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Espulsa da Università privata perché Baha’i. Quando puniremo l’Iran per il “razzismo di Stato”?

Creato il 19 agosto 2015 da Nopasdaran @No_Pasdaran

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Ancora una volta il razzismo di Stato, quello promosso ufficialmente dal regime iraniano, colpisce duramente: una bellissima ragazza di nome Dorsa Qolizadeh (foto in basso), e’ stata espulsa dalla Università Rouzbahan perché di fede Baha’i. L’Università Rouzbahan e’ un ateneo privato situato presso Sari, capoluogo della Provincia iraniana di Mazandaran sul Mar Caspio. Ai Baha’i, va ricordato, non e’ permesso accedere alle Università pubbliche perché – venendo considerati dal regime come esseri impuri – non e’ concesso loro di continuare il percorso di studi oltre un determinato livello.

Dorsa, tra le altre cose, e’ stata espulsa con l’inganno: convocata telefonicamente all’ufficio del Ministero dell’Intelligence di Sari, la studentessa e’ stata sottoposta ad un interrogatorio per sapere le ragioni della sua iscrizione all’università. Le sono state date tre scelte: 1- restare Baha’i ed essere espulsa; 2- continuare gli studi fuori dall’Iran; 3- rinunciare alla fede Baha’i, convertirsi all’Islam sciita e far pubblicare la notizia della sua conversione sul giornale locale (potendo continuare gli studi nella Repubblica Islamica). Dorsa ha rifiutato la conversione e l’idea di abbandonare la sua casa, rimarcando come la fede fosse un fatto di cuore.

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Subito dopo l’interrogatorio, ironia della sorte, la giovane ragazza ha potuto sostenere un altro esame universitario sull’argomento “La Prospettiva Islamica”. Ad ogni modo, nonostante la solidarietà dei compagni di studi, il giorno dopo la convocazione dell’Intelligence, Dorsa Qolizadeh e’ stata chiamata dall’amministrazione dell’Ateneo con la scusa di dover firmare un modulo per la restituzione parziale delle tasse universitarie. Solo dopo aver firmato, Dorsa ha realizzato di aver accettato di ritirarsi dal corso di studi e di essere stata espulsa dall’Università (HRANA).

Nella Repubblica Islamica vige un vero e proprio sistema di razzismo di Stato verso la minoranza Baha’i: non solo la Guida Suprema ha emesso una fatwa contro le relazioni tra “iraniani” e Baha’i (No Pasdaran), ma il regime ha recentemente pubblicato una lunghissima lista di lavoro non permessi ai fedeli seguaci del Bahá’u’lláh (No Pasdaran). Questo razzismo non e’ solo ignobile, ma e’ anche contro gli stessi obblighi presi dal regime iraniano con le Nazioni Unite. Teheran, infatti, e’ firmatario della Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, sottoscritta dall’Iran nel 1968 ed entrata in vigore nel 1975 (da cui la Repubblica Islamica non si e’ mai ritirata). La Convenzione, anche nota come Patto internazionale sui diritti economici e culturali, vieta qualsiasi discriminazione nel settore educativo, sia all’accesso agli studi e sia per quanto concerne la limitazione della libertà accademica di studenti e professori (art. 13-14-15).

E’ ora di richiamare il regime iraniano alle sue responsabilità e di punirlo duramente per le discriminazioni che promuove ed esegue nei confronti delle minoranze etniche e religiose presenti all’interno della Repubblica Islamica. Riteniamo che dovrebbe essere l’Italia in prima fila nel denunciare le violazioni iraniane alle Nazioni Unite: un dovere che la diplomazia di Roma dovrebbe sentire, proprio in base alla storia antirazzista che ha caratterizzato la resistenza al regime fascista mussoliniano.



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