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Fantasia di John Keats

Creato il 21 giugno 2015 da Ivanalessia
Lascia sempre vagare la fantasia,È sempre altrove il piacere:E si scioglie, solo a toccarlo, dolce,Come le bolle quando la pioggia picchia;Lasciala quindi vagare, lei, l’alata,Per il pensiero che davanti ancor le si stende;Spalanca la porta alla gabbia della mente,E, vedrai, si lancerà volando verso il cielo.
Dolce fantasia! Libera sii per sempre! Son rovinate dall’uso le gioie dell’estate,E appassisce il godimento della primaveraCome i suoi fiori. Anche le bocche rosseDei frutti autunnali quando tra le nebbieE la rugiada ardono come fanaliSaziano a gustarle: e dunque, che fare?Siediti vicino al fuoco, quandoL’arido ceppo vampeggia lucenteCome lo spirito stesso dell’inverno,Quando la terra silenziosa è imbacuccata,E la neve rappresa è scompigliataDallo zoccolo pesante del contadino,Quando la notte in oscura cospirazioneS’incontra col mezzogiorno
Per bandire la sera dal suo cielo.Sì, siediti qui, e con la menteIntimidita dall’immaginazione,Invia la fantasia ad un’alta missione.Ha vassalli al suo servizio,E ti porterà a scapito del gelo,La bellezza che la terra ha perso,Ti porterà accumulateCon quieto e misterioso furto,Le gioie dell’estate e i boccioliE le campanule di Maggio,L’erba rugiadosa e la frasca spinosa,L’opulenza doviziosa, infine dell’autunno.E questi piaceri mescoleràCon tre acconci vini in una tazzaChe tu berrai: – e udraiI lontani canti dei mietitori chiari,Il fruscio del grano tagliato,I dolci uccelli inneggianti al mattino:E insieme, – ascolta!È l’allodola di Aprile, mattutina,Sono i corvi, con affannoso gracchiare,Alla ricerca di pagliuzze e fuscelli.Con un solo sguardo coglieraiLa margherita e il ranuncolo,I gigli dalle bianche piume e la primaPrimula che sboccia sulla siepe,Il giacinto ombreggiato, eternoRe di zaffiro della metà di Maggio,E ogni foglia, ogni fioreImperlato dallo stesso scroscio.Vedrai il topo di campo sbucareMagro dal suo sonno nella cella,E il serpente, sottile per l’inverno,Deporre su una sponda assolata la sua pelle,Vedrai uova di nido screziatePronte ad aprirsi tra il biancospino,Quando l’ala della femmina riposaQuieta nel suo nido muschioso;Vedrai il tumulto e l’allarme,Quando l’alveare riversa fuori il suo sciame,E le ghiande mature tambureggiareQuando le brezze d’autunno cominciano a cantare.Dolce Fantasia! Libera sii per sempreOgni cosa è rovinata dall’uso:Dov’è la gota che troppo guardataNon sia appassita? O la fanciullaLa cui bocca matura non sia intristita?C’è forse un occhio, sia pur color del cielo,Che a lungo andare non stanchi? C’è forse un voltoChe in ogni luogo vorremmo incontrare?Una voce, sia pur dolce, che sempreSia dolce udire? Si scioglieSolo a toccarlo, dolce, il piacere,Come la piaggia quando la bolla picchia.Lasciala vagare, lei, l’alata,Che alla tua mente trovi un’amataDagli occhi dolci come la figlia di CererePrima che il dio del tormentoLe insegnasse il rimprovero e lo sgomento,Con una vita e dei fianchiCome quelli D’Ebe bianchi, quandoSfuggendo al fermaglio d’oro si sciolse la cinturaE giù le cadde la tunica ai suoi piediMentre una dolce coppa lei teneva in mano –E Giove si sentì illanguidire – Spezza le magliedel serico guinzaglio, libera la fantasia,Rapida rompi la corda che l’avvince,E gioie simili ti farà avere.Lascia sempre vagare la fantasia,È sempre altrove il piacere.
(Da "Fancy" di John Keats - dicembre 1818)

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