Magazine Talenti

Estinzioni?

Da Unarosaverde

Questo blog si sta estinguendo. La mia immaginazione è coinvolta su altri fronti di scrittura e, a volte, mi pare di essere impegnata a cavar sangue dalle rape.Spremo e spremo ma le parole escono solo a fatica,  attorcigliate e pesanti.

I miei giorni, d’altro canto, scorrono tutti uguali: vi ho già cantato la bellezza dei miei luoghi, la ripetitività del mio lavoro, i miei incantamenti letterari, le mie fisse, i miei viaggi per il mondo, le mie imprese donchisciottesche nelle quali mi imbarco  con la speranza di tener attivo il cervello.

Che vi posso raccontare di altro? Le vite, a voler guardare bene, si assomigliano tutte: c’è chi ce l’ha piena di gioia, chi di dolore, chi di buona sorte e chi di sfortuna ma ognuno di noi si può specchiare in molte esistenze altrui, anche se preferiamo pensare di essere speciali.

Mi inventerò qualcosa, qualche mirabolante fatto immaginario, qualche personaggio totalmente inventato che mi faccia da alter ego e scriva cose che non scriverei e viva avventure che accadono solo nei miei sogni. Oppure continuerò così, con la mia piccola vita.

Ci sto pensando. Ci state pensando anche voi mi pare: tanti di quelli che hanno aperto un blog nel mio stesso periodo e che ancora fanno parte delle mie letture abitudinarie stanno diventando silenziosi. La frequenza di scrittura si è ridotta, i commenti e gli scambi pure, i miei feed rss sono sparuti o spariti: quanto vive un blog di media? Siamo solo andati in vacanza e poi torneremo più belli di prima? O stiamo navigando verso altre forme di vita?

Buon lunedi a tutti: oggi è iniziata un’altra settimana, le cime dei monti sono coperte di neve, c’è fervore negli uffici, ci sono proteste sulle piazze. C’è il sole  e la voglia di camminare, seppur zoppicando. C’è chi è malato e chi sta guarendo, c’è chi attende e chi sa già, c’è chi ancora lotta con se stesso e chi ha accettato, c’è chi corre come un treno e chi, per saggezza, si gode il mondo in pace, guardandolo con gli occhi della riconoscenza e dello stupore.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazine