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Farafyn/ Il "Facebook" africano / Un bene o un male per la "giovane" Africa?

Creato il 18 marzo 2011 da Marianna06

E' una bella notizia questa della nascita dell'ultimo nato,il social network  Farafyn.

 Esso si rivolge ad un'utenza africana e sopratutto a quella della diaspora africana, sparsa nelle  più disparate località del nostro pianeta-mondo.

In questo modo, come da noi con i vari "facebook" "twitter" et similia, anche gli abitanti dell'Africa, forniti di computer o di cellulari o meglio ancora di  ipod etc.,potranno collegarsi e dialogare con i propri parenti all'estero e viceversa.

Le promesse sono allettanti, perché si parla, al di là della comunissima comunicazione tramite bacheca e posta, anche di chat e dei più accattivanti giochi.

E l'obiettivo che Farafyn intende centrare è proprio quello di sostistituirsi a Facebook che, anche in Africa, è un servizio molto utilizzato.

Si pensi che persino nelle attività  educative e/o umanitarie questo genere collegamento tra utenti , in Africa,può venire bene.

Rivoluzioni a parte, come abbiamo avuto modo di vedere ultimamente nell'Africa maghrebina.

Anche se poi in Africa nessuno scalzerà mai la radio,almeno finora, che resta davvero il primo mezzo di comunicazione in assoluto anche perché il più economico.

Mi viene in mente in proposito baba Camillo, un missionario della Consolata di Torino, una specie di burbero benefico, che operava in Tanzania, della cui esperienza un giornalista milanese, Giorgio Torelli, ha raccontato in Italia la storia.

Baba Camillo, nella missione di Matembwe, ogni sera, al calar del sole, si collegava attraverso un vecchio"baracchino" con il resto del mondo per inviare i suoi messaggi e le sue richieste di aiuto per i fratelli meno fortunati di quel lembo di terra africana.

Oggi non è più così perché la tecnologia, nel mentre, ha fatto passi da gigante.

Ma i problemi dell'Africa, con o senza dei" baba Camillo", restano, almeno  in certe zone, purtroppo immutati se non anche talora  peggiorati.

E questo: vuoi per le guerre "silenziose" sempre in atto, vuoi per l'inclemenza dei fenomeni metereologici, che arrecano, quest'ultimi, siccità e quindi carestie oppure alluvioni, che distruggono i modesti raccolti dei campi delle famiglie e ne mettono in difficoltà il bestiame.

Ma tornando a Farafyn e al successo che di tutto cuore gli auguriamo, esso è disponibile attualmente con versioni linguistiche in lingala, in malinké, swahili e wolof.

Ma ci saranno presto anche le traduzioni in baoulé, zulu, yoruba e mooré.

In tal modo esso sarà uno strumento gradualmente alla portata di tutti e senza alcuna discriminante, dicono i produttori,  quanto a provenienza.

Lo sviluppo infatti, non va dimenticato, è un consapevole, costante cammino fatto di tappe.

E lo sviluppo in Africa può passare e  passa ,quasi certamente, anche attraverso Farafyn.

Auguri, Farafyn ! Auguri, Africa!

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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