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esperienze di crociera 2: alimentazione

Creato il 07 settembre 2011 da Tania_01

Ho scoperto che fare una crociera significa amare il rischio, vivere in fuga perpetua. Di una sola cosa sei perennemente a caccia: il cibo.

La mia crociera era così suddivisa; colazione a tavolo buffet, pranzo a scelta tra ristorante e buffet, merenda, e cena obbligatoriamente a ristorante.

Che avrà da lamentarsi, starete pensando? immaginate tavole lunghe quanto piste d’atterraggio coperte da leccornie e ben di Dio di ogni genere, mangiate all’ombra dei palmizi?

SCORDATEVI queste scene. Essendo una persona precisa, vi descrivo la situazione: più di 1000 persone in lotta per la conquista del posto a sedere.

Io e le mie amiche eravamo in 3, e ogni giorno nonostante andassimo in zona buffet all’apertura di quest’ultimo, eravamo perennemente in difficoltà con i posti a sedere. Lotte titaniche, dove vedevi le persone scattare come centometristi alle olimpiadi e planare su una sedia al tavolo improvvisamente libero, sfasciandosi una gamba contro quello che non era riuscito ad anticiparvi. Fantozzi insegna. Ti trovavi a dividere il tavolo con sconosciuti, le sedie venivano strappate sotto i sederi, e dulcis in fundo non potevi azzardarti ad allontanarti dal tavolo senza una guardia del tuo piatto, perchè tutt’attorno volteggiavano camerieri che in mezzo secondo portavano via tutto. sarò andata a riprendermi le posate otto giorni su dieci. Per di più, la saletta era sotto una maledetta cupola chepiù di vetro mi sapeva di plexigas. Infatti ogni due per tre sveniva qualcuno per il caldo. L’effetto sera era paragonabile a quella che trovereste in una giornata molto umida nelle lagune di maracaibo.

La colazione in sè,veramente, era il pasto migliore. Il buffet ti consente di servirti di quello che vuoi, come vuoi,quanto vuoi. mi sono nutrita di omelette e banane. oè, i gusti son gusti.

Pranzo: anche qui tappa al buffet. di fisso prendevo patate fritte, insalata, salsiccia. il resto variava.

Merenda: una scelta di biscotti e dolci,probabilmente gli avanzi della cena precedente. piluccavo muffin.

Cena: Dio, come l’odiavo! Anzitutto, era d’obbligo una certa eleganza. Capirete la mia gioia. Per farci stare dieci vestiti avevo dovuto saltare sulla valigia. Nonostante ciò, si era rifiutata di chiudersi finchè non avevo infilato qualcosa come dieci chili in borse a spalla, così che al check in, orribile esperienza di 5 ore dove’ gli ultimi saranno i primi’,infati arrivammo prime ma ci dirottarono nell’ala sbagliata e tempo di tornare indietro eravamo ultime, ricordavo una vu cumpra molto pallida e stizzosa.

Ma passi. Fortunatamente, eravamo a tavola con due famiglie ,molto simpatiche.

Il cameriere invece decise che gli stavo antipatica. solo così mi spiego la sua maledetta abitudine di bersagliarmi con battutine poco divertenti, almeno per me. Per non parlare di quando si provava a scostarmi la sedia. è un gesto che mi mette così a disgio. sembra una cosa così servo-padrone.

mi piazzava davanti il menù: prima sera, tragedia. scopro con orrore che nonostante millantino piatti italiani, servono porzioni francesi. novelle cusine. per dirla in modo chiaro, da morti di fame. da modelle anoressiche. Commisi la leggerezza di farmi tentare dai tortellini in brodo. scoprimmo così che i brodi venivano serviti inell’equivalente di misura di una tazza da tè riempita solo a metà. quindi m,i dettero questa tazza, cinque cucchiani di ristretto di manzo,e tre tortellini. 3. si, avete capito. la faccia che feci guardandoli e contandoli scatenò la più grande ilarità.

dieci giorni di simili cene. piatti enormi, nels enso di piatto,porcellana, ripiano. quello era sempre largo, decorato con fili d’olio, bucce grattuggiate, spolverate di curry. Ma sopra c’era l’equivalente calorico di un pugno di riso scondito. Senza contare le due ore che ci volevano per cenare. Ci abituammo a finire questo spuntino,così lo chiamo,  a mezzanotte,e poi riparare in camera per calmare la fame con il cibo imboscato quando scendevamo a terra. portare cibo a bordo era vietato, sennò, come fanno i soldi, se non vendendo una bottiglietta d’acqua a tre euro e un toast a 7? ma l’abbiam sempre fatta in barba ai controlli.

non so voi, ma a casa mia siamo retrogradi. avete presente nei film in bianco e nero? tagliano fette di pane spesse due dita, come quelle di micca che usavano nella pubblicità della nutella. e a casa mia è lo stesso. carboidrati,anzitutto. Piatto sempre ben pieno. spaghetti a montagna,pulire il piatto col pane, uso smodato di condimento, e più che panini al salame, direi salame al panino.

quindi non capivo. un tempo il lusso era mangiare, ora lo è fare la fame?


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