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Federico Garcia Lorca: amore e scrittura

Creato il 28 febbraio 2013 da Mgfarina @MgFarina

Una versione da Federico Garcia Lorcadi Nicola Ghezzani

Federico Garcia Lorca: amore e scrittura

Federico Garcia Lorca


La versione che segue data 1981 ed è una traduzione libera da Federico Garcia Lorca che pubblicai nel 1982. Il libretto era intitolato Qanan. Qanàn è la pronuncia ebraica di Canaan, la terra promessa. Era una raccolta di poesie a conclusione della quale volli porre questo sonetto di Lorca, perché si prestava a fare una sintesi perfetta della mia giovanile concezione dell’amore. Chiunque conosca la poesia originale in spagnolo si accorgerà che si tratta di una versione libera, quindi adatta a esprimere il mio stato d’animo di quegli anni.Domanda: può uno psicoterapeuta essere anche un poeta? Direi di sì, e senza imbarazzo. Nella misura in cui la poesia è una sonda che aiuta a svelare profondità che l’osservazione scientifica, ossia neutra, non sempre schiude. Ci sono porte che si aprono solo a quella mano che sa sfiorarle. In questo senso la poesia è strumento di indagine; aiuta la psicopatognosia e quindi la psicopatologia: la conoscenza delle passioni della psiche e il discorso su di esse.Ripubblico questa poesia per farla leggere agli amici del blog.Il poeta chiede al suo amore che gli scrivaAmor dei miei visceri e viva morte invano attendo che tu mi scrivae penso, col fiore che marcisce, che senza me vivo se tu sei schiva.
Non ha mai pace il vento né conosce ombra l’inerte pietra, nessuna. Bocca interiore non è assetatadel freddo miele che versa la luna.
Mi graffio le vene mi strappo i capellitigre e colomba sulla tua cinturasui gigli e i morsi dei nostri duelli!
Di parole colma la mia paurao lascia ch’io viva la quieta notte dell’anima mia per sempre oscura.Nicola Ghezzani, psicoterapeuta e scrittore http://nicolaghezzani.altervista.org/   Tutti i diritti riservati

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