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Esperimento di auto pubblicazione e-book su Amazon: cos’è successo in due mesi.

Da Loredana De Michelis @loridemi
Esperimento di auto pubblicazione e-book su Amazon: cos’è successo in due mesi.
Kdp (kindle direct publishing) è facile da usare: pubblicare un e-book gratuitamente e con i complimenti di Amazon richiede veramente pochi minuti. Persino la copertina è già pronta, basta sceglierla e personalizzarla con due click: per i Dummies come me, questo è un enorme sollievo.
La seccatura piuttosto consiste nell’iscrizione al programma: ho passato un’ora a rispondere alle stesse domande più volte, a compilare pile di moduli inquisitori, costretta a fornire persino il nome della madre del criceto che avevo a sette anni.
I saggi consigli su come ottimizzare le vendite di un e-book sono forniti da Amazon e ricopiati in centinaia di blog per autori esordienti: scegli un titolo che spacca, fai una copertina accattivante, scrivi una bella sinossi, pubblicizza sui social network, approfitta della possibilità di offrire il tuo e-book in download gratuito per cinque giorni, inseriscilo nella categoria giusta (oroscopi, narrativa, viaggi etc.) affinché tu possa raggiungere il pubblico maggiormente interessato al tuo prodotto.Amazon si dimentica però di specificare che se il tuo e-book non entra nella classifica Top 100 dei più venduti in assoluto, o non si piazza almeno tra i primi titoli della categoria in cui è stato inserito, diventa invisibile al grande pubblico e si rintraccia soltanto a patto di conoscere il titolo o il nome dell’autore. Un consiglio che andrebbe aggiunto quindi è: “Dà al tuo e-book un titolo che contenga parole comunemente digitate sul motore di ricerca”. La soddisfazione di un titolo libero e originale è impagabile, ma se un titolo come: “Il misterioso parancolo del becchino redivivo” sparisce dalle classifiche, rischia di non essere mai più trovato da nessuno, neppure per caso.
A Novembre 2013 decido di mettere in vendita un manuale di circa 30 pagine, dal titolo decisamente poco accorto, e che tratta un argomento di nicchia microscopica. Carico l’e-book su Amazon e fisso il prezzo a 0,99 centesimi perché ho letto un articolo scritto dal Dio del guadagno su Internet, che dice che è più facile vendere 10.000 libri a 0.99 che 1000 a 9.99.Vado a guardare la pagina dedicata alla vendita del mio e-book, come se fossi un utente normale: ha una copertina tremenda e costa euro 2,68.Mi rimetto a trafficare su Kdp, non ci capisco nulla, lascio perdere e decido di stare a vedere, in fin dei conti è in vendita anche sull’Amazon giapponese: metti che un magnate di laggiù decida di acquistare 5.000 copie di un e-book sugli occhiali a fori stenopeici, scritto in italiano. A detta degli autori di e-book che raccontano le loro esperienze sui forum, può sempre capitare.
In due giorni vendo due copie. Non malissimo, secondo me. Il mio posto in classifica è circa 25.000 tra gli e-book venduti su Amazon Italia. Un’ulteriore vendita mi porta alla posizione 14.000. Non sono un genio matematico ma mi pare di capire che una sola copia venduta mi abbia fatto fare un bel salto in classifica: come diavolo le fanno, ‘ste classifiche? Che si tratti di una generosa manovra d’incoraggiamento?Decido di cavalcare subito l’onda del successo e scelgo i cinque giorni di promozione, durante i quali il mio libro sarà scaricabile gratuitamente da chiunque. Inserisco il link sulla mia pagina Facebook e mando qualche email agli amici e ai clienti che so essere interessati all’argomento, chiedendo loro di scrivere una recensione, se possibile, se non disturba, se lo ritengono opportuno. Nei 5 giorni in cui l’e-book è gratis, arrivo a circa 80 download e ottengo un paio di generose recensioni. Balzo al numero 900 in classifica. Mi sembra ottimo, ma mi accorgo di un fatto poco esaltante: due delle copie vendute prima della promozione sono state rimborsate. Vado a vedere come funziona il rimborso, sentendomi un po’ in colpa: forse i clienti che avevano acquistato si sono accorti che ora il libro è gratis e si sono offesi. Mi sembra un ragionamento vagamente mitomane (chi diavolo dovrebbe tornare a guardare la pagina di vendita di un e-book che ha già comprato?), ma intanto apprendo che la politica di Amazon sui rimborsi degli e-book è la stessa dei libri cartacei: puoi fare un reso entro 7 giorni dall’acquisto. Questo mi preoccupa come autore ma mi rallegra come lettore potenzialmente furbastro: scarichi l’e-book, lo restituisci dopo tre giorni chiedendo il rimborso, e te lo sei letto gratis.
Finita la promozione, il mio e-book torna a 1,5 vendite settimanali e la sua posizione in classifica precipita velocemente. Finché era gratis l'ho scaricato anch’io e scopro che l’impaginazione fa schifo e ci sono dei refusi. Sistemo quello che posso, ma intanto ho spostato il file su 3 computer diversi e ogni volta che carico la nuova versione corretta trovo errori prima assenti, spazi che aumentano o spariscono, impaginazione variabile in base al dispositivo che uso per leggere. Qualche ricerca tra possessori di kindle (che io invece non ho) mi tranquillizza: si sa che gli e-book sono un po’ così, persino alcuni distribuiti da Mondadori.Non indago oltre, sperando che il mio, di editore, cui non ho ancora detto nulla di questa iniziativa ribelle, rimanga inconsapevole.Ho guadagnato ben 1,87 euro in dieci giorni ma non posso dire di avere imparato molto sul mondo degli e-book e di come si diventi dei famosi autori fai-da-te. Scavo perciò tra i file del mio computer e trovo una raccolta di lettere che avevo scritto da Londra ad amici e parenti, qualche anno prima. Una volta tornata a casa, l’entusiasmo dei lettori era stato così incoraggiante che mi ero spinta a raccogliere le lettere in un unico file, per poi abbandonarlo nella cartella dei “progetti improbabili”.  Ecco un altro possibile e-book già pronto e forse più papabile per il vasto, che dico: vastissimo pubblico di lettori elettronici.Scorro velocemente il testo, taglio qualcosa, passo tutto al correttore automatico che non fa una piega, dimentico di impaginarlo e lo carico in quattro e quattr’otto, questa volta con una copertina autoprodotta, che qua siamo artisti, mica si scherza: ho giusto trovato la foto sfuocata del soprammobile di un mio amico che sembra fatta apposta.Oramai sono esperta: attivo subito l’opzione dei 5 giorni di download gratuito, metto un link su Facebook, sui miei blog, faccio un po’ di spam su blog dedicati. Per chi pubblica un e-book, amici, parenti, nemici e conoscenti, sono lo zoccolo fondamentale, l’anima dell’inizio del commercio, così dicono i guru del settore: quindi io scrivo a tutti quelli che avevano già letto le lettere, annunciando giuliva “Guarda che c’è! Sorpresa!” e riuscendo a suscitare un entusiasmo degno di una medusa appesa ad essiccare.
Nei 5 giorni di offerta gratuita ottengo circa 500 download, un numero che va ben oltre i miei contatti diretti. La Pregiata Opera si piazza al secondo posto degli e-book gratuiti più scaricati, davanti a Cuore, Pinocchio, Terzani e molti altri autori famosi. Mi batte solo la Littizzetto.Comincio però a chiedermi quanti siano realmente gli italiani che scaricano un e-book, visto il numero comunque esiguo di download e la mia posizione in classifica: Italo Svevo (sempre gratis) si trova ben 90 posizioni dietro la mia e la cosa non riesce a esaltarmi come dovrebbe.
Nel frattempo perdo una decina di contatti Facebook, mentre altri mi scrivono che non possono leggerlo perché non hanno il Kindle e non sanno che l’applicazione di lettura Kindle si scarica su qualunque dispositivo. Cerco di spiegarlo, ma incontro una certa diffidenza mentre vengo anche a sapere che alcuni “Non scaricano niente da internet”, altri non hanno un account Amazon e non intendono farlo, altri ancora hanno scaricato il libro e vorrebbero scrivere una recensione ma non ci riescono. Dopo faticose ricerche capisco che per scrivere una recensione è necessario avere un account Amazon da cui si stato fatto un acquisto, ovviamente con carta di credito. Provo ad acquistare il mio libro e a scrivermi una recensione da sola: Amazon mi becca istantaneamente e mi tira una bacchettata virtuale sulle dita come una vecchia maestra bigotta. Sentendomi provocata, cambio computer, creo un account falso, acquisto di nuovo il mio libro (mannaggia, avevo deciso che non avrei investito neanche un centesimo in questa storia e sono già riusciti a risucchiarmi due euro), provo a scrivermi una recensione da lì e questa volta Amazon trattiene a stento una pernacchia: mi ha lasciato fare l’acquisto ma ha riconosciuto la carta di credito e non mi consente di pubblicare la recensione.Ci rinuncio, sui forum c’è chi dice che la mannaia della giustizia di Amazon si può abbattere su di te in qualunque momento, specialmente se provi a scriverti una recensione da solo. In altri forum però c’è anche scritto che le recensioni si possono comprare. Vado a vedere il link del sito americano che vende “mi piace”, “fans” e recensioni positive su qualunque piattaforma: 3 recensioni da account verificati costano 70 euro. Peccato, se fossero costate 1,87 euro le avrei comprate subito. Mi accontento di studiare le recensioni altrui: alcuni e-book auto pubblicati ne hanno centinaia e al tempo stesso si trovano in una posizione della classifica che io so già essere indice di vendite uguali a zero. Forse si tratta di gente fortunata con famiglie numerose e informatizzate. Io al momento ho potuto contare solo su mio fratello: gli ho spedito il link, gli ho proibito di far leggere le lettere ai miei nipoti e gli ho intimato di scrivermi una recensione. Lui è un tipo preciso: rilegge la raccolta di lettere velocemente, pubblica una recensione breve e vivace, ma mi mette solo 4 stellette. “’A fedifrago, perché non 5?” “Perché le regole sulle recensioni di Amazon dicono che i famigliari non possono scrivere recensioni da 5 stelle e poi perché hai scritto che sono più peloso di una scimmia, quindi 5 stelle non te le davo lo stesso”.
Le dinamiche tra parenti sono sempre delicate e le regole di Amazon incredibilmente astute,  perbaccolina: non si scampa. 
Intanto la promozione finisce, io ricevo due richieste d’amicizia da scrittrici professioniste molto simpatiche e l’e-book vende più di 60 copie in una settimana, arrivando a metà della Top 100 bestsellers. In un solo Sabato vendo ben 30 copie, ma a mezzanotte suona il rintocco e compare la prima recensione negativa. E’ molto rabbiosa, viene da un account che non ha scaricato il libro e che ha solo quella recensione: sono razzista, rappresento il peggio della mediocrità Italiana e con me tutti quelli che mi hanno recensito positivamente. Sono anche praticamente analfabeta. Quest’ultima cosa mi rigira il coltello nella piaga dell’editing: leggere incappando in errori di battitura o di sintassi è come farsi trascinare da una bella canzone e venire traditi da una stecca improvvisa del cantante; una sensazione dolorosa che non si dovrebbe mai provocare e non c’è arte arrogante che la giustifichi.Ripasso quindi il file col correttore di testo che non reagisce. Leggo un po’ di pagine e trovo errori, che non capisco perché non siano stati rilevati dal programma. Mi accorgo che il programma correzione di testo del mio Word non funziona: è settato sulla lingua inglese e per quanto imposti quella italiana, fase in cui diventa pedantissimo anche sulle virgole, torna alla modalità lingua inglese ad ogni parola straniera che accetto. Dopo quattro ore non ne posso più e mi arrendo. Nel frattempo sono precipitosamente uscita dalla Top 100 e le vendite si riducono di due terzi. Non sono più in vetrina.
La recensione negativa ha anche un effetto positivo: arrivano alcune buone recensioni e messaggi di solidarietà. Mi accorgo però di una cosa nuova: si può cliccare su “recensione utile” oppure “recensione inutile” sotto ogni recensione, e qualcuno si è preso la briga di farlo, bollando come “non utili” tutte le recensioni positive e accurate che ho. Mi sembra una cosa un po’ da beghini, ma scopro che questa è usanza comune, specialmente tra le recensioni degli e-book auto pubblicati. Si scatena una piccola guerra di utile-inutile e di controrecensioni. Poi, all'improvviso arriva anche un messaggio video sul mio canale di youtube: è stato inviato da un account che non ha nessuna attività e ha lo stesso nome del primo recensore negativo. Il video è volgare, vagamente violento e minaccioso.
Altre recensioni negative si aggiungono, ma questa volta l’e-book non si muove più di tanto: rimane ai primi posti delle classifiche di genere e a qualche centinaio di posti dalla top 100.Mentre continuo a studiare il mondo delle recensioni in generale, mi accorgo che quasi tutti hanno recensioni entusiastiche o terribilmente stroncanti, la via di mezzo è rara. Mi accorgo anche che alcuni autori hanno recensioni a una o due stelle che in realtà sono molto positive e mi chiedo il perché: forse si tratta di trucchi per diluire nel numero le recensioni davvero negative. Col gioco “utile” e “non utile” poi si rendono più visibili certe recensioni rispetto ad altre, soprattutto nella finestra in cui appare il confronto tra quella positiva più utile e quella negativa più utile.
Immagino che tutto 'sto traffico serva a vendere di più, perciò chiedo a un mio amico di abbassare a due il numero di stellette della sua recensione positiva: funziona. Ora la recensione positiva più utile che ho dice: “fighissimo!” e quella negativa più utile dice: “una figata!”. Comincio a sentirmi un po' cretina ma ho ancora molto da imparare: mentre l’e-book più o meno continua a vendere 20 copie a settimana, scompaiono tre recensioni, quella più dettagliata e ben scritta che ho ricevuto, quella a 4 stelle, ma simpatica, di mio fratello, e quella “ribassata” a due stellette. Se la recensione “ribassata” è effettivamente un imbroglio, quella di mio fratello è legittima e l’altra è assolutamente e meravigliosamente autentica: mi dispiace che sia sparita dalla mia vita. Scrivo ad Amazon per chiedere spiegazioni: rispondono sempre entro 12 ore, sono precisissimi. In questo caso rispondono che non possono rispondermi. Risponderanno eventualmente ai recensori. Sempre più smontata, chiedo a mio fratello di scrivere ad Amazon in quanto recensore tarpato e distrutto dal dolore. Nel suo caso la risposta non arriva ma le recensioni ricompaiono, tutte e tre, nel giro di poche ore.Amazon si dichiara sempre molto seria nel valutare le recensioni e su questo non ho dubbi, i dubbi però li ho sul fatto che Amazon perda tempo a spulciare tra le mie. Così mi viene l’idea di esporre il caso proprio ai siti americani che vendono recensioni garantite e che mi forniscono una spiegazione, immediata e gratuita: per indurre Amazon a eliminare una recensione è sufficiente che tre account diversi clicchino sulla recensione segnalandola come “abuso”. Per una cifra promozionale si offrono di far eliminare tutte le mie recensioni negative nel giro di 24 ore.
Torno alla pagina delle recensioni, non mi ero neanche accorta l’esistenza di un ulteriore tastino con la scrittina “abuso”. Tra il filmatino dello stalker, la guerra dei click, i rimborsi, il gioco complicato delle recensioni e il magnate nipponico che per il momento si è fermato all’acquisto di una sola copia, in un mese ho guadagnato circa 60 euro. Devo ancora capire come e quando li pagano, ma sui forum si mormora che sia già un gran guadagno, per un autopubblicante italiano.
Abbandonato l’e-book al suo destino senza ulteriori studi e interventi, oggi, 1/1/2014 la sua posizione in classifica è la seguente:
Esperimento di auto pubblicazione e-book su Amazon: cos’è successo in due mesi.
e corrisponde a questo numero di unità vendute: 
Esperimento di auto pubblicazione e-book su Amazon: cos’è successo in due mesi.
Concludendo, penso che in Italia il numero di lettori di e-book sia esiguo. Sandrone Dazieri aveva già dichiarato qualcosa di simile un anno fa, ma tutti avevano risposto sostenendo che la lettura digitale è in crescita e la vendita degli e-reader pure. A distanza di un anno continuo a notare che questo è un mercato snobbato anche dai principali autori ed editori italiani. Forse per chi scrive in inglese è diverso.
Aggiornerò il post in caso di novità impreviste.

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