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esercizi di stile

Creato il 24 aprile 2012 da Plus1gmt

Insomma che alla fine non ce l’ho più fatta, ho preso coraggio e al termine dell’ora ho raccolto materassino asciugamano e pesi e sono andato dalla coach (mi fa ridere chiamarla così, ma la chiamo coach solo qui) e le ho proposto con voce alquanto suadente “Ma se ti preparassi un paio di cd? Che ne dici?”, una domanda cordiale che in realtà nascondeva mesi di frustrazione.

Il mio rapporto con lo sport è di mutua e muta sopportazione, se non fosse che la natura non è stata così fortunata con me – oddio non mi posso lamentare ma lo faccio lo stesso – me ne starei da mane a sera a farmi sigarette autoprodotte con l’Old Holborn e le cartine OCB e tracannare bottiglie da 66 di Menabrea con le Pringles, ma potete immaginare a lungo andare gli effetti di una dieta di questo tipo. Così con l’avanzare degli anni, non potendo più contare esclusivamente sul mantenimento fisico entry level, quello dell’inerzia dovuta a metabolismo regolare e tutto sommato buona salute e forma fisica, mi sono dedicato al minimo indispensabile per non rimanere bloccato con la schiena a ogni movimento più impegnativo di portare aiuto a mia figlia in momenti delicati della vestizione, per non annaspare in caso di scatto e volata finale per saltare sul treno, e per rimanere nell’equilibrio delle stesse taglie di abbigliamento che ho più o meno dalla terza media pur passando buona parte del mio tempo seduto con un terminale elettronico di fronte a me.

Oltre alla sana corsa che più che uno sport rappresenta un momento di regressione allo stato brado, seguo un programma di attività motoria globale due volte alla settimana in una palestra qui vicino. Si tratta di una sorta di associazione civica, prezzi abbordabili e resa senza pretese. Insegnanti molto bravi, alunni un po’ così. Gente come me, insomma. Le due ore settimanali mi sono molto utili per scoprire muscoli che nemmeno pensavo di avere e tenere in allenamento gli altri, sono il più giovane e questo è un plus perché quando si corre o si fanno esercizi più intensi riesco a primeggiare (ma non sempre) con grande personale soddisfazione. Ma il corso ha una grave lacuna.

Durante la pratica la nostra coach mette la musica, e dall’inizio dell’anno la scaletta è sempre la stessa, e ora che sono arrivato finalmente al punto mi sono accorto che ne ho già parzialmente parlato qui ma pazienza, a questo punto del post di certo non cancello tutto solo perché qualche volta mi ripeto. Comunque la scaletta non è solo sempre uguale, è anche disdicevole. Quel pezzo di Fabri Fibra e Gianna Nannini, quell’altro di Jovanotti, uno ritrito di Giuliano Palma, la Giusy e e Irene Grandi, una playlist che una volta la puoi sentire, ma già due no. Poi, voglio dire, non pretendo un archivio come il mio che potrei tranquillamente da qui al resto dei miei giorni non ascoltare due volte la stessa canzone, ma almeno impegnarsi un po’ e mettere qualcosa di nuovo. Che poi magari sono l’unico a dare importanza a questo aspetto, ma già siamo lì a sudare e faticare, avere una distrazione consente di alleviare lo sforzo, no? Quando vado a correre, guai a non portare il lettore mp3 con me, non resisto più di un quarto d’ora da solo con le pulsazioni e il fiato corto.

Insomma, per tagliar corto, era da un po’ che pativo sommessamente questa dittatura del replay e me ne lamentavo poi anche a casa. Mi scocciava farlo presente all’insegnante, così ho pensato che proporre in prima persona un po’ di musica, ma farlo come se volessi portare nuove risorse ed essere serenamente proattivo e non solo perché di sentire ogni volta la stessa successione di brani ne avevo due coglioni pieni, potesse essere una strada percorribile. Così la settimana scorsa mi sono buttato, facendo presente con un sorriso dei miei che appunto la mia idea non voleva significare nulla, semplicemente magari alla coach e all’associazione stessa avere un po’ cd in più avrebbe fatto comodo.

E finalmente ieri ho masterizzato le prime tre compilation mettendoci dentro di tutto, roba nuova e roba vecchia, mantenendomi nell’ascoltabile in modo da rispettare i gusti di tutti ma inserendo gruppi e cantanti anche poco conosciuti, e mi sono presentato con i miei cd alla coach che è sembrata contenta, tanto che ne ha messo su subito uno. A quel punto mi è venuto un po’ di panico, quello che subentra sempre quando proponi una cosa tua e hai paura che gli altri boccino la tua idea, avete presente vero? Ditemi che capita anche a voi e non sono solo io. Comunque, il primo pezzo di quel primo disco era “Somebody that i use to know” di Gotye, un artista che in questo periodo va molto e che, non per bullarmi, già io pubblicavo qui diversi mesi fa, addirittura l’album da cui è tratto è presente nella mia top ten, sempre non per fare l’anticipatore di trend.

Volete sapere come è andata? Appena nella palestra si sono diffuse le note ingenue e la melodia strumentale primitiva che introduce il pezzo in questione, una mia arzilla compagna di corso settantenne mi ha inseguito nei giri di riscaldamento chiedendomi se avevo portato io quel disco e aggiungendo che vedeva sempre con piacere il video su RTL e dicendomi che, insieme a quello di MDNA, è il suo preferito. La cosa mi ha fatto molto piacere, e un po’ per quello e un po’ per la ventata di aria fresca generata dalla musica finalmente diversa, l’ora di attività motoria globale è stata un po’ meno faticosa. Niente video di Gotye in calce, naturalmente, ormai non è più di nicchia. Se volete vederlo, accendete la tv e sintonizzatevi su RTL.



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