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F1 Storia: 30 anni fa la scomparsa di Stefan Bellof

Da Tony77g @antoniogranato

Luca SarperoF1Sport.it

1 settembre 2015 – Sono passati 30 anni. Un terzo quasi di secolo dalla scomparsa di colui che aveva tutta l’aria di essere un premonitore di quello che sarebbe stato un dominio teutonico in Formula 1. Stefan Bellof: colui che poteva diventare il primo tedesco campione del mondo di Formula 1. 

E’ forse la ferita più aperta e profonda di sempre. Quell’incisione nella carne di un nostalgico del motorsport che mai si sanerà. Una domanda che comprime le meningi perchè non ha risposta: che Formula 1 sarebbe stata con Bellof in un top team? Quanti mondiali avrebbe Senna? Quanti Prost, Mansell, Piquet? Micheal Schumacher sarebbe il secondo tedesco a fregiarsi di un iride mondiale? Incognite vane, magari anche un pò superficiali, ma che hanno un fondamento bello saldo. Si, perchè Bellof non era un pilota qualsiasi, ma aveva il sangue carico di talento e coraggio. Un talento che l’avrebbe portato lontano da dove è arrivato prima che quel maledetto pomeriggio di trent’anni fa un incidente spaventoso all’Eau Rouge imponesse uno stop netto alla sua carriera e alla sua vita.

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6’11”130 : Tre numeri per Stefan Bellof. Tre numeri che presi per conto loro non vogliono dire nulla, ma che se accomunati al Nurburgring fanno leggenda. Nell “inferno verde”, Bellof scrive per sempre il suo nome sugli almanacchi segnando un tempo che ancora oggi rimane ben lontano dall’essere battuto. E’ il 1983, Bellof di anni ne ha 26. Prima di arrivare li, aveva già stupito tutti sui Kart, poi in Formula 2 e Formula 3, facendo innamorare, sportivamente parlando, uno come Willy Maurer. Era arrivato nelle sport prototipi già nel 1982, attirando su di se l’attenzione della Rothmans che lo mise sotto contratto e gli diede la possibilità, sfruttata benissimo, di salire sulle Porsche ufficiali. Con una 956, Bellof si prende, appunto, il record sia in qualifica che in gara (6’28”) sul “Gruene Hoelle” e nel 1984 si laurea campione del mondo. La Rothmans che tanto gli aveva dato, però, altrettanto gli toglie. Bellof svolge alcuni test con la Mclaren e Ron Dennis darebbe all’asso tedesco pure un volante. Peccato che si oppone alla cosa la stessa Rothmans, che andrebbe in contrasto con l’amplissima sponsorizzazione Marlboro applicata alle Mp4\2. Nella stessa sessione di test, guidava un giovane ventitreenne brasiliano, campione inglese di F3, dal futuro promettente e dallo sguardo malinconico. Si chiama Ayrton Senna, e le loro potevano davvero essere carriere da vivere in parallelo.

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Bellof – Senna, uguali ma diversi: Se i due si stimassero, si odiassero o semplicemente non si filassero proprio, non è dato a sapersi. Ma Bellof e Senna hanno tanti punti in comune quanto opposti paralleli. Prendi le sport prototipo, per esempio: Bellof ci corre e ci vince con scioltezza; Senna, pare, abbia fatto un test e poi se ne sia andato snobbando tutto e tutti. Questi squali del catrame che viaggiano a più di trecento all’ora con i cerchi lenticolari e gli alettoni grossi come panchine non l’attizzano. Oddio, in quel test andò forte, ma non è scattata la scintilla. E vogliamo parlare delle donne? Senna preferisce amarne svariate per non avere rimorsi, Bellof invece è monogamo con Angelika, la fidanzatina del liceo, e non mostra cedimento manco di fronte alle ombrelline Marlboro. Uguali ma diversi. Diversi in donne e amore per le ruote coperte, uguali quando il casco si bagna per la pioggia. Bellof salta in F1 sulla Tyrrel, Senna debutta con la Toleman e a Montecarlo, nel 1984, fanno vedere i sorci verdi a tutti con una rimonta da antologia delle corse. Senna umilia Lauda con un sorpasso sul traguardo, Bellof prende ogni santissima volta la Portier con un sovrasterzo di potenza controllato millemetricamente e per passare Renè Arnoux butta anche due ruote sul marciapiede al Mirabeu. Alla fine la gara viene interrotta e si fermeranno rispettivamente al secondo e terzo posto. Peccato. Peccato pure quando la Tyrrel viene sorpresa, a Detroit, a correre sottopeso per poi ritornare in regola inserendo pallini di piombo nei serbatoi di raffreddamento a gara finita. Morale: squalifica per tutte e due le Tyrrell con l’azzeramento di tutti i risultati conseguiti fino a quella gara. Compresa l’impresa monegasca. L’anno dopo, Bellof è di nuovo in Tyrrell. Il boscaiolo non si vuole lasciare sfuggire il talento tedesco, conscio che mentre il mondo guarda Senna lui può cullare, e far fruttare, la sua guida coraggiosa. La Tyrrell, però, monta ancora i vecchi aspirati Ford DFY; un handicap non da poco nel momento di boom dei motori Turbo. Bellof ottiene però 4 punti (uno in Portogallo sul bagnato e tre negli Usa) tutti in rimonta, dimostrandosi terribile in gara quanto maledettamente impossibilitato a competere in qualifica. In Germania, finalmente, arrivano anche per lui i motori Renault Turbo e anche, si dice, un pre contratto con la Ferrari per il 1986. Prima, però, c’è da lottare nel mondiale sport prototipi.

F1 Storia: 30 anni fa la scomparsa di Stefan Bellof
Fine di un sogno: E’ il primo settembre 1985. Si corre la 1000Km di Spa – Francorchamps, settima prova del mondiale sport prototipi. Le Porsche sono sempre le favorite e la gara vive nell’entusiasmante duello tra la 956B del Team Brun affidata alla coppia Bellof-Boutsen e la 962C ufficiale Rothmans guidata dall’esperta coppia Ickx – Mass. Al giro 73, Mass e Boutsen lasciano le vetture ai rispettivi compagni più blasonati, che rientrano in pista separati da solo cinque secondi. In due giri, un indiavolato Bellof colma il gap e inizia subito ad attaccare Ickx che deve dar fondo a tutta la sua esperienza per resistergli. Al giro numero 77, i due escono dalla Source e si lanciano verso il traguardo (all’epoca si trovava nel rettilineo opposto a quello da dove scattavano le F1) con Bellof vicinissimo a Ickx. “Monsieur Le Mans” imposta la Eau Rouge allargando verso destra, per poi chiudere a sinistra sfruttando tutta la velocità possibile ed è proprio in questo frangente che accade l’irreparabile. Bellof tenta di affiancare Ickx proprio all’Eau Rouge. Ickx non si avvede della presenza della 956B e le due Porsche entrano in contatto. La 962C numero 1 compie un testacoda e finisce, per fortuna con il posteriore, contro le barriere con Ickx che scende incolume dall’abitacolo. La 956B, purtroppo, vira perpendicolarmente verso il guard rail, lo sfonda, e si schianta ad una velocità superiore ai 240Km\h contro un muro di cemento. L’impatto è devastante. La parte anteriore della Porsche è praticamente spazzata via. Bellof viene immediatamente soccorso, ma ci vogliono quasi 10 minuti per estrarlo dall’abitacolo con i paramedici che operano il massaggio cardiaco mentre i marshall cercano di piegare le lamiere il più velocemente possibile. Bellof viene caricato su un’ambulanza che lo porta all’ospedale di Stavelot dove, però, arriverà già privo di vita.

Pryce, Williamson, Cevert, Brise e tanti altri ancora. Non c’è solo Bellof nella “crying list” dei talenti inespressi in Formula 1. “Stibbich” , per gli amici, è colui che ci lascia di più un senso di tristezza. Le corse degli anni ’90 sarebbero stata un’altra cosa. Maurer lo vedeva come campione del mondo in F1 “prima o dopo”, e se lo dice lui c’è davvero da fidarsi.

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