che si occupò della mostra successiva, due anni più tardi, chiamata “Le relazioni sublimi”, presso la galleria Antonio Battaglia a Milano. Ne seguì “Non guardare l’infinito” a Modena e, tra i suoi progetti più recenti, la partecipazione a importanti collettive come “Emerging Talents” a Firenze (2009), “Usine de rêve” a Roma (2009), Rodeo#3 y “Caos”, entrambe a Venecia nel 2009.

Vezzi crea seguendo il concetto di postproduzione presentato dal critico e curator francese Nicolas Bourriaud, che afferma che gli artisti di oggi sono paragonabili ai DJ: non inventano niente di “originale”, ma producono un mix e nuovi modi di guardare a ciò che già è stato fatto, cioè, aprono nuovi cammini in strade preesistenti del mondo contemporaneo. In questo senso, una delle opere più riuscite di Vezzi è la “Venere delle armi” (una statua di marmo circondata da armi giocattolo, 2004), che rappresenta una riflessione in chiave di critica cintemporanea sull’opera di Michelangelo Pistoletto. Negli ultimi anni, l’artista si è concentrato su una postproduzione più “costruttiva” (così l’ha definita), intervenendo sul passato artistico e trasfigurandolo in modo unico e innovativo, con l’intenzione di rivitalizzare la realtà e la storia.

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Se vuoi conoscere l’interessante opera di questo artista italiano, e aprofittare della sua ultima mostra, vi acconsigliamo di cercare appartamenti a Roma e andare a vedere il suo ultimo lavoro “Il principio della realtà”.

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Tradotto da: Sara Frau