Ciò che mi mortifica maggiormente è l’ingratitudine, soprattutto delle persone a me care.
Lo so, le cose si fanno senza aspettarsi nulla: “fai del bene e scorda, fai del male e pensa”, diceva mio nonno. Si è disponibili con gli altri per se stessi, per quelli che sono i propri valori, non certo per fare “bella figura”. Però sentirsi dire “grazie” riempie il cuore, non solo di chi lo riceve. E’ segno di apertura e di grande umiltà.
Domenica sera, dopo una lite con mio marito, mi sono sentita dire: “ma in realtà cos’è che fai con mia madre?? la porti in bagno, la lavi, tutto qui! “
Quelle parole sono state come uno schiaffo in pieno viso. La dimostrazione dell’ottuità di certi uomini. I suoi silenzi affettivi, con la sua famiglia ma anche con il resto del mondo, gli impediscono di cogliere le sfumature di un rapporto da me creato con una donna dura, che è lontano dall’essere un semplice accudire ai bisogni fisiologici.
Ma perché non riconoscere l’importanza dell’aiuto ricevuto, nel mio caso in termini pratici ma soprattutto umani, ?? perché si è troppo presuntuosi, perché non si vogliono ammettere le proprie debolezze e difficoltà, o semplicemente perché si è un po’ stronzi??
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