Magazine Diario personale

Esigenze di copione

Da Mizaar

13636_a35140Ho poche remore a proposito e non mi imbarazza affatto dichiarare che la politica dei vari presidenti del consiglio, passati, presenti e ritengo futuri, nei riguardi della scuola, è la quintessenza del dissennato, per non dire peggio. Per rientrare nei “ numeri “ che si propongono annualmente – ché la scuola è frequentata da numeri e mai da persone, non vi fate illusioni, genitori all’ascolto – ogni anno si comprime, si accorpa, si fa opera di ridimensionamento sovra dimensionando spesso le scuole dove si maneggia malamente, prediligendo nel dissesto, la verticalità piuttosto che una sistemazione orizzontale. Unire scuole diverse a partire dalla materna per finire alla secondaria di 1° grado, significa creare mostri ingestibili dal punto di vista logistico – una sola presidenza con una sola segreteria e numeri che comprendono circa mille alunni e collegi docenti di cento persone, scuole spesso dislocate in zone diverse della città, significa mandare all’aria un sistema che si basa fondamentalmente sulla visione globale quotidiana delle stesse, che deve necessariamente essere portata avanti da persone non interposte ma realmente presenti. Succede allora che una scuola come quella dove insegno risulta essere sottodimensionata per i grandi numeri dell’ufficio scolastico regionale – eppure abbiamo circa seicento alunni, ma ciò non basta e come una spada di Damocle cala dall’alto l’imperativo accorpamento, complice l’assessorato alla pubblica istruzione del comune. Ma come tutte le unioni che principiano con difficoltà e poi finiscono in un divorzio, la proposta che è stata ventilata è quella dell’ennesima unione tra coniugi incompatibili, scuola media la nostra e scuola primaria in una zona fortemente deprivata, un’ unione tra due scuole con grandi difficoltà a racimolare iscrizioni, soprattutto la scuola primaria. Perché, come sempre, giocano un ruolo fondamentale i genitori, almeno certi genitori, che convinti dell’inutilità di avere un nodo culturale forte ed importante sul proprio territorio, nel proprio quartiere, fanno emigrare i figli in scuole dislocate in zone diverse della città dove potrebbero avere, è vero, buoni insegnanti – ma quelli per fortuna sono presenti anche da noi –  senza nessun riscontro sociale extra scolastico poiché si vive in mondi separati – vivere in zone diverse della città ha spesso come risvolto la diversa connotazione delle classi sociali – centro = media borghesia, periferia = operai, con una notevole spocchia da parte di quelli che insistono in scuole e case zona centro. Ora non dico che questi mondi non debbano incontrarsi, tutt’altro, ma se da una parte la spinta è ad elevarsi, dall’altra il gioco è ritornato duro e l’opera di emarginazione viene spesso condotta dagli insegnanti, da alcuni insegnanti, che abituati a classi dove non si fa nessuna fatica ad insegnare, con genitori disponibili al contributo di tutte le risorse possibili – umane ed economiche – mal sopportano le interferenze “ altre “ mettendo in atto azioni di discriminazioni verso coloro che vogliono elevarsi. È meschino, ma è una realtà. Allora se il cambiamento deve esserci, che sia logico e ragionevole e che si faccia una sola scuola secondaria di primo grado, con le tre presenti. Le esigenze sono le stesse, con una scuola unica si potrebbero arginare le migrazioni di alunni, ristabilendo un equilibrio culturale nei diversi quartieri della città. A me sembra logico, ma per esigenze di copione il regista o i registi di questo pessimo film, vogliono necessariamente fare in modo che il film alla fine sia un flop completo. Stamattina ho dichiarato al dirigente che nell’ipotesi di questo malsano cambiamento occuperò la scuola, mi ci lego, alla scuola! Non si vive invano per venticinque anni nella stessa scuola, facendosi passare davanti agli occhi intere generazioni di alunni, avere cura di intere generazioni di alunni, ed essere indifferenti. Queste che tentano in ogni modo di formare non sono istituti comprensivi, ma soluzioni incomprensibili.


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