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"Fahrenheit 451" di R. Bradbury

Creato il 25 ottobre 2012 da Bens
Lo so che questo è l'ultimo posto in cui vorresti essere, e so anche che ti hanno obbligata ad entrare in questa stanza e a sederti su questa poltrona, ma vedi, non c'è altro da fare. Anzi, dovresti essere grata di aver ricevuto un trattamento, per così dire, di favore: avremmo potuto brucuarti assieme ai tuoi libri.
Non ti agitare, stiamo solo parlando, io e te, sei al sicuro qui, noi ti abbiamo salvata. Ora, da persona ragionevole quale immagino tu sia, dietro a questa parvenza da cagna sovversiva, dimmi dove hai trovato quei libri.

A quanto vedo non sei di molte parole. Sei un'ingrata, tesoro, io sto cercando di tirarti fuori da quella palude di merda in cui sguazzavi totalamente ignara. Ma se non vuoi proprio dirmi nulla, allora continuerò a parlare io.
Ti sei mai chiesta perché bruciamo i libri? O perché il Governo abbia deciso di bandirli?

Eh no, cara, questo linguaggio da puttanella non lo approvo in mia presenza. Eppure sembri una ragazza per bene.
Dicevo, i libri minacciano la nostra felicità, tesoro. Nei libri ci sono scritte cose orribili sulle persone. I libri corrompono anche l'animo più gentile ed onesto. Guarda dove hanno portato te, i libri. Sono stati loro, con quelle raccapriccianti idee che puzzano di indipendenza a portarci dritti dritti da te. Abbiamo dovuto bruciarli per difendere te.

Io lo so che tu adesso vedi la cosa nella distorta prospettiva di una vittima defraudata del suo più inestimabile tesoro, ma i libri rendono tristi le persone. Guarda come piangi. Se tu non avessi portato a casa quei volumi adesso saresti una ragazzina molto più felice.

Li hai letti, almeno? Cosa hai trovato?
Domande. Dubbi. Superstizioni. Idee. Dolore. Fame. Sete. Non hai trovato una singola risposta, non è vero? Perché i libri sono crudelmente sottili, ti riempiono di questioni, obbligandoti a cercare qualcosa nelle pagine che volti, con ansia e affanno, fino a quell'ultima dove tutto si conclude con una frase senza senso buona solo per pulirsi il culo. I libri ti costringono a pensare, e so che può sembrarti una cosa bella ma non lo è. Pensare è doloroso, cara. Pensare significa attraversare una crisi, è perdere se stessi. Perché affaticarsi quando esistono persone come me che di mestiere forniscono le risposte giuste?

Io voglio che tu sia felice.

E lo sarai solo fidandoti di noi. Siamo andati incontro ad un bisogno collettivo: nessuna persona sensata leggeva libri da anni, troppo scomodo e triste, noi abbiamo dovuto prendere la saggia decisione di difendere quella maggioranza, cara.

Se vuoi essere felice ricorda di non porti mai il problema, di non farti mai mettere in ginocchio da un sordido e viscido dubbio.

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