Magazine Animazione
Trama semiseriaDa piccoli tendiamo a credere a delle cose assurde: a Babbo Natale, al catechismo, alla Bibbia e al fatto che i nostri giocattoli abbiano una vita propria e si animino quando non li vediamo. Se crescendo ci rendiamo conto di come alcune cose non abbiano davvero alcun senso, altre invece si rivelano essere assolutamente vere: i giocattoli ad esempio hanno una vita davvero pazzesca e piena di avventure quando non li guardiamo, hanno fatto 2 film documentario che ben lo testimoniano e questo è il terzo.
Recensione cannibaleCi sono un sacco di persone che giudicano “Capolavoro” qualunque cosa faccia la Pixar. Io non sono uno di loro. Un po’ perché alcuni loro film sono delle cagate immani: Gli Incredibili ad esempio nulla mi toglie dalla testa che sia una delle peggiori pellicole mai girate, e non solo nell’ambito dell’animazione, anche se la mia percezione può essere stata alterata dal fatto che il giorno precedente avessi visto Donnie Darko, quello sì Capolavoro vero, e quindi qualsiasi cosa avessi visto dopo mi sarebbe sembrata pessima. Però Gli Incredibili è davvero terribile.Altri film sono invece ottimi a tratti ma complessivamente non mi sembrano affatto impeccabili.I primi minuti di Up sono poesia pura, magia assoluta, si librano nel cielo con una grazia infinita. Però il resto non è certo su quel livello, come ad esempio tutta la parte avventurosa che sa di già visto anche per un bambino di 5 anni e un sacco di inseguimenti inutili che sembrano essere stati aggiunti giusto per allungare il minutaggio e fare felice magari il pubblico dei più piccoli (che poi ai bambini piaceranno davvero ‘ste scene rocambolesche o le apprezzeranno più che altro i papà nostalgici degli action vecchio stile?). Anche Wall-E è un altro film che alterna momenti sublimi a un sacco di parti noiose e inutili. Posso insomma avanzare una critica che alcuni (ma non certo io) rivolgono invece ai film di Sofia Coppola: sarebbero dei capolavori se fossero dei corti, ma come lungometraggi rimangono belli ma non stupendi.
Riguardo ai vecchi Toy Story, il primo episodio mi era sembrato carino ma nulla più (vedi mia vecchia recensione), complici anche le canzoni insopportabili di Randy Newman (che in italiano poi sono davvero atroci). Questo contributo filmato dei Griffin penso renda bene l’odiosità del suo stile.
Vezi <a href="http://www.220.ro/desene-animate/Family-Guy-Randy-Newman/O4pfCdxLrx/" target="_blank">Family Guy Randy Newman</a> pe <a href="http://www.220.ro/" target="_blank">220.ro</a>
Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa è poi un sequel poco riuscito: riprende le tematiche del primo senza nuove idee e ho fatto fatica ad arrivare alla fine senza addormentarmi in continuazione.Arrivando infine a Toy Story 3 - La grande fuga, l’unico nominato agli Oscar di miglior film di cui non avevo ancora parlato, la prima parte mi sembra un po’ sulla falsa riga del numero 2, poi per fortuna la storia decolla e il merito per quanto mi riguarda lo do tutto (o quasi) all’orsetto Lots’o grandi abbracci: per me è il più grande cattivo nella storia della Pixar (dominata da troppi buoni per i miei gusti) nonché uno dei migliori nell’intera storia Disney, roba da competere con le regine malvagie delle vecchie fiabe pre-computer grafica. L’altro guizzo del film è il Buzz Lightyear in caliente versione spagnola, mentre per il resto ci sono dei momenti sì strappalacrime ma forse persino troppo ruffiani, come lo zuccheroso finale con il ragazzo che prima di partire per il college si mette a giocare con la bimbetta e i vecchi giocattoli, per la serie “ma nemmeno in un film di fantascienza, mia cara Disney”.
Un film quindi in pieno standard Pixar, con momenti molto belli ma anche diverse fasi di stallo. E come al solito qualcuno l’ha legittimamente definito un capolavoro. Per me l’unico fattore davvero X di questo film però è come detto Lots’o, in grado di far entrare nella saga dei giocattoli persino tematiche politiche e riflessioni sul controllo (che sia da parte di un orsetto tiranno o di un bambino-padrone), oltre ad essere un vero anti-eroe tragico, diventato cattivo fino al midollo perché l’amata padrona (sta pu**anella) l’ha abbandonato e rimpiazzato. Naturalmente, quei bas**rdi della Disney gli faranno fare una brutta fine, ed è questo il motivo per cui non riesco ad amare davvero fino in fondo i film Pixar e preferisco invece i prodotti Dreamworks (o almeno, solo alcuni, perché altri sono davvero mediocri).
È vero, tecnicamente saranno un po’ più grezzi, però perlomeno danno maggiore spazio a personaggi più anticonvenzionali e cattivi (e hanno colonne sonore migliori, a parte Up che svetta con le musiche di Michael Giacchino). I primi 2 episodi di Shrek, per quanto pure questi tutt’altro che perfetti e pieni di scene riempitivo, ci hanno infatti presentato un ribaltamento di ruoli e un personaggio rivoluzionario: senza il successo dell’orco verde è difficile immaginarsi l’arrivo di personaggi villain nel mondo mainstream come ad esempio il Dr. House, Jack Sparrow dei Pirati dei Caraibi o la Sue Sylvester di Glee (almeno quella perfida dei primi tempi). Una tendenza confermata da Dragon Trainer con il suo stralunato protagonista indie nerd che vive in un mondo di vichinghi a lui del tutto alieno. Nella lotta agli Oscar per il film d’animazione, Toy Story 3 vincerà al 200%, ma io la mia preferenza l’assegno all’improbabile cacciatore di draghi. Perlomeno spero però che a ritirare il premio per la Pixar ci sia l’orso Lots’o. Senza di lui la grande fuga sarebbe stata un grande flop.(voto 6/7)
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