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Etica a rischio

Creato il 27 maggio 2010 da Simonetta Frongia
Etica a rischioTutti siamo pronti ad usare le etichette di morale ed etico, spesso in sovrabbondanza, quasi a rendere più solido l'argomento. Se chiediamo a qualcuno qual'è la differenza, molti resterebbero senza parole: si sono limitati a ripetere la formula per abitudine o perché suona bene.Proviamo a fare una distinzione; l'etica attiene a una teoria o sistema che descrive ciò che è bene e, per estensione, ciò che è male. Morale designa le regole che ci dicono che cosa fare e che cosa non fare. La moralità divide le azioni in giuste ed inique.La morale ha a che fare con l'esistenza personale: qual'è il comportamento appropriato in occasione di un colloquio di lavoro o ad una cena importante? E' un crimine portarsi a casa dall'ufficio, una risma di carta per i propri figli? L'etica è più incentrata sulla teoria: come giudicare reati amministrativi da un lato e crimini violenti dall'altro? Quale criterio dobbiamo utilizzare, ad esempio, per stilare una lista di chi ha urgenza di un trapianto nel momento che la domanda supera l'offerta? La morale è l'insieme delle regole secondo le quali vivere; l'etica, il sistema che genera quelle regole. L'etica riguarda la teoria, la morale la prassi. Il nostro personale sistema filosofico avrà massima solidità se connettiamo adeguatamente l'una all'altra. Se sappiamo cosa è bene o male, saremmo in grado di stabilire ciò che è giusto da ciò che è iniquo. Dobbiamo avere una cognizione delle nostre azioni, pesare i pro e i contro, trovare un modo di ragionare in termini morali le nostre prospettive. Naturalmente potremmo anche in modo “razionale” giustificare ogni nostra idea pur di adeguarla al nostro progetto (“nessuno lo scoprirà”; nessuno è perfetto; Dio mi perdonerà). Giustificazione che viene proiettata al di fuori del nostro essere, ma che esige una considerazione più attenta ed una base più solida. La sfida consiste proprio nell'avere un sistema etico personale e funzionale dal quale attingere le nostre direttive morali. Naturalmente per far questo dovremmo avere una nostra idea di bene e di male;i filosofi da sempre si interrogano su questo, e non è certo questa la sede per le divagazioni storiche. Basti qui accennare solo alla contrapposizione tra due grandi del pensiero Platone ed Hobbes, dove Platone afferma che l'uomo è tendenzialmente portato a conoscere il bene e quindi a farlo, mentre Hobbes afferma che non esiste un essenza universale del bene; bene e male sono soltanto etichette di cui ci serviamo per descrivere le nostre preferenze o antipatie. Il Tao insegna che possiamo riconoscere il bene solo se lo confrontiamo con il male.Perché essere buoni, morali o etici? Perché preoccuparci del giusto o dell'iniquo? Tutto risulta se ti iscrivi a una religione che stabilisce per te cosa sia giusto o meno, perché la fonte di tutto è Dio e non può essere messa in dubbio la sua autorità. Anche la scienza ha un suo sistema etico, dove il Dio viene sostituito dall'idea evoluzionistica del nostro comportamento, per comprovare che il comportamento accettabile è favorito dalla selezione naturale, mentre il cattivo comportamento ne è sfavorito. Saremmo così in grado di distinguere i cristiani dai nazisti studiando il loro DNA. Questo è certamente non potrà rispondere al quesito sulla differenza tra ciò che è buono per noi e ciò che è buono in senso ideale. Scienza e religione contengono entrambe schegge di verità morale.“Che cosa è Bene” il più vecchio interrogativo della filosofia. Quella occidentale ci offre almeno tre modi per rispondere: naturalismo, anti naturalismo, etica della virtù. Ciascuno si presenta in più varianti.Il nostro sistema di credenze è composto da molti insiemi di credenze appartenenti a una gamma di categorie: religione, politica, estetica, credenze dei nostri genitori, colleghi, amici. Ciascun insieme è una collezione di premesse che consideriamo vere e di argomenti che riteniamo validi, sebbene esperienza e ragione possano in qualsiasi momento modificare ciascuno di questi elementi. Questi insiemi spesso coesistono a fatica, e conflitti consci possono insorgere quando una premessa considerata vera in un insieme di credenze sia in contrapposizione con una premessa considerata vera in una altro insieme di credenze. Se non abbiamo ancora elaborato un soddisfacente sistema personale di etica, è segno che bisogna farlo, e se lo abbiamo già fatto dobbiamo, invece, non lasciarci scoraggiare dai conflitti, e affrontare i problemi caso per caso. L'importante è che in un mondo alla deriva noi siamo almeno certi di avere dei nostri valori personali, una nostra Weltanschauung ossia una nostra visione del mondo, una nostra filosofia di vita che sia coerente, che non danneggi l'altro, e che si liberi del personale egoismo, solo così facendo riusciremmo a ritrovare la giusta rotta nelle relazioni, nel lavoro, nell'insegnamento. Insegniamo ai ragazzi a pensare con la loro testa a trovare il loro personale mondo di valori etico-morali, dopotutto abbiamo oramai appurato che l'attuale mondo di valori adulto è in crisi, i nostri sistemi politici, economici, scolastici, lavorativi hanno dimenticato cosa sia l'etica e chi lo fa viene considerato “strano”. A lavoro si ruba lo stipendio, la carta, le penne, il toner per la stampante, si parla male del collega per prendere il suo posto. In politica si sgomita, ci si azzuffa, ci si infanga, si sprecano i soldi dei contribuenti.A scuola gli insegnanti non svolgono appieno il loro lavoro, e gli studenti ascoltano l'Ipod, copiano, attivano comportamenti da bulli; ma soprattuto in tutti i campi si dimentica di cercare di fare il proprio dovere in maniera etica, se la filosofia non venisse insegnata solo come un insieme di idee, ma se si ricordasse che il fine della filosofia è eminentemente pratico, allora ognuno imparerebbe prima a rispondere alla domanda “Chi sono Io?”, dopodiché ognuno cercherebbe un proprio modo per rispondere all'altra domanda cardine della storia del pensiero “ Cosa è il Bene? Cosa è il Male?”, al che ognuno cercherebbe una risposta confrontandosi anche con gli altri e ognuno imparerebbe, poi, a metterla in pratica.Ecco perché ritengo che in questa fase di crisi dell'etica, la scuola e le istituzioni tutte abbiano un ruolo fondamentale, nella riscrizione dei valori fondamentali da perseguire, e in quanto tali di insegnarli e tramandarli alle generazioni future.Simonetta FrongiaPubblicato in versione ridotta sul periodico on line MoCa press del Maggio 2010

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