Magazine Cinema

Estetica ed erotica, o pittura per un suono povero: incontro a cura dell’associazione Terra d’Arte

Creato il 11 dicembre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
abiblio (logo Terra d'Arte) BASE

Estetica ed erotica, o pittura per un suono povero. Il seminario 2015-16

a cura di Terra d’Arte

Tavola per accordare lo spazio (pittura)
Le linee sono congiunzioni dell’invisibile, vibrazioni di un animismo che dispone i perimetri,  i bordi, la pelle di questi frammenti, verso la dichiarazione di un più del loro involucro, proprio come un’aura dialogante e rivelatrice dell’energia interiore, rivelatrice della volontà d’espansione verso quella libertà, che sola,  fa il mistero e la verità della pittura.
Oscar Piattella

Tavola per accordare lo spazio. Saggio critico (fotografia)
Michele Giacinto Bianchi

Sabato 12 dicembre dalle ore 17:00 alle ore 20:00 nell’Atelier Ballarati (via Trionfale 116 / via Premuda 1, 00195 Roma) prende avvio il seminario Estetica ed erotica, o pittura per un suono povero dell’associazione culturale Terra d’Arte tra le attività previste per il 2015 e 2016 con il sostegno della UNIPOP. Interverranno i curatori Michele Bianchi e Stefano Valente con una lezione sulle logiche rappresentative dell’arte alla luce della grande rilettura del Simposio di Platone effettuata da Jacques Lacan all’inizio degli anni Sessanta nel famoso seminario sull’amore di transfert. Il ciclo di incontri si propone di preparare alcuni dei materiali testuali e ideativi che costituiranno poi Esodo nell’invisibile, la mostra di Terra d’Arte prevista al Teatro dei Dioscuri per il 2016 (personale di Turi Sottile e allegati).

Tavola per accordare lo spazio

Tavola per accordare lo spazio

Tale ciclo proseguirà così il Ciclo di Conferenze e Corsi di Studi Seminariali Giù le mani dai bambini!! nella sua prevista seconda parte dedicata a Educazione e arte, anche questa a cura di Michele Bianchi e Stefano Valente (con la collaborazione di Delfina Ducci, Guglielmo G. Lagar, Emiliano Yuri Paolini, Stefano Ragni, Anna Rossi, Antonio Sagredo, Bob H. Salmi). Alle spalle del corso sta evidentemente la sua prima parte, Educazione e diritto, ma anche il Seminario di filosofia dell’inter-cultura di Michele Bianchi e Stefano Valente, il seminario Psicoanalisi del cinema. Cinema della psicoanalisi di Michele Bianchi ed Ernesto G. Laura a cura di Luca Biscontini e l’esperienza del Lungoconcerto per un pianoforte povero del maestro Stefano Ragni che ha avuto luogo questa estate in Assisi all’interno della mostra Pittura per un suono povero e accanto al quadro di Oscar Piattella ‘Tavola per accordare lo spazio’. Tavola per accordare lo spazio. Saggio critico è invece un’immagine che Michele Giacinto Bianchi presta alla copertina del seminario: la foto è stata realizzata a luglio in Cantiano, nell’atelier del pittore, durante un concerto di cicale.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Da Michele Bianchi
Inviato il 18 dicembre a 03:02

A ben vedere, nei dialoghi di Platone le esperienze dialettiche non si situano mai e in alcun modo in elementi rappresentabili dall’anima: esse, piuttosto, risultano interne alle facoltà stesse del soggetto, nel gioco polisemico delle sue facoltà (cognitive, recettive, immaginative: azione, passione, fantasia), e non inerenti ad una qualunque delle sue immagini, che piuttosto sanciscono la morte della scintilla dialettica in un prodotto di sintesi esangue e senz’anima. Parimenti, nell’arte non si tratterà mai di immagini proiettive (di un soggetto, di una macchina, di una natura, di una complessità informazionale, di un luogo identificabile secondo coordinate cartesiane, di un punto del pianeta Terra o proveniente da altri mondi, ecc.), ma di estetica, di bellezza (erotica). Al livello del logos, si ritrova perciò la stessa dimensione partecipativa del soggetto agli elementi dinamici del mondo che nell’esperienza erotica aveva portato Platone ad rigettare le opere d’arte come immagini, come obbiettivazioni della realtà.

Da Michele Bianchi
Inviato il 18 dicembre a 03:02

Pittura per un suono povero (Michele Bianchi e Stefano Valente).La mostra d’arte “Pittura per un suono povero” non vuole corrispondere in modo speculare all’appello contenuto dentro quella provocazione che è stato ed è aver scritto il “Manifesto per un suono povero”. Inoltre il suono povero non deve essere messo a tema, essendo qualcosa di impossibile da pensare. Tuttavia non tutto ciò che è impossibile per il pensiero risulta irrappresentabile per la pittura. Certo si deve trattare di una rappresentazione pittorica che dal suo stesso interno (quindi non in maniera didascalica) si apra all’irrappresentabile, mantenendo il senso vivo della impenetrabilità del mistero. Il mistero deve farsi visibile restando mistero. Ebbene gli artisti Oscar Piattella, Turi Sottile, Antonio Folichetti ed Emiliano Yuri Paolini hanno tentato (riuscendo!) non tanto a significare allegoricamente un irrappresentabile al di là della rappresentazione. Infatti questi artisti hanno messo in opera il richiamo reciproco di visibile ed invisibile, dove il visibile non si esaurisce nella rappresentazione di un oggetto, e dove l’invisibile non è un misterioso significato che stia dietro la rappresentazione. In questi artisti l’invisibile si presenta nel visibile eccedendolo, senza che il primo possa essere riassorbito nel secondo. Per riprendere una felice espressione di Turi Sottile si tratta di migrare al di là del visibile, nella speranza d’ottenere occhi nuovi capaci di percepire il mistero, sentirlo, patirlo. Il loro è un esodo dalla rappresentazione, capace di trasformare i quadri in paradossali icone ebraiche. “Esodo”, qui, è ciò che istituisce la differenza tra l’energia che trasfigura e quel che resta del visibile trasfigurato. Sentire, semplicemente (grazie a queste opere!) il dis-velarsi del mistero, nel luogo dove il mistero si rende visibile restando se stesso. Solo su questa base è possibile oggi sviluppare una critica a quelle immagini idolatriche che hanno la pretesa di ridurre tutto il mistero del mondo a rappresentazione. Le tele qui esposte sono tentativi (riusciti!) di aprire una soglia che più che attraversata, va abitata, percepita, sentita. Questa soglia è il suono povero, un suono che può essere, infatti, solo ascoltato. I dipinti in questione, che ad esso vogliono corrispondere, devono dis-chiudere quell’ambito d’udibilità che è lo spazio non geometrico - facendo nostre le parole di Oscar Piattella - per il suo risuonare; spazio divaricato pronto ad accoglierlo. Questa soglia è un altro nome di quell’altissima povertà francescana, a cui si innalzano e ci innalzano questi artisti, i quali la testimoniano con le loro opere. In esse, come nella persona di Francesco d’Assisi, coincidono miracolosamente humilitas e hilaritas!