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Era l'ora

Da Lucas

Era l'ora

foto:flickr

Era l’ora, caro Fabristol, era l’ora e va bene anche così..Se le donne fossero andate in piazza per protestare soltanto contro l’illegalità e l’abuso di potere, allora sì che sarebbero state considerate delle “marionette” radical chic in mano alla sinistra e Giuliano Ferrara non se ne sarebbe così occupato (e preoccupato) Le donne hanno usato degli slogan populistici e pseudo-moralistici? In parte, forse, ma c'era anche tanta ironia. Ma se così fosse, tali slogan non sarebbero altro chearmi convenzionali per combattere coloro che si nutrono di populismo a colazione, a pranzo e a cena.Sia chiaro, aldilà della puerile accusa di giustizialismo dei berlusconiani , anch’io avrei preferito che lo slogan principale della manifestazione di ieri fosse stato un banale la legge è uguale per tutti. Tuttavia, se per una volta alcune donne motivano altre centinaia di migliaia (forse milioni) di altre donne (e molti uomini) a uscire di casa per manifestare contro un certo tipo di regime, non vedo perché lamentarsi e perché limitarsi a cercare il pelo (!) nell’uovo, se si parte dal presupposto che il presidente del consiglio deve sentire la pressione della piazza per rendersi conto che, questa volta, non basteranno le pagine de Il Foglioper nettareil suo culo sudicio.Io poi non credo che le donne che ieri hanno manifestato lo abbiano fatto per contestare ad altre donne la libertà di disporre del loro corpo come desiderano. No. Ieri, nelle piazze d’Italia, le donne hanno difeso la loro dignità contestando il modello di selezione della classe dirigente femminile imposto dal potere berlusconiano che, in estrema sintesi, è: “se sei bella e ce la dài un posto in Parlamento (o in Regione, o in Provincia, o in Comune) tu avrai”: in breve, l’indignazione e la protesta di ieri erano dirette contro il perverso meccanismo che impone alle donne di essere delle belle puttane silenti se vogliono cimentarsi nella carriera politica (o dirigenziale in genere).Ma cosa c’entri la sinistra in tutto questo, francamente - caro Fabristol - non lo capisco.Ripeto. Se un numero consistente di donne libere va in piazza (non si scende in piazza; si scende all’inferno, non in politica) per contrastare la mignottocrazia, mi sembra un ottimo segnale di resistenza culturale prim'ancora che politica. È già qualcosa per smuovere il torpore di un popolo anestetizzato dallo status quo del Grande Marcio.


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