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Etica ed Estetica

Creato il 22 febbraio 2012 da Upilmagazine @UpilMagazine

Parlare oggi di estetica senza far riferimento all'etica non ha alcun senso.
Premetto: sono Andrea Novembre figlio di mobilieri e vivo l'estetica sin dall’infanzia. Nato alla fine degli anni ’60, io ed i miei coetanei siamo stati in un certo senso fortunati poiché siamo cresciuti nel periodo più' creativo e libero che la storia del design italiano abbia manifestato nel corso degli anni.
Lego la parola etica al concetto di estetica poiché, essendo osservatore attento delle evoluzioni di costume che si son sviluppate sino ad oggi, non posso prescindere e scindere i due concetti.
Siamo circondati sin dalla nostra nascita da fattori puramente estetici, ci muoviamo nello spazio come pesci in un acquario, non possiamo sfuggire a questa logica, siamo avvolti da una natura fortemente antropizzata, le città' vissute come estensione mentale del nostro immaginario, le case come il guscio in cui rinchiuderci e sentirci protetti dal mondo esterno.
Faccio queste premesse che sono la base del mio pensiero poiché siamo uomini dotati d’immaginazione e credo sia questo lo spunto da cui partire. Un disegno utopico più volte discusso in architettura attraverso varie e differenti forme di pensiero che fanno parte della nostra storia.
Oggi mi sento persona con una propria lucida visione dello spazio. E dico lucida perché il presente ci porta a vivere un periodo di assoluta presa di coscienza sui problemi legati ormai alla nostra stessa sopravvivenza.
Finito il periodo utopico, non si può far altro che scegliere un percorso. Che la vita sia fatta di scelte lo scopriamo sin dalla nostra infanzia, il prendere coscienza di ciò arriva con un pensiero maturo.
“HO POTUTO VEDER LONTANO PERCHE' ERO SEDUTO SULLE SPALLE DEI GIGANTI” e' una bellissima frase che estrapolo come metafora per racchiudere oggi il mio sentire l'architettura. I giganti sono la nostra storia, io sono la stratificazione di ciò che è il mio vissuto fisico-filmico-mentale-onirico. Da ciò non può che scaturire il mio solo punto di vista, che aggiunge un tassello o un frame a quello che è il nostro presente.
Dalle caverne ai grattacieli il minimo comune denominatore è l'uomo ed il suo modo di vivere gli spazi, di modificare la natura circostante, di renderla utile al suo vivere. Ma oggi forse abbiamo perso di vista ciò che è realmente indispensabile: il nostro pianeta. Le risorse di cui disponiamo non sono infinite. VIVI COME SE FOSSE IL TUO ULTIMO GIORNO, PENSA COME SE DOVESSI VIVERE PER SEMPRE, questa pur abusatissima frase è la logica da seguire nel percorso breve di permanenza sul pianeta Terra.
Etica ed estetica, concetti espressi in ogni dove, in ogni cultura, in ogni tempo. Anno 2011: dov'è l'etica e dove l'estetica, tra periferie urbane disumanizzanti, oggetti usa e getta, consumismo capitale come regola dell'estetica, assenza morale, numero come regola della valenza di un prodotto, logica impersonale massificante. Dov'è l'uomo, dove lo ritrovi?
Non ho risposte ma mi rimane il pensiero, l'unica arma contro. Il mio ragionare, la propriocezione sono gli unici strumenti che ho per combattere, ri-presa di coscienza verso il mio trasformare il mondo, il mio volerlo cambiare. E dunque il “cogito ergo sum” diventa “sum ergo cogito”. Mi metto davanti al mio pensiero ed agisco secondo quelle che sono le mie possibilità'.
Non rimandare ad altri, sii tu ad agire, non lamentarti, sii tu a cambiare te stesso,non lamentiamoci che quel che ci circonda è brutto, che la società che viviamo è triste. Siamo noi la società, siamo noi a dover cambiare noi stessi per cambiare il mondo che ci circonda.
L'estetica e' una forma di comunicazione, chi ha detto che l'abito non fa il monaco? Concetto che andava bene 50 anni fa, forse. Oggi viviamo velocemente: comunicazione rapida, informazione immediata, tempo zero. In pochi secondi con il solo nostro apparire trasmettiamo modi di pensare, trasmettiamo emozioni, siamo e facciamo estetica.


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