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Far politica: Stefania Bonaldi ci rimette mille euro rispetto allo stipendio precedente e La Provincia si rifiuta di scriverlo. Poi la sorpresa: la Sala del Commiato si farà, “vedremo dove”. E Crema sta per riscoprire un segno di modernissima laicità

Creato il 27 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

“Da quando è sindaco lei guadagna di meno o di più?” aveva chiesto Antonio Guerini del giornale La Provincia di Cremona al sindaco di Crema Stefania Bonaldi.

Far politica: Stefania Bonaldi ci rimette mille euro rispetto allo stipendio precedente e La Provincia si rifiuta di scriverlo. Poi la sorpresa: la Sala del Commiato si farà, “vedremo dove”. E Crema sta per riscoprire un segno di modernissima laicità

Vacanze finite ormai da diversi giorni anche per il sindaco Stefania Bonaldi

“1.750 netti, sui mille euro in meno, rispetto a quando ero dirigente di una casa di riposo, a Casalpusterlengo” era stata la risposta del sindaco, rientrata da alcuni giorni dalle vacanze in montagna e intervistata nell’edizione di ieri. Il cambiamento economico “era stato preventivato in famiglia” spiega la prima cittadina di Crema. A questo punto ci si permette di pensare che la scelta di far politica è pericolosamente seria, non perché possa comportare di guadagnare meno ma perché in tal caso c’è qualcosa che vale più del denaro. E allora si tratta di passione dal peso specifico non trascurabile.

Questa risposta sui soldi guadagnati però non è stata pubblicata, curiosamente, drammaticamente, censurevolmente. Troppo pericolosa, forse? Troppo favorevole al sindaco che bisogna per forza mostrare in difficoltà, in tutti i diabolici giorni che ci snocciola lo squilibrio del cosmo e che qualche anticiclone deve a tutti costi peggiorare? Sì, La Provincia sarebbe stata felice di confezionare tutt’altro abito per il sindaco, tocca pensarlo. Grassi è più aggressivo, Guerini più liscio, comunque la domandazza l’ha fatta.

Per procedere con ordine la parte prima dell’intervista era iniziata a tavolino: il sindaco donna non vuol saperne di correre rischi e vuole domande scritte. Guerini gliele invia. Bonaldi confeziona le risposte. Non resta a questo punto che il gioco di copia e incolla. Ingrato compito per Guerini che non sarà stato certo contento. Infatti si presenta dal sindaco e giustamente le rivolge qualche domanda più personale. Se no era grigia. Domanda, risposta e niente controdomanda. Mah. Roba da Salini. Gliela concediamo anche alla Bonaldi, avranno pensato a La Provincia?

Così Guerini le chiede quanto guadagna, e anche come va in famiglia. Bene. Come si farà a sopportare una moglie e una madre di famiglia che aveva promesso di non cambiare i propri orari di lavoro, rispetto a quand’era dirigente presso la casa di riposo di Casalpusterlengo (Milano), e che invece li aumenta in modo spaventoso? Pare che non pensi ad altro, la sindaca! Solo alla politica! E la famiglia? Che cosa dirà adesso il grande pubblico delle famiglie? Che le mamme sono peggio delle single?

Appunto, come si fa. Però si fa. La Bonaldi ha schiacciato sotto il grazioso piedino la serpe berlusconica, Agazzi, Salini and Friends, il grillo mannaro e persino la sinistra radicale. Figurarsi quel piccolo problema chiamato “marito”. Tzè. Non si è espressa così ovviamente sua grazia il sindaco: il suo tono è sempre asciutto, misurato, controllato e non certo anti-marito. “La famiglia era già temprata dalla campagna elettorale. Poi ci sono gli eventi, gli incontri serali con i sindaci, tanti impegni”, à la guerre comme à la guerre.

Le è sfuggita solo una strana espressione rispondendo a Guerini per iscritto: “Braccio di ferro”, e con chi se non con la “sinistra radicale” come disgraziatamente la chiama anche lei. I temi dell’intervista guerinista sono tanti, e tempo per azzannare, magnà l’abbacchio o rompersi i denti ci sarà  anche a Crema.

Ma il braccio di ferro è una prova di forza. O si vince o si perde. E solo il sindaco può vincere, dato che dispone della stragrande maggioranza della maggioranza. Allora c’è un partito che ha vinto le elezioni ma è fuori dalla maggioranza, anche se ne fa parte col famoso 5% circa di voti, senza di cui Agazzi avrebbe cercato di agguantare la fascia tricolore. E’ la solita storia di Sel. Ai margini. Le lotte ci sono state state ma solo “nel primo periodo”. Adesso si guarda avanti, si lavora.

“Sì, c’è stato braccio di ferro ma all’inizio” e ritiene che sia superato. Mah. Il consigliere Coti Zelati lamenta sempre qualcosa sul suo blog. Sull’infermieristica è stato tagliato fuori: il sindaco spiega che c’era la possibilità di fare un incontro in tempi rapidissimi con il direttore dell’Ospedale Luigi Ablondi per risolvere il problema dell’Infermieristica, allestendo velocemente un tavolo tecnico Regione compresa e il sindaco che fa? Aspetta il consiglio comunale? Non ha aspettato un attimo. Con il direttore Ablondi poi, che non vede l’ora di allungare il rosario degli obiettivi raggiunti, sarà stata una pacchia. Incontro, intesa e tra qualche giorno si decide sul serio.

Stefania Bonaldi poi apre una porta. Quella della Sala del Commiato, d’accordo, ma non c’è ironia sulla laica di Sel.

L’infermieristica si poteva acchiappare al volo, non era materia né di competenza diretta del Comune né del Consiglio comunale. Bonaldi sollecitava, non deliberava.

Però la Sala del Commiato si può fare benissimo. “Già ora qualunque privato può nelle sue volontà lasciare questa disposizione”, ha risposto il sindaco, alla domanda su Sel e una delle sue richieste di forte segno simbolico, la Sala del Commiato. La Sala che sostituisce la camera ardente e la messa funebre. L’addio laico a questo mondo. Le esequie laiche, civili, senza religione alcuna.

Si ricordano esempi celebri. Pirandello.

Ma anche esempi cremonesi (Bassini, alla Cgil), e cremaschi, come Paolo Zanini, la cui camera ardente fu allestita in Comune, con presenza di Stefania Bonaldi, alcuni anni fa. Rito civile.

“La sala si potrebbe ricavare da una sede pubblica esistente, priva di simboli religiosi. Presso i Benefattori Cremaschi, o altrove”.

Dunque, Crema si prepara a uno scatto avanti. Addirittura, controtendenza, una scelta schiettamente laica. Niente preti alle esequie. Moderno. Soprattutto serio. Non tutti i cittadini sono cattolici né credenti e soprattutto la laicità del Comune verrebbe sottolineata. Evento raro. Molto raro e di qualità istituzionale altissima, di profonda sensibilità umana. Ci sente cremaschi anche per questo.

 

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