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Fashion Film Festival, il nuovo “must see” tra moda e cinema

Creato il 17 settembre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Mentre si arriva al Piccolo Teatro si respira un’aria di festa: maxi schermi per seguire le sfilate o guardare i film del FFFM. Anche dopo la premiazione dei vincitori tutto è un fermento davanti a palazzo dei Giureconsulti per il Fashion Hub, come davanti al Gateway to fashion future all’Expo gate. Inoltre ci sarà anche la Vogue Fashion’s night Out, una vera e propria celebrazione globale del fashion, mentre gli sponsor della settimana della moda, che si terrà dal 17/ al 22/9, riproporranno anche quest’anno l’appuntamento con Get the look con stylist e consulenze haircare. Gli stand sono oramai quasi tutti montati, così come la mostra della Camera Nazionale della Moda per Sophia Loren o l’evento Fashion Meets Art all’insegna del mutual learning. In questo contesto si inserisce il FFFM che ha aperto e chiuderà la settimana della moda con un evento speciale proprio il 22 Settembre 2014.

Ma cos’è il Fashion Film Festival Milano (FFFM)?
Nel non lontanissimo 2008, Diane Pernet creò ASVOFF – A Shaded View on Fashion Film -, il primo festival di cortometraggi fashion interamente dedicati a moda e stile, che ha viaggiato tra Parigi, Londra, New York, Tokyo, Barcellona e molte altre città; ma il film festival (FFFM) che ha debuttato il 14 settembre a Milano, è in assoluto, il primo, tutto italiano. L’evento, ideato e prodotto da Constanza Cavalli Etro ha visto il sostegno della Camera Nazionale della Moda, ed ha “aperto” al grande pubblico tutti gli appuntamenti della fashion week milanese che inizierà domani. Due le sezioni: in concorso e fuori concorso.

Fashion Film Festival Milano
L’obiettivo generale che vuole raggiungere questo festival e che la sua direttrice sottolinea prima dell’avvio della proiezione, è aprire la moda alla città quando la città si apre alla moda attraverso i giovani talenti e i grandi maestri. Più di 300 i fashion films da tutto il mondo inviati (tra nuovi talenti, stilisti e marchi emergenti) sottolinea la curatrice, Gloria Maria Cappelletti e Riccardo Conti dello IED, e aggiunge che tutti i corti sono stati visionati più e più volte per arrivare ai 30 in concorso presentati al pubblico nei 2 giorni di concorso e raggruppati in 3 proiezioni differenti seguendo i classici ritmi milanesi (pausa pranzo, pomeriggio, aperitivo). Nove saranno invece, i vincitori. I fashion films in concorso?

Quasi tutti quadri con una colonna sonora. Sganciati dalla necessità di raccontare una storia. Peter Greenaway, docet, si potrebbe dire. Forse. Ma il cinema può davvero slegarsi alla narrativa e vivere solo di immagini? E soprattutto, è giusto che siano gli stilisti votati al consumismo a compiere questa rivoluzione copernicana del cinema?

Vedere gli abiti in movimento resta comunque bellissimo, come nel corto short –thriller (off contest) di Kocca dal titolo K Woman di Hunter e Gatti, oppure abiti e gioielli indossati da delle modelle in contesti quotidiani come nell’australiano Palladian (in concorso nella sezione nuovi talenti) di Tim White o situazioni totalmente surreali come in Odyssey di Cartier del 2012 di Bruno Aveillan. Oppure attraverso il racconto di una storia vera, come quello di Giorgio Armani dal titolo Frames Of Life, dagli occhiali al cinema. Giorgio Armani incontra il cinema e lo fa con una poetica in cui lo stilista evoca creatività ed universi creativi attraverso la linea dei suoi occhiali da sole e da vista. Questa iniziativa si avvale dell’aiuto del neo Premio Oscar Paolo Sorrentino, scorci di vita piccolissimi in grado di emozionare attraverso le lenti degli occhiali Armani. Girato da Piero Messina, che è stato uno degli aiuti alla regia di Paolo Sorrentino, il cortometraggio è stato presentato al Festival fuori concorso. Nelle (belle) inquadrature grande omaggio alla “La Grande Bellezza”. Quello più fresco e genuino resta l’americano Guilty di Jhon Strong.

La maggior parte dei corti sono accompagnati da deliziose colonne sonore costruite ad hoc e fatte molto bene per enfatizzarne talvolta il trucco della modella, a volte l’abito, a volte il movimento insieme alla bellissima fotografia. I fashion films visti rimangono comunque di ottima qualità visiva. Un fashion film infatti include fotografo, art director, editing ed illuminazione… è praticamente uno showreel in movimento. Punti di vista che sono non solo utili ma anche necessari per raccontare i brand.

Il carrozzone della moda, insomma, secondo le nuove generazioni di chi crea ed acquista la moda che si apre al pubblico comune, attraverso gli occhi di questa donna, Constanza Cavalli Etro capace di entrare sì in sala minuta, magra, con una semplice t-shirt ed una giacca a doppia punta, ma come solo un vero direttore d’orchestra glamour e pieno di energia poteva fare.

di Cristina T. Chiochia per Oggialcinema.net


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