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Fabio Volo: Generazione Svelata

Creato il 25 luglio 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Fabio Volo: Generazione SvelataDopo i successi ottenuti con “Le Iene”, e prima di quelli successivi ed eclatanti con i vari reality su MTV e al cinema, Fabio Volo nel 2001 ha inaugurato una nuova attività di grande successo, quella di scrittore di vaglia. È di quell’anno, infatti, il suo esordio letterario con “Esco a fare due passi”, un testo, autobiografico?!, scritto nella forma di lettera al sé stesso di cinque anni dopo. Nico, dj di successo in una radio importante, è chiamato a prendere una decisione difficile sul suo futuro professionale che porterà inevitabilmente ad una serie di conseguenze a cascata su tutti i suoi giorni a venire. Ecco dunque l’escamotage “letterario” di auto-indirizzarsi una missiva in cui, senza peli sulla lingua e scavando nel suo intimo, esamina tutta la sua vita in modo brutale, talvolta volgare, ma indubbiamente incisivo. Scopriamo così tra un aneddoto e l’altro, come Nico rappresenti al meglio la categoria dei famigerati “bamboccioni”. Alla soglia dei trent’anni, vive difatti un’esistenza spensierata, dall’esterno invidiabile e felice, ma in realtà piena di dubbi ed insicurezze, più o meno celate. Ne esce fuori il ritratto di un novello Peter Pan, profondamente immaturo, una sorta di eterno adolescente intrappolato in una vita da adulto, che si ostina a non voler crescere. Con la disarmante e spudorata innocenza d’un bambino, Nico, senza alcuna inibizione, e nulla tacendo o velando, ci accompagna in un divertente viaggio alla scoperta dei giovani del terzo millennio.

Fabio Volo: Generazione Svelata

Ponendo irrimediabilmente se stesso al centro dell’Universo, il protagonista ci parla con naturalezza e semplicità, senza falsi pudori o moralismi, del suo rapporto con gli amici, con le donne, con l’autoerotismo, con le canne, con la musica, ma soprattutto con il mondo di convenzioni e certezze reali o presunte che lo circondano. Il risultato è un quadro che, pur concedendo molto ai potenziali lettori ed alle mode del momento, riesce a mettere a nudo la parte di noi che teniamo ben celata, ma che immediatamente riconosciamo come nostra scorrendo tra le pagine del libro. Sicuramente non siamo di fronte ad un capolavoro, e neppure ad un’opera di letteratura con la L maiuscola, ma ci troviamo tra le mani uno di quei libri che, gratificati da uno stile scorrevole e coinvolgente, schietto e crudo, divengono quasi “naturalmente” dei veri cult per le generazioni cui si rivolgono e che li leggono. In confidenza neppure io sono rimasto indifferente a questo trattato di “filosofia vivendi” in cui molto mi son ritrovato e che mi ha fatto riflettere, e, sotto l’ombrellone, all’arsura dei 40 gradi di un paio di pomeriggi riminesi, non è stata impresa da poco…


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