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"Sono fermamente convinto di una cosa: non cambieremo il nostro comportamento se non cambiamo il modo in cui misuriamo la nostra performance economica".
Tre sono le osservazioni che, proprio con la bussola del Modello Fotovoltaico, mi piace condividere di questo libro.
La prima riguarda la teoria di Maslow della piramide dei bisogni. Nell'illustrare le varie dimensioni del benessere, gli studiosi elencano: standard di vita materiale, salute, istruzione, attività personali (compreso il lavoro), peso politico e governance, ambiente (condizioni attuali e future) e sicurezza (di natura economica e fisica). Vedo, in questo elenco, un'espansione della piramide di Maslow.
Ho già fatto riferimento al prerequisito che lo stesso Maslow individuava come necessario per la scalata: libertà di investigare e di informarsi (e contestuale desiderio/necessità/bisogno di capire e di attribuire significato alle cose).
La libertà di investigare e di informarsi è ancora più necessaria se la stessa piramide si arrichisce di altri strati. E il percorso che porta al vertice (l'autorealizzazione e, direi, il benessere), da me schematizzato con il WIKiD, non può non essere visto in uno scenario (l'ecosistema informativo) il cui stato e le cui evoluzioni siano misurate, come consigliano gli autori dello studio, con nuove metriche che - pur tenendone conto - vadano molto oltre il PIL.
Cosa dovrebbero misurare questi indici? Di cosa dovrebbero tener conto? E, soprattutto, come tali misure dovrebbero essere effettuate? Lo studio della Commissione incaricata da Sarkozy non restituisce delle risposte precise ma "solo" delle indicazioni: le variabili in gioco sono tantissime - dicono Stiglitz, Sen e Fitoussi - e ciascuna deve essere presa in considerazione. In particolare, per condividere con voi la seconda osservazione, nella sezione riguardante lo sviluppo sostenibile, la Commissione raccomanda di provare a "ridurre" in termini monetari alcuni degli indici e delle entità da misurare.
I parametri del Modello Fotovoltaico sono/saranno di questa natura. Senza una simile equivalenza, credo sarebbe praticamente impossibile proporre una revisione dell'ecosistema informativo nel quale sono in gioco almeno due aspetti di natura, come dire, materiale: un'equa distribuzione dei finanziamenti dello Stato all'Editoria (online) e un'altrettanto equo prezzo di un articolo (online).
Infine la terza osservazione: la Commissione raccomanda di misurare il reddito reale delle persone, effettuando una correzione di ciò che normalmente viene inteso come reddito, considerando fattori come i servizi forniti dallo Stato, i lavori domestici e il tempo libero. Un migliore servizio dello Stato, quindi, implicherebbe (e, in effetti, implica) un aumento di valore del reddito reale e, di conseguenza, una migliore qualità della vita delle Persone.
Quando parlo di equa distribuzione dei finanziamenti dello Stato all'Editoria, mi riferisco automaticamente alla riqualificazione del Servizio che lo Stato, attraverso l'Editoria, fornisce ai Cittadini. Con l'ottica della Commissione, questo significa aumentare il benessere delle Persone che compongono l'ecosistema (fatto "sia di chi scrive, sia di chi legge").
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