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Fattuzzus o Mazzinas, le bamboline malefiche sarde

Creato il 06 febbraio 2015 da Alessioscalas

tutto sulle fatture sarde

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Nella dimensione magica sarda rientrano i malefici, atti ad arrecare danno ad animali o persone, influenzando, in certi casi, anche la sfera affettiva o economica di queste ultime.
Sostanzialmente possiamo distinguere i malefici in: malocchio, chiamato comunemente in sardo “ogu pigau” , e le fatture, ossia le terribili “mazzinas”.
Per quanto concerne il malocchio, ti consigliamo di leggere l’articolo relativo cliccando qui.

COME AGISCONO

Le fatture sono uno strumento usato dalle fattucchiere o bruxas per far del male a distanza ad altre persone. Il principio di funzionamento è identico a quello utilizzato con le famose bamboline voodoo, quindi siamo in presenza di quella che viene definita “magia simpatica“, in cui l’effetto magico viene raggiunto utilizzando una rappresentazione simbolica della persona o della sua sfera di vita (affetti, lavoro etc) a cui si vuol recar danno.
Diversamente dalle bamboline voodoo,  le mazzine non vengono create solo con una forma antropomorfa ma possono essere fatte utilizzando piccoli animali, come lucertole, oppure pacchetti con spilli e oggetti della vittima (anche unghie o capelli), oggetti che hanno il solo scopo di accrescere il potere di chi fa il maleficio, in quanto come in tutti gli incantesimi, il motore che li fa agire è la volontà di chi opera.

Grazie anche alle invocazioni di particolari entità malefiche, chi opera è in grado di trasferire questi manufatti in posti apparentemente assurdi, per lo più all’interno dell’abitazione della vittima. Per fare alcuni esempi, sono state trovate mazzine all’interno di muri, sotto pavimenti, all’interno di cuscini o mobili in cui nessuno avrebbe potuto inserirle.
Può essere nascosta vicino all’ingresso della casa della vittima, oppure sul tetto o nel cortile e può agire immediatamente o a distanza di tempo imprecisato.

Molto spesso le fatture vengono fatte su oggetti appartenenti al malcapitato di turno, come catenine o gioielli vari ma non è raro che venga addirittura fatta ingerire con il cibo.

EFFETTI

Gli effetti di una fattura possono essere i più disparati. A causa del suo enorme potere malefico la fattura non si limita solo a recare malessere fisico alla vittima, causando patologie gravi e difficili da diagnosticare, e può essere in grado di scatenare su questa la possessione demoniaca o la morte.

Nando Cossu , nel suo bellissimo libro “Medicina popolare in Sardegna” scrive che, affinchè raggiunga il suo scopo, chi fa la fattura deve essere mosso da “un odio profondo, un qualche rancore esasperato”. Nella raccolta delle casistiche relative alle mazzine più volte ci siamo imbattuti invece in casi di “mazzine su commissione” che smentisce  l’odio come base del maleficio. Sicuramente non esclude la cattiveria.

Nello stesso libro, testimonianze raccolte da Nando Cossu riportano casi in cui , anche se non destinatari della fattura, il toccarla può comportare il rimanerne vittima.

COME SI RIMUOVONO

La rimozione di una fattura e l’eliminazione del suo effetto comporta una serie di rituali  che vanno ben oltre la semplice recita di brebus. Se oramai trovare chi toglie il malocchio diventa sempre più difficile, trovare qualcuno/a che elimina le fatture è quasi impossibile.
A grandi linee la procedura comporta il trovare fisicamente gli oggetti nefasti, i quali in un secondo tempo devono essere neutralizzati, talvolta facendo tornare indietro verso l’esecutore il male procurato (colpo di ritorno).
E’ di fondamentale importanza che la mazzina non venga semplicemente bruciata o buttata. In tal caso le conseguenze sarebbero nefaste in quanto il maleficio non potrebbe più essere rimosso.

Nicolino Cucciari, nel suo “Magia e superstizione tra i pastori della Bassa Gallura” scrive erroneamente che la fattura può essere bruciata o buttata in mare per annullarne gli effetti. Riporta i seguenti brebus:

Pa scuncià la maìa:

Féli e invidia cosa fai
chi pulpa e ossu vói chilivrà?
Anda a l’azza di lu mari
e sulivrigghjia chi sali
e chistu lassalu sta.
Maria cu la Trinitai
ti ponghia li mani.
Santu Gosimu
e Santu Dumianu
unu médicu
e  l’altu sulgianu;
Santu Silvestru médicu lestru
Santu Pantalléu
midichési a Déu.
Cussì midichigghjia
e middhória
ca pongu li mani éu.

Nando Cossu scrive che la fattura può essere disfatta da chi l’ha materialmente creata, da un prete e da persone dotate delle conoscenze appropriate.
Il primo caso ci sentiamo, in base a diverse segnalazioni, di escluderlo; chi fa una fattura non può disfarla.

PREVENZIONE

Contrariamente al malocchio, c’è solo un sistema per evitare di essere vittime di una fattura e tale sistema richiede obbligatoriamente di rivolgersi a delle persone in grado di fare delle protezioni personali.

CASISTICHE

I seguenti casi ci son stati riportati dai diretti interessati.

1 – Una fattura creata per bloccare una gravidanza era fatta con uno spillo che traffigeva un germoglio, il tutto posto in un bicchiere e nascosto in casa della vittima.

2 – Due praticas vennero chiamate presso una casa di Villacidro in cui si pensava ci fosse una fattura. Una delle due donne riuscì a bloccare la fattura in un punto ben preciso quindi tramite un rituale particolare si riuscì a prenderla. Insieme alle due donne c’era anche un prete ( non ricordo se parroco della Cattedrale di Cagliari). La fattura venne affidata a lui.
In seguito si scoprì che che il prete buttò semplicemente la fattura nel fuoco senza “disfarla” condannando la famiglia rimanere sotto l’influsso del maleficio.

3 – Una donna portò degli asciugamani che le erano stati regalati da una parente, sui quali venne identificata una fattura, ad un Mago di Cagliari, famoso qualche decennio fa per le pubblicità che passavano alla televisione. La donna chiese di disfare la fattura ed il mago le rispose che non poteva perchè quella fattura era stata fatta da lui su commissione. In quel caso il mago, scorrettamente, rivelò anche chi aveva commissionato il maleficio.

4 – Una famiglia intera vittima di diverse fatture fatte da una parente della capofamiglia. Le fatture vennero disfatte tutte tranne una che colpiva specificatamente il capofamiglia che rimase paralizzato. Leggi tutta la storia qui.

5 – Una donna rimase vittima di possessione dopo aver ingerito nel cibo una fattura. La donna  probabilmente è ancora vittima della possessione in quanto i familiari decisero di sospendere gli esorcismi (iniziati in Cattedrale a Cagliari e proseguiti da un esorcista nell’oristanese) perchè la situazione era in via di risoluzione ed i familiari per paura che potessero perdere gli assegni di mantenimento, non la portarono più alle sedute di esorcismo.

6 – Un caso che ci è stato riportato conferma il fatto che le mazzine possano spostarsi. Una fattura venne recuperata in casa di una persona e portata via per essere disfatta. Venne lasciata un attimo in macchina dalla quale sparì. Occorse fare dei rituali particolari per ritrovarla. La fattura si trovava a qualche centinaio di metri dalla macchina, in fondo ad un canale.

CURIOSITA’

Nel suo libro “Streghe, esorcisti e cercatori di tesoriSalvatore Loi riporta le pratiche in uso in periodo inquisitoriale. Troviamo così l’utilizzo della “Espidda, scuidda o iscuidda”, il nome con cui si identificava la cipolla selvatica.
Si prendeva la testa della cipolla che veniva intagliata a forma di figura umana sulla quale si conficavano chiodi o spilli o spine per portare malattia o morte alle vittime.
Utilizzo identico aveva “su suergiu” in cui il sughero era il protagonista. Veniva utilizzato per ritrovare le cose rubate e fare dei malefici.

BIBLIOGRAFIA

STREGHE, ESORCISTI E CERCATORI DI TESORI” – SALVATORE LOI – ED. AM&D – 306 PAGINE
MEDICINA POPOLARE IN SARDEGNA” – NANDO COSSU – ED. CARLO DELFINO – 366 PAGINE

 

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