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ESCLUSIVO: per colpa della tavola Ouija non dormo più (2a parte)

Da Pensierospensierato @P3nsi3ro

ESCLUSIVO: per colpa della tavola Ouija non dormo più (2a parte)

Una tavoletta Ouija

Giulia: era la tavoletta Ouija. Io non l'avevo mai vista prima, ma ne aveva sentito parlare molte volte. Se l'avessi saputo non avrei mai preso parte a quella cosa, quella sera. Ma non lo sapevo e quando arrivammo alla casa e vidi che era l'Ouija avrei tanto voluto andare via e tornare a casa, anche perchè faceva davvero freddo, ma se l'avessi fatto mi avrebbero presa in giro. Così sono rimasta, e adesso mi rendo conto dello sbaglio che ho fatto.
Donata: spiegati meglio. Intanto, cos'è la tavoletta Ouija?
Giulia: credo tu lo sappia meglio di me cosa sia. Per farla in breve, è una tavoletta, spesso fatta di legno, su cui sono disegnate delle lettere alfabetiche, dei numeri, le parole sì e no, e arrivederci. Quella che aveva portato Elisa era scritta in inglese, ed era piena di strani simboli, che poi ho capito essere i simboli dei pianeti. nella parte più alta c'erano poi i disegni del sole e della luna, mentre sullo sfondo c'era un mascherone, che sembrava un teschio, o forse uno scheletro. Faceva paura solo a vederla. La cosa più curiosa è che era vecchia, cioè si vedeva che era stata usata parecchio, da un lato la vernice che la ricopriva era tutta venuta via e vicino alla parola NO c'erano dei graffi, che sembravano quasi delle unghiate. Elisa la tirò fuori da una scatola, anche questa fatta di legno, e la tavoletta era avvolta da uno straccio nero. Come l'ho vista, ho avvertito una sensazione strana, come se il cuore mi si tesse fermando, e avevo un peso allo stomaco. Ma non ci ho pensato, perchè secondo me era solo la paura che quella cosa mi suscitava.
Donata: pensi davvero che sia stata la tavoletta in sè a spaventarti? Cioè, è solo un oggetto, come può spaventare?
Giulia: non lo so, però mi spaventava parecchio, e se penso che adesso tutti possono farsene una o comprarla su internet per pochi euro mi viene da piangere, perchè non sanno a cosa vanno incontro. La tavoletta di Elisa però era davvero bella, e per quanto mi spaventasse perchè sapevo cosa fosse, era pur sempre qualcosa che mi attirava, e attirava tutte noi. Insomma, in breve tempo ci ritrovammo lì, vicino alla casa di Adele, con la tavoletta. Siccome pioveva quella notte, non potevamo stare all'aperto, così ci siamo sistemate in un fienile lì vicino, dove la porta era aperta perchè era usato dai vicini per tenerci gli arnesi per tagliare l'erba e cose del genere. Insomma, noi quattro lì sedute per terra, la tavoletta in mezzo a noi, e un po' di candele accese vicino per farci chiaro, perchè non si vedeva niente. L'atmosfera era perfetta e sentivamo che davvero c'era qualcosa di strano quella notte, ma nessuno ci badò veramente. Poi Elisa prese dalla scatola un cuore nero, credo fosse fatto di legno, che aveva nella parte centrale un piccolo cerchietto di vetro che ingrandiva le lettere, e lo posò sull'Ouija. Disse che si chiamava segnalino, o planchette, e che attraverso di quello saremmo riuscite a parlare con Adele, o con chiunque si fosse trovato lì in quel momento. Dovevamo solo stare tranquille, rilassarci, mettere le dita sulla planchette e fare le domande e lo spirito ci avrebbe risposto.
Donata: già da questa tua descrizione mi sono venuti i brividi, e ce ne vuole! Ma vai pure avanti.
Giulia: dunque, Simona e Martina erano le più entusiaste di quest'esperimento, la sola che aveva qualche perplessità ero proprio io, però sai, quando sei con le amiche non puoi tirarti indietro o tutte ti prenderanno poi in giro, diranno agli altri che sei una paurosa e ti escluderanno, così ho partecipato anche io a questo gioco, mi sono seduta proprio di fronte a Elisa, e tutte e quattro abbiamo messo le dita sul cuore di legno, che Elisa aveva nel frattempo posato al centro della tavoletta. Poi abbiamo fatto un respiro profondo ed Elisa ha chiesto: "c'è qualcuno qui con noi?". La planchette è rimasta ferma, così Elisa ha ripetuto la domanda, e Simona ha detto: "se sei un maschio fatti avanti, se sei femmina vade retro!" e tutte si sono messe a ridere, ma Elisa ha detto che non dovevamo burlarci così degli spiriti, perchè li stavamo disturbando e non si può disturbare uno spirito per poi prenderlo in giro. Però continuava a non succedere nulla, così Elisa ci ha detto che si era dimenticata di fare una cosa, e ha bruciato un po' di incenso che portava nella borsa, dicendo che quello avrebbe sicuramente attirato gli spiriti. Non so che incenso fosse, ma suppongo l'avesse mischiato con qualche sostanza allucinogena, altrimenti non mi spiego quello che ho visto poi, ma andiamo con ordine. Quando l'incenso bruciava, Elisa ha detto qualcosa che non ricordo, ma che era una specie di richiamo per gli spiriti, gli ha detto in pratica che noi volevamo parlare con lo spirito di donna Adele ma che venivamo in pace, e che se ci fosse stato qualche altro spirito lì presente noi avremmo avuto piacere di parlare anche con lui. Terminate queste cose, di nuovo ci siamo messe con le dita sulla planchette, e di nuovo abbiamo chiesto se ci fosse qualcuno. E la planchette ha vibrato.
Donata: come sarebbe, vibrato?
Giulia: sì, ha fatto delle vibrazioni, come quando hai il cellulare in modalità vibrazione, ma non così forte, era più un sussulto, però l'abbiamo sentito benissimo tutte e Elisa ha urlato che per nessuna ragione dovevamo togliere le dita dalla Planchette, che lo spirito c'era e che stava per parlare con noi. Di nuovo Elisa ha chiesto: "c'è qualcuno qui con noi?", e la planchette si è mossa, velocissima, sopra la parola YES.
Donata: non ti è venuto il sospetto che sia stato qualcuno tra voi a spostarla?
Giulia: all'inizio sì, ma era strano perchè io mi sentivo senza forze, e anche Simona si sentiva come svuotata, quell'incenso mi faceva bruciare gli occhi e la gola e mi aveva riempito la testa di una sensazione di galleggiamento. Però la planchette si era spostata, questo l'avevamo visto tutte. Poi Martina ha detto: "sei donna Adele?". Il triangolo si è messo a spostarsi verso il sì, poi di colpo ha virato dirigendosi verso il no, ma a metà strada di è fermato di nuovo e si è posato sulla lettera R.
Donata: R? un'iniziale? Cosa significava?
Giulia: non lo so, e difatti Elisa riformulò la domanda, e disse: "Sei donna Adele? Rispondi alla domanda", ma lo disse quasi con cattiveria, non so perchè. Fatto sta che la planchette di nuovo vibrò, e stavolta schizzò verso il no, ma prima di posarsi sopra fece una serie di giri sulle lettere e sui numeri, ma senza fermarsi sopra nessuno di questi, perchè se si fermava, lo faceva negli spazi bianchi che non contenevano nessun simbolo. Poi però andò dritta verso il no e li si fermò. A questo punto ero abbastanza spaventata, perchè per quanto ci provassi, non riuscivo a staccare le dita dalla planchette. Sembravano quasi incollate, ed era impossibile, però la sensazione era quella. Ricordo che a quel punto mi venne una forte nausea e dissi che volevo uscire perchè mi veniva da vomitare, ma appena lo dissi quella maledetta planchette si mise in movimento di nuovo, e si fermò su alcune lettere...
qui Giulia si interrompe, tanto che credo che sia caduta la connessione, mentre invece vedo che sta scrivendo, poi si ferma, cancella, e riscrive, si ferma, cancella e di nuovo riscrive. L'imbarazzo è tangibile. Le chiedo se vuole chiudere qua l'intervista, ma ecco la sua risposta.
Giulia: no, non voglio fermarmi. Quella planchette scrisse R, E, S, T, A. Cioè, capisci? si era rivolta a me! Io che avevo detto che volevo andarmene e lei, o lui, chiunque fosse quello spirito, voleva che restassi lì. Elisa disse: "vuoi parlare con Giulia?". La planchette restò immobile, poi andò sui numeri e si posò sul 5.
Donata: perchè il 5?
Giulia: non lo so. Martina, che fino a quel momento era stata zitta, parlò e chiese "hai 5 anni?". A nessuno di noi era venuto in mente di chiedere l'età allo spirito, ma la planchette non si mosse da quel 5. Allora Elisa ci disse: "non possiamo fare tutte domande, deve essere una sola che le fa, e le faccio io", ma la planchette si spostò verso il no, e poi iniziò a posarsi su 8 lettere, quelle che compongono il mio nome (per motivi di privacy, infatti, Giulia mi ha chiesto di non rivelare il suo vero nome).

Donata: cioè stai dicendo che lo spirito voleva che fossi tu a parlare con lui?
Giulia: forse, a meno che non si chiamasse come me, e allora era una donna. A questo punto Elisa chiese allo spirito come si chiamava, e la planchette scrisse: T, H, U, V, A. Thuva. Ma non sapevamo se fosse un maschio o una femmina, così Elisa glielo chiese, ma l'entità non le rispose, perchè la planchette si posò sopra il numero 5, ancora una volta. Non sapendo cosa voleva dire, Elisa gli chiese se avesse 5 anni, e la planchette si mosse verso il no. Allora chiese "Vuoi parlare con ***?". La planchette si mosse e scrisse P,A,R,L,Y. Cosa volesse dire, non lo so, allora provai a chiederglielo io: "Vuoi che sia io a farti le domande?". La planchette rimase ferma un istante poi scrisse: I,N,4.
Donata: cosa voleva dire? prima "Parly", poi "in 4". Forse che voleva ricevere domande da tutte e 4?
Giulia: non lo so, davvero, perchè per quanto noi facessimo le domande, ricevevamo sempre risposte senza senso. La sola di senso compiuto era stato il nome che lo spirito aveva svelato. Simona poi gli chiese se fosse uno spirito buono o cattivo, e la planchette si fermò prima sul simbolo della Luna, che stava in alto, in corrispondenza del no, poi scrisse: I,O. Non capivamo. Però io stavo male, la nausea non mi passava e in più mi sentivo soffocare, le candele si sembravano bruciare più forte di prima e faceva molto molto caldo, e per di più mi sembrava quasi che la planchette si stesse sciogliendo. Guardai in faccia le mie amiche, e vidi che Martina aveva tutti gli occhi cerchiati, come se avesse le occhiaie, il che era strano perchè fino a poco fa stava bene. Elisa disse: "Quanti anni hai Thuva?". E la planchette schizzò verso il YES, ma non aveva alcun senso, perchè noi non gli avevamo fatto una domanda secca, ma avevamo chiesto una semplice cosa, ma poi la planchette dal Yes andò verso altre lettere, componendo una serie di parole che però non avevano senso, si ripetevano tante volte le lettere senza che quel che si formava avesse un senso compiuto. Elisa ci guardò, preoccupata, dicendo: "Ragazze credo che la cosa ci stia sfuggendo di mano", e mollò la presa sulla planchette. Anche noi subito la imitammo, accorgendoci con orrore che erano rimaste le nostre impronte sul legno, come se ci fossimo tagliate le dita e il sangue avesse lasciato l'orma.
Donata: adesso la paura l'hai messa anche a me :(
Giulia: non è ancora finito, perchè come mollammo la planchette, sentimmo un rumore molto forte da dietro le nostre spalle, e scorgemmo appena in tempo, subito prima che sparisse, un'ombra nera nell'angolo più lontano del fienile, e alcune forche e una falce caddero a terra con un gran boato.
Donata: oddio!
Giulia: sì. Così ci alzammo subito in piedi e volevamo scappare via da lì, ma Elisa ci disse che non potevamo, che prima dovevamo chiudere la catena perchè lo spirito era ancora lì, e se non lo facevamo rischiavamo qualcosa di serio. Così tornammo a sederci per terra, e questa volta Elisa suggerì di non usare la planchette, ma una semplice moneta, così usammo quella ed Elisa disse: "Thuva ti ringraziamo per essere venuta qui, ora puoi tornare in pace", ma la moneta non si mosse. Allora Simona, quella che all'inizio aveva deriso gli spiriti, ha preso la planchette che avevamo messo per terra è l'ha buttata con rabbia verso l'angolo dove c'era quell'ombra, e ha urlato che la smettesse di spaventarci. Però la moneta si è messa a scrivere e ha scritto: L,E,F,I,N,E,S,I,A.
Donata: cioè?
Giulia: non lo so cosa volesse dire, forse LE FINE SIA, o L'EFINESIA, o LE FINES I A...non lo so cosa volesse dire, fatto sta che dopo queste parole la monetina si è posata sul GOODBYE e poi non si è mossa più. Ma non ho mai scoperto cosa volessero dire quelle parole, eppure le ho ben impresse nella memoria.
E non le scorderò più.
Donata: cos'è successo poi?
Giulia: abbiamo preso tutto, tranne la planchette che Simona aveva buttato via, e siamo scappate da quel fienile. Però quando Elisa ha preso la tavoletta, mi sono accorta che nel retro qualcuno aveva scritto, incidendola sul legno, una parola, cancellandola poi con dei graffi, gli stessi che avevo notato in corrispondenza del no. Era scritto THUVA. Quindi qualcunque cosa avessimo evocato era qualcosa che era legato a quella maledetta tavola Ouija, e che a quanto pare si era impossessato di quell'attrezzo. Elisa tornando in paese gettò la tavoletta in un bidone della spazzatura e da allora non ne ha parlato più, perchè era stata lei a tirarci in quella vicenda senza sapere cosa stava facendo.
Donata: però so che la tua storia non è finita così, vero? Lasciamo stare le tue amiche, che mi hai detto che anche loro hanno avuto dei problemi, parliamo invece di te, se te la senti, ovviamente.
Giulia: beh la sola cosa che posso dirti è che mai più cercherò un contatto con il mondo di là. Mai più. Mi è bastato quello che ho visto con quella tavoletta, e posso dire che è vero quel che si dice, che mette in contatto con le anime, ma è uno strumento che non va usato, mai. Capisco che molta gente voglia comunicare con gli spiriti, noi ad esempio volevamo parlare con Adele, ma ci ha risposto un altro spirito che con Adele non aveva nulla a che fare, e non risucivamo più a liberarci di lui, e in fondo non ci siamo riuscite, perchè continua a tormentarci.
Donata: in che senso??
Giulia: nel senso che sono passati anni da quell'episodio, eppure io continuo ad avere incubi, tutte le notti. Non riesco più a dormire se non prendendo degli antidepressivi, quando chiudo gli occhi vedo come una luce fortissima che mi abbaglia e ovviamente non posso dormire perchè è un disturbo continuo. Sento sempre un fischio nelle orecchie, come se ci fosse qualcuno che mi parla ad alta frequenza e io non capisco cosa dice ma sento il disturbo. Ho visto tanti medici, ma nessuno sa cosa ho perchè gli esami medici dicono che sono sana. Ma è la mia mente che è malata.
Mia mamma non sa nulla di questa storia, la mia fortuna è stata quella di aver parlato col prete di una pieve qui vicino, gli ho detto cosa aveva fatto e c'è mancato poco che mi sbattesse fuori dalla chiesa, perchè la Bibbia condanna da sempre chi tenta di comunicare con l'Aldilà, e mi ha chiesto se mi rendevo conto di cosa stavo facendo. L'aldilà non è contattabile da nessun mortale, salvo rarissimi casi in cui Dio permette che ciò avvenga, come nel caso di Padre Pio o di Natuzza Evolo, ma per il resto ogni forma di contatto con le anime dei defunti è niente altro che un inganno del demonio. Non sono i defunti quelli che parlano, sono dei demoni, anche se la gente pensa che non sia così, e io l'ho visto con i miei occhi, e continuo a vederlo. Incubi, continui incubi, vedo sempre quello scheletro che era disegnato nella tavoletta che esce dall'ombra e mi afferra, e non sai quante volte mi sono svegliata con segni di unghiate in tutto il corpo, che forse faccio io da sola dormendo, forse non lo so, ma intanto io non dormo più...e poi ho sempre l'impressione che qualcosa, in quel fienile, sia passato con noi e ci segua...
Donata: che vuoi dire?
Giulia: che a volte mi sembra che la mia casa sia oggetto di strani fenomeni, rumori notturni inspiegabili, spostamento di oggetti, caduta di piatti e una volta ho trovato un bicchiere rotto dentro la cristalliera...insomma c'erano troppe cose strane che non ho mai saputo spiegare, e che ancora non mi spiego. E ho paura. così ho parlato con questo prete, come ti dicevo, e lui mi ha detto che per quanto grave sia stato il mio peccato, non è tutto perduto, e mi ha detto intanto di confessarmi, poi di andare a Messa fino a quando questi disturbi non saranno passati...però all'inizio non riuscivo neanche ad entrare in chiesa, non ci riuscivo proprio, era come se qualcosa mi trattenesse.
Ho iniziato a portare un Rosario sempre al collo, sempre, giorno e notte, sempre sempre, e vedo che qualcosa comincia a migliorare, se non altro non accadono più cose strane in casa, a parte ogni tanto qualche piatto rotto, ma va leggermente meglio. Però, continuo a non dormire la notte, la luce fortissima continuo a vederla.
Donata: cosa ti senti di dire a questo punto, alla luce di quanto hai raccontato?
Giulia: beh, di non usare mai la tavola Ouija o altre cose per contattare i defunti, se sono morti, lasciateli in pace perchè saranno loro a decidere di apparire, magari in sogno, ma non dovete essere voi ad andare in cerca di loro. E se entrate in contatto con la tavoletta Ouija, fate in modo da scostarvi da essa prima possibile. Sono cose sulle quali non si scherza.
Qui si conclude l'intervista, e io, personalmente, non ho altro da aggiungere.
ESCLUSIVO: per colpa della tavola Ouija non dormo più (2a parte)

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La prima parte: http://www.pensierospensierato.com/2013/10/esclusivo-per-colpa-della-tavolo-ouija.html

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