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Europei pessimi figli di Troika

Creato il 03 luglio 2015 da Postik @postikitalia

Europei pessimi figli di Troika

Sulle varie reazioni al referendum in Grecia troppe cose non tornano. Non essendo un complottista con manie di persecuzione e non sapendo né leggere e né scrivere su questioni che riguardano decine e decine di miliardate di euro inizio a pensare che in Europa abbiamo a che fare con degli incapaci.

Non a caso da queste parti ci è stato appioppato Padoan che, come Attila, non ha fatto crescere più fili d’erba in Argentina e Grecia quando ci ha lavorato su.

Nonostante i mercati siano letteralmente nel panico, dai colossi della finanza e dai vari stati dell’Unione spuntano solo voci rassicuranti: gli istituti bancari non fanno che dirci che la Grecia rappresenta solo il 2,5% del Pil europeo, una quisquiglia insomma.

Secondo Hollande l’economia francese è più solida di quattro anni fa, quindi una possibile defezione della Grecia non sarebbe un problema.

Dello stesso avviso è il nostro Renzi che, in bella mostra con la bandiera Europea alle spalle, ci dice che la Grecia non uscirà ma se dovesse accadere non sarebbe una grossa perdita, anche se l’Italia ha circa 37 miliardi di euro impegnati per la Grecia, 10 o poco più direttamente (sono bruscolini infatti) e 27 circa come fondo di garanzia che “in teoria” non verrebbero persi.

La Merckel è la più serena di tutti: la teutonica sta bella spaparanzata con i popcorn e gli occhiali 3d a vedere come va a finire la comica ellenica senza muovere un dito.

Tanto rumore per nulla allora?

Però a questo punto una domanda sorge spontanea: se – come ci dicono tutti questi geniacci – con o senza Grecia le cose non cambiano più di tanto perché sotto sotto stanno tutti sulle spine? Qualcosa non torna!

A questo punto due sono le opzioni: o i nostri leader e i capoccioni finanziari dell’Ue e del fondo monetario non sanno  dove andare a parare e ci stanno coglionando … o siamo governati da depressi reattivi cronici con episodi gravissimi di attacchi d’ansia e di panico. La seconda ipotesi l’ho mossa solo per beneficio d’inventario.

Veniamo ad una seconda incongruenza che consiste nel balletto schizofrenico di cifre astronomiche sempre sospettosamente tonde.

Secondo il Fondo Monetario per i prossimi tre anni alla Grecia servono 50 o, secondo altre fonti, 60 miliardi di euro. 50 o 60 miliardi? La forbice di dieci miliardi è secondo molti solo un “impercettibile” arrotondamento o cosa?

Qualcuno potrebbe delucidarci sulla cifra esatta cortesemente?

Sapete com’è non è perché uno non si fida, sarebbero soldi di tutti. Dieci miliardi sono quasi un terzo della nostra manovra economica … mica pizze e fichi? I miliardi di euro hanno talmente tanti zeri che non puoi pronunciarli senza prendere fiato.

Non è che quando chiediamo il conto in un ristorante ci arriva un cameriere che ci dice: “mhhh facciamo 100 euro! Anzi no, arrotondiamo a 135 o 150 faccia lei!”. Certo è che se ci trovassimo in quel ristorante saremmo giustamente tentati dal dare fuoco al cameriere e ai proprietari, ma chissà come mai quando l’Europa ci spara cifre colossali noi continuiamo beatamente a rintronarci di video di gattini che ballano il Tuca Tuca mentre un pastore maremmano canta con la voce di Pavarotti.

Forse perché toglierci soldi che non abbiamo visto e non vedremo mai – spalmati in modo indiscriminato sulla popolazione del continente – contano meno di quelli che abbiamo fisicamente in tasca?   

Anche qui il dubbio che abbiamo a che fare con dei ragionieri bocciati anche alla scuola radioelettra che giocano a fare collanine di perline col grano degli altri in una clinica psichiatrica di Bruxelles ti viene.

Ed infine il caso Grecia mette in evidenza l’elemento più paradossale di tutti; infatti il FMI avverte che nel migiore dei casi l’iniezione di liquidi (50 o 60 miliardi di euro ripeto) non produrrà effetti di crescita sino al 2030!

Anche qui i dubbi dovrebbero attanagliarci: se la Grecia dopo tre salvataggi e vari governi made in Troika – senza contare la selvaggia speculazione di titoli greci da parte di Francia e Germania del 2011 – non vedrà un po’ di luce se non fra quindici anni, se anche l’Italia vede crescere il suo debito pubblico, nonostante il letterale “azzerbinamento” di Renzi a Bruxelles, allora tutti questi interventi da salasso a cosa servono? Non è che forse stiamo mettendo soldi in un pozzo senza fondo che non offre alcuna garanzia di ripresa? E’ forse probabile che un povero premio Nobel come Krugman ha ragione nel dire che l’Austerity ha fallito?

Non è forse meglio cominciare a dare ascolto a vari economisti di fama internazionale non sponsorizzati da voraci e ciechi colossi bancari che ci ripetono da anni che siamo in mano a degli emeriti e fallimentari incapaci?  Non è cattiveria, ci mancherebbe … ma i dubbi sorgono spontanei.

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tag: Troika, Grecia, Eu, Fmi, Bce, Krugman, Renzi, referendum, referendum Grecia, Stiglitz, Austerity, Austerità


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