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Fanida 4 parte

Da Firenze5stelle @firenze5stelle

Continua con la quarta  parte il racconto di Fanida, una storia come tante … o quasi

Le altre parti del racconto:  link

Fanida 4 parte

Due settimane dopo…

Non ho mantenuto la promessa quella sera , la mia vita è finita dopo aver chiuso le tue pagine e non è Manuel il problema, ma io, le mie origini, il mondo intero…

Sono impazziti, sto impazzendo, mi hanno promessa a Ibrahim è un incubo da cui non posso svegliarmi, sembra uno scherzo della natura, niente è più come prima.

I miei genitori mi hanno cresciuta con amore e armonia rispettando le mie idee ed esigenze e ora che non ancora 16 anni mi buttano nelle braccia del primo arabo che chiede la mia mano senza neanche conoscermi. Non so se hanno frainteso il mio comportamento e le mie curiosità su Ibrahim e non m’interessa neanche capire, non c’è nulla da capire hanno ragione i miei compagni le origini sono una condanna ed io ne sono la prova vivente .

La cosa assurda è che papà non mi ha chiesto nulla, ha deciso per me, quando ho provato a farlo ragionare ha risposto che pensa al mio bene e non può tirarsi indietro.

Non ha mai mancato ad una parola presa e non lo farà di certo ora.

Ho vissuto con loro ma non li conosco, non sono più i miei genitori ma i miei peggiori nemici, addio sogni , università, vita.

Non posso scegliere il mio futuro e a che serve averne uno?

Non riesco più a mangiare, dormire, studiare e se verrò bocciata sarà la scusa per farmi interrompere gli studi ed io che pensavo male del babbo di Penina e di Maria….

Fanida 4 parte
Vorrei sparire per sempre, non mi mancherebbe nessuno, sono tutti diversi da quello che sembrano, non appartengo a questo mondo e se pensano di farmi sposare Ibrahim vogliono il mio male, devo trovare la forza di lottare o mi lascerò morire. Non posso parlarne con nessuno, è quello che molti si aspettavano da un araba, voglio solo capire cosa ha trasformato mio padre in un tiranno e mia madre in una cieca. Le mie sorelle sono scandalizzate e pregano che non succedi anche a loro, non prendono una posizione per paura di rimanerne coinvolte. Ed io amo Manuel ogni giorno di più, questa storia oramai impossibile mi segnerà per sempre.

Oramai sono l’ombra di me stessa, se n’è accorta anche Penina, che si vergogna ancora di come sono stata trattata dalla sua gente, se fosse accaduto in un altro momento ci sarei rimasta male ma ora non ha importanza. I romeni mi hanno data della negra, i bambini dicevano “negrulè negrulè”, avevano paura di me i piccoli, e quasi si schifavano gli adulti. Altro che razzismo l’essere umano è pazzo, pieno di controsensi. Loro che sono vittime di una società che non li vuole fanno altrettanto con gli altri.

Si sentono superiori per la loro pelle chiara, quando alcuni di loro sono più scuri di me. Vivono in casa pulitissime e buttano la spazzatura dalle finestre, le donne si truccano e si vestono come meglio possono per apparire, lasciando i figli sporchi tutto il giorno, a giocare fra i vetri, bene sai che ti dico che non piacciono neanche a me, con questi atteggiamenti.

Non mi piace nessuno, odio Lorenzo che aveva ragione ed ha tutto dalla vita, Manuel che non capisce quanto lo amo e soffro, Diego, che mi prende in giro, le mie compagne, che non si accorgono di nulla e parlano solo di cavolate e odio persino le amiche del parco che mi hanno sempre fatto sentire normale, illudendomi.

Detesto le mie sorelle e la mamma, che pur di non finire nei guai mi hanno abbandonata e mio fratello che pensa sia una buona occasione per  me.

Papà non ti odio, perché non ti ho più! qualcun altro vive nel tuo corpo, non sei più tu.

Caro diario non so se avrò più tempo, voglia o forza di scriverti, sto morendo da viva e non ho nulla da raccontarti, né perché da pormi….

Sono spenta o meglio vorrei spengermi.

Fine ottobre

Ho preso l’ennesimo 2, non studio più il mio cervello è chiuso e non ha curiosità da soddisfare, oggi mentre guardavo giù dalla finestra ho avuto voglia di lasciarmi cadere, ma poi è finito l’intervallo e come un automa sono rientrata in classe.

Manuel mi ha chiesto se sono giù per la scuola, povero ingenuo.

Le cene con i nemici arabi sono state interrotte, i miei hanno inventato che non sto bene, ho minacciato di urlare come una pazza se li riportano in casa, papà non è rassegnato aspetta che lo sia io. Non mi fanno uscire neanche con mia sorella, posso solo andare a  scuola, per il resto della famiglia la vita è uguale, io continuo l’incubo, forse sono impazzita e non lo so ancora, forse sto sognando e domani rivedrò un film con papà, forse…. sono solo questo un forse…. un dubbio vivente.

Metà novembre                                                                                                                                                                                              

Non è cambiato nulla e Scrivo cose inutili, non mi consoli più mio vecchio amico e non è colpa tua, papà ha fissato una cena e non ho la forza di oppormi, l’unica cosa che posso fare e non mangiare, per non alimentare più questa vita disgraziata e lasciarmi andare in sonni migliori.

Qualche giorno dopo…       

La cena c’è stata e Ibrahim Sembrava premuroso, credono che non mi sia ripresa dal malessere, non so cosa hanno inventato i miei e poi sono io la bugiarda. Ibrahim si è presentato a scuola con dei fiori, Manuel da allora non mi considera più, pensa che il mio star male sia legato a questa storia e non sa che l’unico amore che provo è per lui.

Dicembre       

Si avvicinano le feste e sono tutti Contenti, io non ricordo che significa tutto questo, non capisco perché il mio corpo si

Fanida 4 parte
ostini a non cedere, sono 45 kg ma sto bene in salute, spero per poco ancora.  

A scuola vado male e ho deciso di non entrare per un po’ così magari lo verranno a sapere i miei e papà mi uccide regalandomi la libertà. Ora lo credo capace anche di questo. Si va in vacanza fra due giorni e nessuno a scuola si è accorto della mia assenza neanche i prof che non hanno avvertito casa, eppure ricordo che Penina era stata richiamata dal preside. Ricordo quando hanno detto che gli stranieri abbandonano spesso gli studi soprattutto se donne, lo credono anche di me.                                                                                                                        

Passo le mie giornate alle cascine fra gli alberi a fantasticare una vita che non ho più.  

Ogni mattina faccio finta di andare a scuola e poi non entro, Manuel l’ho incrociato un paio di volte e mi ha guardato con insistenza.

Gennaio       

Le feste sono finite, per me neanche iniziate, il tempo scorre e presto sarò per sempre in gabbia. Manuel, oggi mi ha seguita e giunti alle Cascine mi ha afferrato per un braccio chiedendomi perché sto buttando via l’anno scolastico e le amicizie nuove.

L’ho trattato male, ci siamo quasi picchiati, gli ho risposto che da mesi gli muoio dietro e lui neanche se ne accorge, gli ho sputato tutto in faccia, anche la mia voglia di morire, per lasciare un mondo che non mi appartiene. E’ rimasto a lungo senza parlare, ho pianto, si è commosso e mi ha abbracciata, si è scusato per il male che mi ha fatto senza sapere, ha pensato di essere lui la causa e gli ho confidato tutto. Non so perché si è preoccupato per me, perché mi ha seguita, se lo aveva già fatto, non ho testa per pormi domande, ho solo bisogno di essere capita.

 Mi ha detto di non disperare, d’iniziare a mangiare, che avrebbe iniziato a pensare a come aiutarmi e che devo essere forte per vincere le mie battaglie.

Fine gennaio      

Sono tornata a scuola e mangio qual cosina di più, ho anche riaperto i libri ma temo che se Manuel non mi aiuterà davvero ripiomberò nel mio abisso, da sola non so come cavarmela…

Febbraio       

Manuel mi propone la fuga, dice che degli amici del centro sociale di Empoli e anche di Livorno si sono offerti di ospitarmi per un po’, poi si vedrà.

Dovrò  essere forte, magari fra qualche tempo dovrò anche cambiare altre città, sono minorenne questo è un problema e non devo metterli nei guai, sono disposta a tutto pur di riprendere la mia vita.

Ho quasi 16 anni, non so dove trascorro il mio prossimo compleanno, ad aprile, ma ora so che ci voglio arrivarci ed è già qualcosa.

Grazie Manuel,  grazie amici dei centri sociali.

Fanida 4 parte


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