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Fabio Fazio: sepolto

Creato il 23 gennaio 2013 da Idispacci @IDispacci
23 gennaio 2013 by

fassChe fine ha fatto quel geniale giovanotto che quasi vent’anni fa portava in Italia designer giapponesi ridolini, ridisegnando il bar sport televisivo con “Quelli che il calcio”? Dov’è? Quale destino per lo scopritore di senegalesi islamici moderati ma jihadisti duri e puri per 90’ alla settimana? È sepolto, sotto le macerie della militanza e della naftalina. E lunedì 21 gennaio, sempre che ce ne fosse bisogno, ne è arrivata l’ennesima conferma, quando Fabio Fazio – è di lui che si parla – ha omaggiato Giorgio Gaber con una prima serata in sé benfatta. Un altro passo verso la mummificazione dell’eterno estasiato – ogni ospite del suo salotto è la Madonna che appare – della televisione italiana. Un processo naturalmente legato alle tante mandate di “Che tempo che fa” e accelerato dalla recente e piombata esperienza di “Vieni via con me”. Il “Quelli che il calcio” di cui Fazio era umile e azzeccato Gran Maestro è un ricordo lontano. Fu una stagione eroica, lunga qualche anno, con protagonisti indimenticabili e circensi. E giocata quasi tutta al maschile – eccezion fatta per l’ibrido Suor Paola – come si conviene a una cerimonia pallonara: non maschilista, ma da pantaloni, dai.

C’è tanta nostalgia per quel piccolo mecenate e il suo miracolo televisivo costruito sulle note, la raucedine e lo spirito di Enzo Jannacci. La relativamente giovane età del Fazio attuale (classe ’64), per di più, dà la possibilità al nostro di coltivare ancora a lungo la sua beatificazione. In barba a chi lo ha amato per il Van Goof, quando tanti suoi attuali fedeli, all’epoca, saltavano a piè pari QCC per non inciampare sul pallone.


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