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Essere piu' gufi o allocchi? #lavoraresucoperture

Creato il 20 marzo 2014 da Alessandro @AleTrasforini
Prima si è definito "anacronistico" il 3% di deficit annuo da rispettare, con l'unica eccezione di affidarsi alla "spending review" capace di concretizzare un risparmio immediato quantificabile in una cifra oscillante fra 3 e 7 miliardi di Euro.
Poi ancora nessuna parola si è spesa sulla concretezza delle ingenti coperture economiche che dovrebbero essere necessarie per la realizzazione del programma sintetizzato con un hashtag come #lasvoltabuona: i margini dell'Italia sono infatti ridottissimi, ancor di più alla luce del bilaterale Italia-Germania nel quale nessun segnale di (necessaria) rottura sembra essersi visto. Le frasi attribuite alla cancelliera Merkel sembrano confermare la tendenza secondo cui Germania (ed Europa) non pagherà(nno) per accollarsi i debiti fatti da altri:
"[...]"Sono rimasta veramente impressionata, si tratta di un cambiamento strutturale" [...] é tornata anche a ribadire che sulle regole non si transige. E del resto, ha aggiunto, "se l'Italia ha detto che rispetterà il patto di stabilità non vedo perché dovrei dubitarne". [...]"
E' l'intransigenza sulle "regole" fiscal-economiche che rischia nel concreto di vanificare le (troppe) promesse fatte nella conferenza stampa spacciata per televendita (o viceversa?) nella quale si è inaugurata #lasvoltabuona.
Se è definibile come "anacronistico" il rispetto del 3% di deficit, potrebbe essere quantomeno opportuno definire come tutto fuorchè "anticiclici" ulteriori provvedimenti quali fiscal compact o six pack.
Riprendendo dall'Enciclopedia multimediale Treccani, infatti, sembra essere infatti molto chiaro il contenuto di una misura definibile come anticiclica:
"[...] In economia, si dice avere andamento a(nticiclico) [...] una variabile che tende a variare in direzione opposta ai principali indicatori del ciclo economico[...]. In tale senso, il termine è sinonimo di stabilizzatore automatico.
In politica economica, si definisce a(nticiclico) un provvedimento di politica fiscale o monetaria adottato per attenuare le fluttuazioni, intervenendo sul mercato per frenare la ripresa o contrastare la depressione dell’attività economica. [...]"
In questo senso, però, parametri ulteriormente restrittivi potrebbero definire criteri maggiormente stringenti e "funzionali" al rendere instabile un'eventuale ripresa economica.
Sono sempre più evidenti i segnali per cui, in Paesi già colpiti da una mordente recessione, il perpetuarsi delle politiche di austerità non potrebbe che produrre danno ed ulteriori fragilità per economie (e società) da ricollegare al treno della ripresa economica.
La realizzazione di un programma ambizioso ed ambiziosamente (pro)positivo è una missione che, stando alla fragilità delle condizioni al contorno, non sembra essere purtroppo attuabile in tutta la (dichiarata prima e sbandierata poi) sua interezza: a quali coperture economiche è necessario attingere per realizzare i "100 giorni di lotta durissima per cambiare" promessi dal Governo Renzi?
Le riforme strutturali di Pubblica Amministrazione, Fisco e Giustizia, contando alcune pachidermiche e tragicomiche situazioni italiane, non sembrano minimamente attuabili al grido di "una riforma al mese".
Sarebbe forse possibile definire al massimo un quadro di "linee guida", rimandando decreti attuativi e provvedimenti ad un tempo non stabilito e/o definibile.
Identiche dosi di sospetti sono da concretizzare per quanto riguarda i provvedimenti sbandierati per il miglioramento di occupazione ed economia: cosa poter dire a proposito della vendita online delle cento auto blu? Saranno venduti all'asta anche gli autisti o solamente macchine probabilmente non più nuove e pertanto non più appetibili?
La possibilità di sbloccare in un periodo pari a tre mesi e mezzo tutti i rimanenti debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese sembra essere, al netto delle (troppe) promesse fatte, nulla più di un'utopica promessa destinata a cadere (nuovamente) nel vuoto: dove poter trovare in un arco di tempo relativamente breve una quantità di fondi pari a quantificati 68 miliardi di Euro?
Basteranno davvero 3,5 miliardi di Euro per riabilitare completamente le situazioni afferenti all'edilizia scolastica?
Il miliardo e mezzo quantificato (e secondo alcuni già stanziato dal precedente Governo) per la tutela del territorio rischia di contribuire come semplice palliativo alla risoluzione delle problematiche afferenti al dissesto idrogeologico in terra italiana. A conferma di questo fatto vi è una citazione attribuita a Corrado Clini, Ministro dell'Ambiente nel Governo Monti: "[...] Le risorse necessarie per eseguire interventi di messa in sicurezza [...] sono pari a circa 40 miliardi di euro per i prossimi 15 anni, di cui il 60% sarebbe destinato ad interventi pubblici, il 30% al sostegno delle iniziative delle imprese e il restante 10% alle associazioni e cooperative disponibili a recuperare le aree marginali. [...]"
Nulla più che un palliativo (o placebo, a seconda dei punti di vista), quindi, a fronte di un'emergenza destinata a ripercuotersi in media per altri 3,5 miliardi di Euro l'anno.
Analoghi ragionamenti si dovrebbero promuovere osservando il compenso ricollegabile al taglio dell'IRAP finanziato con un incremento di tassazione sulle rendite finanziarie, necessario ed urgente in un'ottica di redistribuzione della ricchezza di un Paese con più di un piede sull'orlo del fallimento.
Alla luce di queste e moltissime altre possibili considerazioni, relativamente a #lasvoltabuona, sembra necessario ed urgente porsi una giustificabilmente lunga serie di domande: con quali coperture sarà possibile finanziare una così ingente mole di promesse? Attraverso quali margini sarebbe possibile muoversi, a fronte soprattutto della mancata ridiscussione dei vincoli europei che le autorità italiane sembrano volersi imporre di non affrontare?
A queste e moltissime altre domande sembra richiamarsi il monito europeo di qualche giorno fa che, forse non casualmente, sembra ricordare all'Italia la concreta impossibilità di onorare certe promesse per via di altre promesse precedentemente sottoscritte:
"[...] Bruxelles "accoglie con favore le riforme" annunciate ieri dall'Italia, "le valuterà non appena avrà i dettagli legislativi", ma ricorda "l'importanza di rispettare le regole del patto di stabilità, cioè il pareggio in termini strutturali ed essere in regola con la regola del debito"[...]. Finora l'Italia "non ha fatto tangibili progressi rispetto alla raccomandazione della Commissione Ue" di far scendere il deficit, rimasto al 3% nel 2013 contro il 2,6% raccomandato dall'Europa. Lo scrive la Bce, chiedendo che Roma faccia "i passi necessari" per rientrare nel deficit e assicuri che il debito sia messo "in traiettoria discendente".[...]" (Fonte: ansa.it)
I capitoli di intervento principale su cui il Paese è indirizzato sembrano essere, pertanto, principalmente due: contenimento del deficit e riduzione del debito pubblico. Quanta parte dei fondi utili a concretizzare #lasvoltabuona possono essere attribuibili o ricollegabili allo sblocco di fondi europei?
A questo tema deve essere necessario ed urgente aggiungere anche la questione relativa all'innumerevole serie di scelte politiche che la "spending review" completata dal Commissario Cottarelli consegna alle autorità italiane.
Dentro al cumulato risparmio quantificabile in circa 34 miliardi di Euro per tre anni, si nascondono voci (ancora non opportunamente specificate) riferibili a settori già falcidiati o costituenti potenzialmente fattori di traino per un (da sempre rimandato) rilancio del Paese:  beni e servizi, corsi di formazione, digitalizzazione, sinergie corpi di polizia, Comuni e Regioni, trasferimenti ad imprese, trasferimenti trasporto ferroviario, sanità e costi standard.
Ognuna di queste voci, includendo anche quelle non critiche, dovrà essere ridiscussa e quantificata in maggiori dettagli. Alla luce di considerazioni simili, pertanto, la necessità di procedere per "saldi invariati" sembra essere la sola possibilità praticabile per realizzare #lasvoltabuona.
Nonostante le millemila promesse ed i troppi vincoli possibili, sarebbe possibile realmente iniziare ad intavolare una discussione nazional-continentale anche attorno all'inevitabile necessità di ridiscutere certi "ostacoli" potenzialmente trasformabili in cappi al collo capaci di devastare lo stato sociale? E' ridicolo, in questo senso, limitarsi a definire anacronistico un parametro di deficit nelle aule parlamentari nazionali senza poi intraprender azioni realmente rivolte alla modifica di problematiche largamente superiori.
Parole simili sembrano provenire, in questa direzione non ancora ufficialmente battuta, dal Responsabile Economico della Segreteria Pd Filippo Taddei. In un'intervista di qualche giorno fa concessa a "L'Unità" è esposto un frammento di quella consapevolezza che dovrebbe trasformarsi in prioritaria per restituire al continente rinnovati equilibri non solo economici:
"[...] D: Sulle coperture restano dei dubbi. Pare più probabile che l’Europa ci consenta di usare la leva del deficit per pagare i debiti della Pa rispetto alla riduzione del cuneo.
R: Dei 60 miliardi di debiti, la stragrande maggioranza è già conteggiata nel deficit. La piccola parte che riguarda gli investimenti viene invece conteggiata nel momento in cui viene pagata. Se anche comportassero, e non è affatto sicuro, cambiamenti del deficit sopra il 2,6% sono certo che la Commissione Ue sarà molto tollerante, visto che è proprio Bruxelles che ci chiede di pagare in tempi brevi.
D: E il grosso del debito come verrà pagato?
R: Gli strumenti esistono, si potrà fare con le banche private e con il sostegno della Cassa depositi e prestiti. Le parole di Bassanini sono state molto chiare su questo. [...] credo che di fronte a una riforma della spesa di questa portata [tagli per ottemperare alla copertura del provvedimento afferente la riduzione del cuneo fiscale], sia legittimo aspettarsi dai partner europei una certa dose di cooperazione. [...]
D: Quali risultati ci si può aspettare ragionevolmente da questo viaggio europeo del premier?
R: Ci si può aspettare cooperazione dai nostri partner. A differenza di quanto sostiene la propaganda antieuropeista, in Europa c’è grande attesa e fiducia verso di noi. Francesi, tedeschi e anche inglesi non vedono l’ora di avere a che fare con un governo italiano che presenta e realizza un serio piano di riforme.
D: Nel concreto?
R: Sono convinto che di fronte a fatti concreti l’Europa ci sarà tutto il sostegno del caso, sia sotto il profilo del deficit che di una rinegoziazione del Fiscal compact. L’idea di un’Italia depressa e di un’Europa costrittiva è una retorica utile a chi non vuole cambiare nulla. I partner Ue hanno problemi simili ai nostri, e sono pronti a sostenerci.
D: È immaginabile una proposta italiana di rinegoziazione del Fiscal compact?
R: Il rientro dal debito si può ottenere con la riduzione delle spese o con l’aumento della crescita. Quest’ultimo fattore è decisivo come correttore del debito pubblico. Nessun Paese potrebbe reggere a tagli di spesa per 50 miliardi l’anno, come sono previsti dal Fiscal compact. Sarà un negoziato molto delicato ma inevitabile. [...]"
L'idea di appoggiarsi allo spirito di cooperazione europea è giusto, specialmente in un contesto nel quale di Comunità sembra ai più essere rimasto ben poco. Ancor più incisiva dovrebbe essere la proposta di rinegoziazione del Fiscal Compact, da realizzarsi attraverso un negoziato definito dallo stesso Taddei come "molto delicato ma inevitabile".
Specialmente in questo senso sarebbe necessario inaugurare definitivamente #lasvoltabuona.
Si è maggiormente gufi nel valutare con diffidenza e scetticismo una proposta economica (apparentemente?) senza coperture solide o si è più allocchi nel sostenere "senza se e senza ma" un Governo le cui proposte non sembrano avere reali basi applicative? All'elettore le future sentenze.
ESSERE PIU' GUFI O ALLOCCHI? #LAVORARESUCOPERTURE
Per saperne di più:
"Cottarelli dimezzato dalla campagna elettorale di Renzi", linkiesta.it
(http://www.linkiesta.it/spending-review-f35)
"Dissesto idrogeologico, Clini: 'Un piano nazionale da 40 miliardi di Euro.",
(http://www.ediltecnico.it/12792/dissesto-idrogeologico-clini-un-piano-nazionale-da-40-miliardi-di-euro/)
"Renzi-Merkel, la Germania attende le azioni (concrete) dell'Italia", lettera43.it
(http://www.lettera43.it/economia/macro/renzi-merkel-la-germania-attende-le-azioni-concrete-dell-italia_43675124856.htm)
"Taddei (Pd): «Rinegoziare il Fiscal compact è inevitabile»", unita.it
(http://www.unita.it/economia/taddei-fiscal-compact-renzi-ue-merkel-deficit-debito-patto-stabilita-3-per-cento-vincoli--1.557948?page=1)
"Merkel, molto colpita da Renzi, l'Italia cambia", ansa.it
(http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2014/03/17/Bilaterale-Renzi-Merkel-apre-vertice-Italia-Germania-_10246834.html)
"Ue, bene riforme Italia ma rispetti il Patto di Stabilità. E da Bce doccia fredda", ansa.it
(https://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2014/03/13/Bce-inflazione-bassa-lungo-pronti-agire_10224426.html)

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