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Espatriare o non espatriare?

Creato il 03 marzo 2013 da Italolombardo

Oddio. Mica facile rispondere a chi scrive e pretende una risposta. Non ho mai consigliato a nessuno di cambiare Paese. Ma non ho nemmeno mai consigliato a nessuno di non farlo. Consideravo e considero tuttora dove sono finito un buon compromesso fra cio’ che mi interessa, mi stuzzica e l’arrivare alla fine del mese senza dovercontrollore quotidianamente il saldo delconto corrente. Che e’ poi qualcosa che faccio comunque, vivendo in una societa’ che fa delconsumismo una ragione di vita.
Nonostante questo, ben capisco i dubbi di chi scrive e sta considerando un trasferimento all’estero. Blog di questo tipo, oltre ad incrementare la produttivita’ dellettore durante l’orario d’ufficio, servono anche ad esprimere un’opinione, a raccontare un’esperienza. Che resta pero’ qualcosa di unico, irripetibile nel bene o nel male. I requisiti necessari per costruire esperienze positive, che regalano soddisfazioni sono infatti diversi e complessi. Statistiche che riguardano la qualita’ della vita, il mercato del lavoro sono certamente utili nel fornire informazioni. Ma per molti non sono tutto. Appagamento e serenita’ sono a volte il frutto di ingredienti che vanno ben oltre. Riguardano fattori ben difficili da scoprire all’inizio, che valutiamo in maniera differente e ai quali attribuiamo importanza diversa.
Sono a favore dei cambiamenti. Delle nuove esperienze. Sempre. Senza pero’ dare per scontato siano la ricetta per migliorare.
Espatriare offre certamente un’esperienza diversa. Migliaia di italiani cambiano Paese ogni anno. Alcuni rientrano dopo pochi mesi, molti altri mai piu’. 
La Gran Bretagna e’ da anni una delle mete preferite per espatriare. Si parla inglese, offre maggiori opportunita’ di lavoro rispetto agli stati dell’Europa meridionale senza richiedere troppe scartoffie per il trasferimento. Un compromesso che permette a molti italo-indecisi di cambiare Paese. Ma anche l’attuale decadente Italia ha qualcosa da offrire. E alternative al di fuori di quei confini non per forza offrono qualcosa di meglio.

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