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Fare cose con le idee – Incontro con Alex Zanotelli e Moni Ovadia

Creato il 03 aprile 2013 da Dismappa

Posted on apr 3, 2013

Incontro con Padre Alex Zanotelli e Moni Ovadia
Fare cose con le idee – Dialogo sul mondo che vorremmo

Mercoledì 3 aprile, ore 20.30

Teatro Alle Stimate  (vedi scheda accessibilità)
Piazza Cittadella -Verona

Ingresso libero

Fare cose con le idee – Incontro con Alex Zanotelli e Moni Ovadia

Alex Zanotelli

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

« La mia vita è stata un lungo ‘toccarsi’, abitarsi… Sembra tutto un caso! E poi scopri che…Ho sessantacinque anni e spesso mi domando chi sono io. L’unica risposta che mi do è: ‘Io sono le persone che ho incontrato’. Sembra tutto un caso, ma poi scopri che nulla è a caso »

(dal libro “Korogocho” (2003))

Fare cose con le idee – Incontro con Alex Zanotelli e Moni Ovadia
Fare cose con le idee – Incontro con Alex Zanotelli e Moni Ovadia

Alessandro Zanotelli

Padre Alessandro Zanotelli, più noto come Alex Zanotelli (Livo26 agosto 1938), è un religiososacerdote emissionario italiano, facente parte della comunità missionaria dei Comboniani.

È l’ispiratore ed il fondatore di diversi movimenti italiani tesi a creare condizioni di pace e di giustizia solidale.[1]

Indice

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La biografia

Gli studi ed il periodo statunitense

Entra giovanissimo in seminario,[2] e viene mandato dai Padri Comboniani a completare gli studi di Teologia a Cincinnati, negli Stati Uniti d’America. Nel 1964viene ordinato sacerdote nell’ordine dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù.

Il Sudan e i Nuba

Dal 1965 al 1973 lavorò come missionario nel Sudan meridionale, martoriato dalla guerra civile.

Le autorità civili gli si fecero ostili a causa delle sue forti prese di posizione a difesa delle fasce più povere della popolazione. Le sue prediche erano spesso veementi denunce di ingiustizie, della corruzione nel governo e dell’amministrazione che intascavano i fondi, sia locali sia internazionali, destinati allo sviluppo. Egli proponeva modelli economici basati su principi evangelici. Inoltre la sua solidarietà con il popolo Nuba, etnia ai margini nella società sudanese, era mal vista dal governo sudanese.

A causa della sua forte denuncia sociale, nel 1973 il governo locale gli negò il visto per rientrare nel paese.

Inoltre durante questo periodo trovò l’opposizione anche di parte della curia romana impreparata alle conseguenze del Concilio Vaticano II. Nel decreto Ad Gentes, i missionari venivano invitati ad un ulteriore sforzo di inculturazione, secondo cui l’odierna attività missionaria deve tendere a «l’incarnazione del Vangelo nelle culture autoctone ed insieme l’introduzione di esse nella vita della Chiesa».[3] Sebbene Padre Zanotelli avesse sempre goduto della fiducia e del supporto dei suoi diretti superiori, le sue celebrazioni che attingevano dagli usi e i costumi africani furono accusate di sincretismo.

Il periodo veronese e la direzione di Nigrizia

I comboniani hanno presso la loro casa madre di Verona una casa editrice che pubblica due giornali di punta: Il Piccolo Missionario e Nigrizia. Nel 1978 Padre Zanotelli assunse la direzione di Nigrizia e contribuisce a trasformarlo da mensile di pura informazione religiosa ad un mensile di informazione socio-politico sulla situazione africana. Egli mira infatti ad un rinnovamento della mentalità per risolvere alla radice i problemi del sud del mondo.[4]

Nigrizia diviene un punto di riferimento importante per la diffusione di una cultura della mondialità e per i diritti dei popoli. Dalle pagine della rivista vengono critiche documentate e sistematiche:

  • al commercio delle armi, denunciando gli interessi dell’Italia e dei paesi occidentali nelle guerre africane,
  • ai modelli di collaborazione allo sviluppo, spesso gestite in modo affaristico e lottizzato,
  • all’apartheid in Sudafrica.

Nel periodo 1985-1987 le sue denunce erano spesso rivolte ad esponenti politici di allora, da Andreotti a Spadolini, da Craxi a Piccoli.[5] Tali attacchi furono causa di una serie di accuse nei suoi confronti, specialmente riguardanti il suo spiccato impegno politico che sarebbe andato – secondo la tesi dei vertici ecclesiastici – a discapito della missionarietà religiosa. Zanotelli lo definì «un periodo di grande sofferenza umana».

In questo periodo, ispira e fonda con altri il movimento Beati i Costruttori di Pace, un movimento che a sua volta mira a costruire la pace basandosi sulla giustizia.

Nel 1987 - su precise richieste delle autorità ecclesiastiche, dovute ad un suo presunto allontanamento dai principi religiosi cattolici – Alex Zanotelli lasciò la direzione di Nigrizia.

In seguito diventò direttore responsabile della rivista Mosaico di pace sin dalle prime pubblicazioni (settembre 1990) per espresso volere di don Tonino Bello, allora presidente di Pax Christi e vescovo di Molfetta.

Korogocho ovvero l’inferno

Nel 1989 torna in missione in Kenya, a Korogocho, una delle baraccopoli che attorniano Nairobi. Nella lingua locale il nome Korogocho significa confusione, caos.

In questa difficile situazione di degrado umano, dovuto a vari fattori tra i quali AIDSfameprostituzionedrogaalcolismoviolenza, dette vita a piccole comunità cristiane, ma anche ad una cooperativa che si occupava del recupero di rifiuti e dava lavoro a numerosi abitanti. Istituì inoltre Udada, una comunità di ex prostitute che aiuta le donne che vogliono uscire dal giro e, allo stesso tempo, si batté per le riforme sulla distribuzione della terra, uno dei temi-chiave della politica keniota.

La sofferenza di questa popolazione lo spinse a formulare la frase «Forse Dio è malato»[6] che divenne il titolo del libro sull’Africa di Walter Veltroni, che all’inizio del 2000, si recò in visita a Korogocho.

Padre Zanotelli rimase a Nairobi fino al 2001.

Il ritorno a Napoli

Fare cose con le idee – Incontro con Alex Zanotelli e Moni Ovadia
Fare cose con le idee – Incontro con Alex Zanotelli e Moni Ovadia

Alex Zanotelli partecipa ad un incontro durante Galassia Gutenberg

Oggi Zanotelli si trova nel rione Sanità di Napoli, uno dei simboli del degrado sociale del nostro Paese. Vive in una casa ricavata dal campanile della chiesa della Sanità. In un contesto diverso, come a Korogocho, ha un solo obiettivo di fondo: “Aiutare la gente a rialzarsi, a riacquistare fiducia”. In tale contesto il religioso comboniano continua a seguire le vicende italiane e non, facendo sentire la sua voce critica. In occasione dell’approvazione della legge finanziaria del 2008 ha lanciato una vibrata protesta contro l’aumento delle spese militari intitolato “Finanziaria, armi, politica: che vergogna”!

Da anni si batte per evitare la privatizzazione dell’acqua, partecipando a conferenze, eventi e marce in tutta Italia. Nel novembre 2009 ha dichiarato in una lettera aperta al Corriere del Mezzogiorno:

« Si tratta di vita o di morte per le classi deboli dei paesi ricchi, ma soprattutto per i poveri del Sud del mon­do che la pagheranno con mi­lioni di morti per sete.[7] »

« Metà della ricchezza finanziaria mondiale, parlo di finanza, è in mano a 300-400 famiglie. Queste 300-400 famiglie, decidono, sono il vero governo del mondo. Decidono non attraverso i governi, ma attraverso tre grandi organismi internazionali: la banca mondiale[8], il fondo monetario[9], l’Organizzazione Mondiale del Commercio[10]»

La rete Lilliput

Durante l’anno che trascorre in Italia, a cavallo degli anni ‘95-’96, mutuando forse dalla struttura di internet, Zanotelli lancia l’idea della Rete Lilliput. Lo fa durante una serie di incontri con alcune associazioni di ispirazione cattolica, come ad esempio il gruppo Abele e la comunità romana di Capodarco. Fa sue ed elabora le riflessioni di Jeremy Brecher e Tim Costello contenute nel libro “Contro il capitale globale”.

Dopo il suo ritorno in Italia, padre Alex diventa punto di riferimento del movimento no global e della Rete Lilliput partecipando in prima persona alla organizzazione e gestione del Social Forum europeo di Firenze (6-10 novembre 2002), che sancisce la scelta della linea di quelli che si sono battuti, dal G8 di Genova in poi, per eliminare la tentazione, da parte di minoranze del movimento no global, di scegliere la via violenta.

All’European Social Forum di Firenze fu chiaro con le frange estreme ed espresse il concetto di civiltà della tenerezza:

« La non violenza attiva non è pacifismo, è ben altra cosa. Ho cominciato leggendo GandhiMartin Luther KingMilaniMazzolari e questi mi hanno aiutato a capire che era stato Gesù di Nazaret a praticare per primo la nonviolenza in quella Galilea schiacciata dall’imperialismo romano. Vi vorrei pregare, con tutto il cuore, di avere il coraggio di una scelta radicale di nonviolenza. Questo sistema è violento per natura. Noi dobbiamo costruire un sistema non violento, una civiltà della tenerezza. »

Opere [modifica]

  • La morte promessa. Armi, droga e fame nel terzo mondo, Publiprint, 1987
  • Il coraggio dell’utopia, Publiprint, 1988
  • I poveri non ci lasceranno dormire, Monti, 1996
  • Leggere l’impero. Il potere tra l’Apocalisse e l’Esodo, La meridiana, 1996
  • Sulle strade di Pasqua, EMI, 1998
  • Inno alla vita, EMI1998
  • Ti no ses mia nat par noi, CUM, 1998
  • La solidarietà di Dio, EMI, 2000
  • L’era Wojtyla. Dialogo su questo papato, La meridiana, 2000 (con Tomás Balduino)
  • R…esistenza e dialogo, EMI, 2001
  • Non ci sto!, Piero Manni, 2003 (con Pietro Ingrao)
  • Fa’ strada ai poveri senza farti strada. Don Milani, il Vangelo e la povertà nel mondo d’oggi, EMI, 2003 (con Mario Lancisi)
  • Nel cuore del sistema: quale missione?, EMI, 2003
  • Korogocho, Feltrinelli, 2003
  • W Nairobi W. Ediz. italiana e inglese, EMI, 2004 (con Daniele Moschetti)
  • Korogocho. Alla scuola delle baracche, EMI, 2005
  • Da Korogocho con passione. Lettere dai sotterranei della vita e della storia, EMI, 2006
  • Voci dei poveri, voce di Dio. La Bibbia letta con gli occhi degli impoveriti, delle donne e dei senza armi, EMI, 2007
  • Paolo. Sulle strade dell’impero proclamando il dio della vita, EMI, 2008
  • Europa dei mercati o dei popoli? Il ruolo dei missionari, EMI, 2008
  • I poveri non ci lasceranno dormire. Da Korogocho al Rione Sanità, Editrice Monti, 2011

Note

  1. ^ Per il suo impegno nell’aiuto ai più poveri, è stato assegnato a Zanotelli ilPremio Nazionale Cultura della Pace 2004 (cfr. Premio Nazionale Cultura della Pace – Albo d’Oro):

    « Siamo entrati nel secolo della finanza, fino a ieri i poveri veniva usati, almeno. Come manodopera a basso prezzo. Oggi (2011), i poveri non servono assolutamente a nulla. »

  2. ^ Mario Lancisi nella biografia descrive con le parole di Alex i sentimenti che lo accompagnarono in tale scelta: «La mamma lo ha sempre desiderato. Io non volevo né studiare, né diventare sacerdote. Quando ho preso la mia decisione, lei si è sobbarcata l’onere di trovare qualcosa in più per farmi studiare. Sentivo che la vita poteva avere un significato molto più largo, che la vita era bella se la si donava».
  3. ^ Papa Giovanni Paolo II: Enciclica Slavorum Apostoli, 1985, nº 21.
  4. ^ «Essere al servizio dell’Africa, in particolare “voce dei senza voce”, per una critica radicale al sistema politico-economico del nord del mondo che crea al Sud sempre nuova miseria e distrugge i valori africani più belli, autentici e profondi».
  5. ^ Padre Zanotelli ricorda così: «Tutto è cominciato nel gennaio 1985 con la pubblicazione dell’editoriale Il volto italiano della fame africana, una pesante denuncia del sistema di aiuti ai paesi del Terzo Mondo. Scoppiò un finimondo. Tangentopoli poteva scoppiare allora, c’erano già tutti gli elementi. Dalla fame passammo poi alle armi, ai problemi legati all’ambiente, insomma mettemmo a nudo il sistema. Spadolini su L’espresso attaccò pesantemente i cosiddetti preti rossi. Giunse persino ad accusarmi di incitamento alla delinquenza terroristica internazionale».
  6. ^ Dalla biografia del giornalista del Tirreno Mario Lancisi. Alla domanda se abbia mai dubitato della sua esistenza, Padre Zanotelli rispose: “Non una ma molte volte. Quando uno si trova in situazioni così assurde, davanti ad una sofferenza innocente, come è capitato a me a Korogocho, il primo dubbio che viene è proprio su Dio. Perché uno si chiede: ma se tu, Dio, ci sei, è impossibile che non intervenga di fronte ad una sofferenza così atroce. Ma oggi Dio è impotente, è malato. Potrà guarire solo quando guariremo noi. Solo noi oggi possiamo far qualcosa. Dio non può più. Ognuno di noi è importante perché vinca la vita…”. Dio non è onnipotente? “Più ci rifletto e più mi convinco che forse Dio non è l’onnipotente che pensiamo noi. È il Dio della croce. Perché non ha ascoltato la preghiera di Gesù morente? È un mistero. Forse è un Dio debole, che si è autolimitato, che può salvarci solo attraverso di noi”.
  7. ^ Zanotelli: acqua pubblica è agli sgoccioli Come si privatizza un bene comune – Corriere del Mezzogiorno
  8. ^ Banca Mondiale: Sessant’anni di disastri. E’ ora di voltare pagina!. Rete Lilliput. Comunicati. 27 luglio 2004
  9. ^ Alex Zanotelli: aboliamo il debito. 31 dicembre 2004.
  10. ^ Contro la globalizzazione della criminalità. Korogocho. 24 dicembre 2000

Bibliografia

  • Mario Lancisi, Alex Zanotelli. Sfida alla globalizzazione, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2003.
  • Carlo Batà, L’Africa di Thomas Sankara. Le idee non si possono uccidere. Prefazione di Padre Alex Zanotelli. Edizioni Achab, Verona 2003

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Moni Ovadia

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Moni Ovadia

Salomone “Moni” Ovadia (Plovdiv1946) è un attore teatraledrammaturgoscrittorecompositore e cantanteitaliano.

Indice

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Biografia [modifica]

Nato a Plovdiv, in Bulgaria, si trasferisce quasi subito con la famigliaMilano. La sua è una famiglia di ascendenza ebraica sefardita, ma di fatto impiantata da molti anni in ambiente di cultura yiddish e mitteleuropea. Questa circostanza influenzerà profondamente tutta la sua opera di uomo e di artista, dedito costantemente al recupero e alla rielaborazione del patrimonio artistico, letterario, religioso e musicale degli ebrei dell’Europa orientale.

Ovadia si laurea in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano. Contemporaneamente al suo percorso accademico muove i primi passi artistici sotto la guida di Roberto Leydi, con cui inizia la sua carriera di cantante e musicista nel Gruppo dell’Almanacco Popolare, guidato da Sandra Mantovani. Nei primi anni settanta è fondatore del Gruppo Folk Internazionale, poi Ensemble Havadià, dove suona il violino, la chitarra e la tromba, col quale realizza gli album Festa Popolare, Daloy Polizei, Il Nonno di Jonny, Le Mille e una Notte e (già col nome di Ensemble Havadià) Ensemble Havadià e Specchi. Suonando questo nuovo (per l’epoca) genere musicale, che oggi potremmo definire folk-progressivo, gira i maggiori festival europei di musica folk. Insieme agli Stormy Six anima la cooperativa l’Orchestra, primo esempio di etichetta indipendente italiana.

Teatro [modifica]

L’esordio teatrale è del 1984. Nel 1987, per il Festival di cultura ebraica del Teatro Pier Lombardo di Milano (ora Teatro Franco Parenti), è protagonista dello spettacolo Dalla sabbia dal tempo scritto e diretto da Mara Cantoni, che mette in evidenza le sue capacità di attore-cantante. Nel 1990 fonda laTheaterOrchestra e lavora con il CRT Artificio di Milano, con cui produce Golem, che condurrà in tournée a Bari, Milano, RomaBerlinoParigi e New York.

La grande svolta è lo spettacolo Oylem Goylem (“Il mondo è scemo” in lingua yiddish), con cui si impone all’attenzione del grande pubblico. Lo spettacolo fonde abilmente musica klezmer, che Ovadia canta con voce profonda e appassionata, a riflessioni condotte alla luce della cultura e del witz, il tradizionale umorismo ebraico, a più leggere storielle e barzellette. Lo spettacolo verrà ripreso dalle reti Rai e, nel 2005, pubblicato in cofanetto e dvd da Einaudi, a dimostrazione di un successo duraturo nel tempo.

Nel 1994 inizia a lavorare con Roberto Andò, con l’opera multimediale Frammenti sull’Apocalisse, presentato poi al Festival Roma Europa nel luglio 1995. Intanto all’inizio del 1995 allestisce con Mara Cantoni Dybbuk, uno spettacolo sull’Olocausto, che diventa uno egli eventi più importanti della stagione teatrale. Nello stesso anno debutta Taibele e il suo demone, con Pamela Villoresi. Sempre nel 1995 nasce Diario ironico dall’esilio scritto con Andò e prodotto per ilTeatro Biondo Stabile di Palermo.

Nel febbraio 1996, sempre collaborando con Mara Cantoni e il Piccolo Teatro di Milano, è in scena con Ballata di fine millennio, che porta in tournée in tutta Italia. Nello stesso anno si presenta al Festival di Gibellina con lo spettacolo Pallida madre, tenera sorella, per la regia di Piero Maccarinelli.

Per il Teatro Biondo torna a lavorare nel 1997, ancora una volta con Andò, che dirigerà il loro Il caso Kafka. Nell’ottobre 1998 è in scena uno spettacolo prodotto in esclusiva per il Teatro Stabile di Trieste ed intitolato Trieste… ebrei e dintorni. Il mese successivo è in sala il suo lavoro successivo per il Piccolo Teatro di Milano: Mame, mamele, mamma, mamà…, che lui scrive dirige e interpreta con la TheaterOrchestra.

Nel dicembre 1999 è la volta di Joss Rakover si rivolge a Dio, seguito l’anno dopo da Tevjie und mir. Da questo spettacolo nel 2002 Ovadia trae ed interpreta la versione italiana di Il violinista sul tetto. Nel 2001 debutta uno spettacolo sul denaro, chiamato Il Banchiere errante. Infine nel 2003 ha prodotto il lavoro L’armata a cavallo.

Nel 2005 collabora coi Modena City Ramblers nel loro album dedicato ai 60 anni della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista, Appunti partigiani, prestando la propria voce per la canzone Oltre il ponte. Nel 2005 è vincitore del premio Colombe d’Oro per la Pace, premio assegnato annualmente dall’Archivio disarmo a una personalità distintasi in campo internazionale.

Dal 2003 al 2008, per sei edizioni (due mandati) è stato direttore artistico di Mittelfest di Cividale del Friuli. Nella stagione teatrale 2008/2009 è in tournée con lo spettacolo La bella utopia, sulla storia del comunismo in Unione Sovietica.

Cinema, TV e radio [modifica]

Oltre a spettacoli teatrali Ovadia ha nel proprio curriculum anche partecipazioni a film e programmi televisivi. È stato fra i protagonisti con Bruno Ganz del Diario senza date di Andò, che ha partecipato poi alla Mostra del Cinema di Venezia. In seguito ha prestato il volto ad altri lungometraggi, come La vera vita di Antonio H. di Enzo Monteleone, dove interpreta un musicista ebreo, Caro diario di Nanni Moretti e Facciamo paradiso di Mario Monicelli.

Ha condotto nel 1994 anche il programma radio Note spettinate, andato in onda su Radio2, di cui è stato con Mara Cantoni anche autore. Nel 2009 ha interpretato un rabbino nel film Mi ricordo Anna Frank.

Vita privata [modifica]

Ovadia è vegetariano, per ragioni sia di salute sia di etica.[1]

Appoggio politico [modifica]

Per le Elezioni politiche italiane del 2013 ha dichiarato di votare la lista Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia.[2]

Opere [modifica]

Cinema [modifica]

Discografia [modifica]

  • Oltre i confini – ebrei e zingari, con Moni Ovadia Stage Orchestra, Genova, Promo Music Records/Edel, 2011

Infine Ovadia ha co-prodotto anche cd con le musiche di alcuni spettacoli: Oylem GoylemDibbukBallata di fine millennio e Nigun.

Onorificenze [modifica]

Premi [modifica]

Note [modifica]

  1. ^ Intervista di Moni Ovadia per l’OIPA
  2. ^ Elezioni 2013 – Per chi votano Travaglio, Guzzanti, Scanzi, ecc. Tra Rivoluzione Civile e il Movimento 5 Stelle
  3. ^ Vincitori del Premio Musatti. Società Psicoanalitica Italiana. URL consultato in data 19-10-2010.

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