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Essere Ideologizzati

Creato il 16 febbraio 2014 da Canicattivi @CaniCatTweet

mercato e ideologieMa cosa vuol dire quando ti accusano di essere “ideologizzati”? Come se credere ciecamente nella bontà assoluta dei valori del mercato, di per se, non fosse una pessima e pericolosa ideologia?

Una volta si chiamava Capitalismo, ma la parola “mercato” è ben più neutra ed accettabile e quindi incontestabile. Anche con il linguaggio ci ingannano, come ci ha insegnato il buon Chomsky, e chi ti accusa di essere ideologizzato immancabilmente ti ricorda che il Muro di Berlino ormai è crollato, senza accorgersi però che muri ben più vasti separano il benessere di miliardi di persone dagli interessi egoisti ed egemoni di poche centinaia di persone, che impongono, spesso anche con la violenza, un unico valore culturale e di vita, un nebuloso, quanto mistificato, concetto di “mercato” che ingloba tutto ormai.

Il mercato ormai decide ogni aspetto della nostra vita, da cosa mangeremo, finanche di cosa moriremo. Se questa non è un’ideologia alquanto pericolosa ed antidemocratica, allora cosa lo è?

Quando qualcuno ti accusa di essere ideologizzato, difatti, gioca sul tuo senso di colpa, ti fa sentire fuori dal mondo, un errante o un perdente fuori dalla storia, ed è questa la vera forza del pensiero unico, che ha colpito soprattutto quelle persone che una volta erano di “sinistra”, ma che da decenni, come San Paolo, hanno visto la luce sulla via della bontà del Mercato di Damasco.

Intellettuali come Chomsky, Marcuse e Fromm (e oserei dire anche qualcun altro più lontano nella storia) ci avevano avvertiti di tutto questo, ma chi legge ormai Chomsky, Marcuse o Fromm? Sono anche loro persone ideologizzate, anacronistiche, fuori dalla storia, in cui ormai il valore unico e vincente del mercato, con le proprie regole assolutizzanti di “competizione economica”, piuttosto che “cooperazione” o “solidarietà”, regna supremo ed incontestabile, nonostante le sue sistemiche e vistose contraddizioni quotidiane vengono grossolanamente nascoste, in infinite e sottili maniere, sotto il tappeto della sofferenza umana e sociale.

Marcello Mozzicato


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