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F1 | Webber: “La F1 di oggi non è la vera F1″

Da Tony77g @antoniogranato

Pietro SacconeF1Sport.it

20 novembre 2014 – Dichiarazioni importanti dell’esperto pilota australiano sulla situazione della F1 odierna.

Nel prossimo weekend si chiuderà la prima stagione dal 2001 senza il veterano Mark Webber (nove vittorie in F1 tutte su Red Bull). L’australiano ha espresso il suo parere sulla “nuova F1″, quella dei V6 turbo e della crisi economica che sta mettendo in ginocchio i piccoli team.

Non è la Formula Uno a cui eravamo  tutti abituati. Devo anche dire che ci sono cose prioritarie in F1 al momento, che vanno oltre le gare. Sto parlando della prosperità dell’intero movimento”

Questo è un momento critico per la F1. I nuovi regolamenti hanno cambiato molto le gare e le abitudini di guida dei piloti, oltre a vedere in piena crisi alcuni team (la Marussia ha già chiuso i battenti).

Guardate Kimi Raikkonen: questo non è automobilismo. Lui è lì per guidare auto al limite, vuole fare questo, spingere ogni giro di più. Questo è l’automobilismo. Non poterlo fare è umiliante. Kimi  è completamente frustrato

Il riferimento di Mark Webber è chiaramente al ‘nuovo’ modo di interpretare il ruolo di pilota. Meno spazio per spingere al massimo, più attenzione a gestione delle gomme, delle batterie in frenata, del consumo di carburante, quasi che chi guida debba eseguire ciò che viene suggerito dal box. In realtà un buono spazio per il pilota che si sa adattare alla nuova tipologia di vettura c’è, ma è innegabile che queste monoposto abbiano inciso parecchio sui valori anche della classifica piloti, soprattutto ad inizio stagione.

Webber ne ha, come peraltro molti, anche per Bernie Ecclestone.

“E’ molto interessante che abbia detto che non ha bisogno di un pubblico giovane, quando sono proprio i giovani che potranno portare entusiasmo e soldi nella F1. Questo sport sta perdendo fascino, le regole sono confuse  e la gente si allontana”

Nel 2015 esordirà in pista Max Verstappen, il primo minorenne che guiderà nei GP. Webber è scettico:

“Non sono sicuro che se la gente vuole pagare 400 euro per un biglietto per vedere un diciassettenne. Abbiamo avuto altri casi, come Fernando o Kimi, ma erano i primi casi di piloti così giovani, casi molto speciali e le auto di allora molto più difficili da guidare, soprattutto fisicamente. La probabilità di fallimento era molto maggiore“.

Il 38enne ex Red Bull prosegue la sua critica verso la F1 odierna, che ritiene una categoria in forte calo, non più così “regina” tra le auto a ruote scoperte:

“E’ quasi imbarazzante che quando una macchina di F1 esce dai box è come una GP2 leggermente più forte. Non è la F1 a cui ci eravamo tutti abituati negli anni passati!” 

A Webber non manca la F1:

“E’ un paio di mesi che non guardo un GP intero, sinceramente. Dopo il Brasile ero in macchina ad ascoltare la radio, e l’85 per cento di quello che veniva raccontato riguardava le gomme. E’ frustrante non solo per i piloti, ma anche per i tifosi. Il DRS poi è imbarazzante. E’ tutto così diverso dalla metà degli anni 2000. Lo sviluppo degli ultimi anni non è stato sicuramente favorevole per la gente che segue questo sport.

Quattro pit-stop in una gara, ma cos’è?  Alcuni piloti poi pagano per correre, mentre dovremmo avere i migliori piloti in F1, perchè alcuni team non possono permettersi di restare in piedi da soli ed hanno bisogno di 400.000 euro per un solo giorno di test”

drs-circuito-barcellona-gp-spagna-f1-2012C’è molta amarezza nelle parole di Webber, il che fa pensare che in realtà ci sia da parte sua un certo fastidio a non avere un posto in F1.
Ci sono grandi verità, comunque, in quanto dice l’australiano. Molti cambiamenti hanno tolto spazio ai duelli corpo a corpo tra i piloti, che con il DRS attaccano con facilità e perdono armi per la difesa. Le nuove centraline elettroniche hanno cambiato molto lo stile di guida, alcuni piloti (Vettel su tutti) hanno sofferto molto il nuovo sistema di frenata, che aiuta la batteria a ricaricarsi ma fa “sentire” meno il momento della frenata stessa. La politica di Bernie Ecclestone ha messo in crisi i team meno ricchi e parte della gente è perplessa. La stessa regola dei punti doppi per l’ultima gara ha alterato gli equilibri del campionato e non è piaciuta a nessuno, team inclusi.

Insomma, nonostante i proclama di Ecclestone di voler restare solo alla guida del circus, ci sono punti da rivedere con la collaborazione dei team. Il tutto al solo scopo di riportare entusiasmo all’interno del movimento F1.

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