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Fajr: la biblioteca nata dalle macerie

Creato il 12 febbraio 2016 da Temperamente

Se S. Paolo cadde dal suo cavallo, fulminato sulla via di Damasco dalla luce del Signore, oggi a Damasco cadono bombe e barili dal cielo. Va così da anni ormai. Daraya è un sobborgo della capitale siriana, sotto bombardamento da lungo tempo.

La vita quotidiana è scandita da bombe e attacchi, che portano con sé l’eco della disperazione e della rabbia. E la rabbia è energia. Sarà per questo che giovani studenti, impossibilitati ormai a seguire lezioni universitarie, hanno deciso di far tesoro dei resti sotto le macerie: raccolgono libri da edifici distrutti per farne una biblioteca.

Scrivere e leggere è evidentemente una via di salvezza. Ce l’ha insegnato Anna Frank con il suo diario: quel  costante – e caparbio – racconto di una quotidianità limitata eppure espandibile, grazie al potere di pensieri, speranze, aspettative, anche paure ma soprattutto sogni in grado di “saltare in lungo”. E come lei, anche Ester Menasce – oggi bilaureata, scrittrice, saggista, docente universitaria alla Statale di Milano – ha provato ad arredare i giorni “nascosti” con pensieri e preghiere.

L’irruenza della guerra si combatte con le armi della cultura (o forse sarà il caso di parlare di “cultura delle macerie”). Tra i resti delle case, delle librerie, dei negozi, delle scuole schiacciate dalle bombe si nascondono tesori di carta da preservare: sono i libri che tanti volontari – li chiamano ribelli moderati – salvano dalle macerie per inserirli nella biblioteca Fajr, che vuol dire alba. Uno spazio accessibile e anche confortevole (quando i bombardamenti non la sfiorano), dove è possibile prendere in prestito libri eterogenei (sono quindici mila i volumi contenuti) che, se non presenti in forma cartacea, possono essere scaricati in digitale.

Avere a disposizione una biblioteca e leggere un libro di sicuro non permette di dimenticarsi della realtà circostante, dell’avvilimento che ingrigisce le giornate, dell’abbandono visibile ad ogni passo, ma è come trovare un pozzo nel deserto. E certamente umanizza: ricorda agli uomini perché stanno al mondo, come si può contrastare il male e come si fa a vivere anche attorniati dalla morte. Mantenere un luogo di scambio culturale riduce il rischio di “bestializzazione”.

L’insolita biblioteca Fajr contiene anche libri sottratti ai roghi – perché brutalmente la storia si ripete, ma il coraggio salva… ricordate la piccola ladra di libri Liesel Meminger, protagonista del romanzo di Markus Zusak?

Sfogliare la pagina di un libro non ha la stessa eco del rombo di un aereo e di una bomba che distrugge e crea desolazione, ma disegna la geografia precisa di missioni culturali, che possono trovare spazio in straordinari “baluardi” di civili che non si arrendono. È così che la cultura diventa resistenza, come sostengono molti giovani siriani contrari alla guerra.


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