In questo scenario l'unica opposizione consistente resta quella del M5S. Il movimento di Grillo e Casaleggio è rimasto sopra al 20% e questo certifica che si tratta di una forza politica ormai radicata nel panorama politico. Ma le buone notizie per i pentastellati si fermano qui: la forbice che li separa dal Pd (che ha preso il doppio dei voti) fotografa l'esito disastroso di questa tornata elettorale. Gli errori sono stati tanti e coinvolgono l'intero movimento, dalla base ai vertici. Gli elettori grillini, tanto per cominciare: alcuni di loro, evidentemente troppo impegnati a twittare #vinciamonoi, devono essersi dimenticati di andare a votare. Altri ancora forse erano grillini solo sul web: c'è una precisa categoria di persone a cui piace credersi e fingersi alternativi, antisistema. Poi, alla prova dei fatti, la croce la mettono dove davvero li porta il cuore, oppure non vanno proprio a votare perchè tanto non serve a niente: è più appagante sbraitare su internet, cercando di imitare Beppe Grillo. Non si rendono conto che a metterla bene sembrano dei Martufello dopati. Di questi "sostenitori" il M5S può fare serenamente a meno, anzi: si spera che questa sberla elettorale possa allontanare definitivamente questi esaltati che in fondo sono quelli che ci credono meno: al movimento arrecano parecchi danni senza portare un grammo di utilità.
E poi ci sono i vertici. Ho scritto a più riprese che certi toni e certe trovate di Grillo non mi piacevano: la foto di Auschwitz, alcune espulsioni troppo frettolose, le troppe urla in un paese - che piaccia o meno - moderato e anziano, non solo anagraficamente. E poi la ciliegina sulla torta: i continui attacchi ai giornalisti, culminati con l'idea strampalata del processo sul web. Tanti giornalisti non conoscono l'obiettività, è vero; il M5S è stato massacrato spesso ingiustamente dagli organi di informazione, è vero. Ma proporre di giudicare i giornalisti sulla pubblica piazza virtuale, proprio nell'Italia che dodici anni fa ha dovuto fare i conti con l'editto bulgaro di Berlusconi è stata una mossa dilettantesca e comunque sbagliata.I Cinque Stelle non sono finiti e certamente Grillo non farà un passo indietro. Dovrà però ripensare attentamente le sue strategie: gli strali non pagano, è necessario parlare di politica senza strepiti e senza minacce. Se Grillo non è in grado di farlo, ci sono ottimi parlamentari come Di Battista, Di Maio o Morra che possono aiutare il movimento ad inaugurare una fase nuova, più matura. Nei prossimi mesi ci sarà più che mai bisogno di una vera opposizione e in questo marasma la presenza del M5S sarà fondamentale, a condizione che sappia cambiare passo.