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Feisbuck

Da Tinynoemi
Ho un serio problema con i miei coetanei. O meglio ho un serio problema con il modo con cui molti dei miei coetanei utilizzano Facebook.La quaestio è il dilagare di deprimenti status sulla mia home di over trentenni che, per quanto acculturati siano, usano e abusano del social come fosse il loro diarietto privato, ancor peggio se gestito come sfogatoio di frustrazioni palesi anche se non dettagliate, per una distorta  e fittizia forma di discrezione. Una specie di vedo non vedo, dico non dico, con cui si lanciano status schizofrenicamente mirati e vaghi perché qualcuno colga il profondo  messaggio in bottiglia affidato alla rete.Il risultato che credo e forse spero non riescano a percepire è la diffusione di una impietosa immagine di adolescenti attempati, incontinenti emotivi e spudorati ostentatori di travagli esistenziali che non donano affatto a chi ormai i trenta li ha superati da qualche anno.Non dico che non debbano vivere intensamente le loro strabordanti sensibilità, tanto di cappello allo sturm und drang senza età, ma farlo nel privato delle loro vite e non sulla pagina pubblica tra una pubblicità di assorbenti, la notizia di un attentato e le foto dell'ultimo concerto, sarebbe più dignitoso.Si è completamente deformato il senso della condivisione dell'intimità e la vita personale, lasciata alla mercè di un paio di ilike e di qualche commento accondiscendente, diventa un palcoscenico mal gestito di fragili identità.

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