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Felicità e infelicità non sono un destino

Creato il 22 ottobre 2010 da Leragazze

Felicità e infelicità non sono un destino

Affermava Jerry Lewis che la felicità non esiste, di conseguenza non ci resta che provare a essere felici senza.

Invece, non solo la felicità esiste, ma, come apprendo oggi nella mia abissale ignoranza delle cose del mondo e della Scienza, c’è una teoria, la set-point theory, secondo la quale la felicità a lungo termine tende a mantenersi stabile lungo l’arco della vita perché dipende soprattutto da fattori genetici. Questa convinzione si basa su studi sui gemelli dai quali si evidenziava che gemelli identici mostravano livelli di soddisfazione per la vita più simili rispetto a quel che accadeva ai gemelli non identici. E anche se la felicità può occasionalmente variare in funzione di importanti eventi, nel giro di massimo due anni si ristabilizza ai livelli di partenza.

La felicità un destino! Strabilio ma mi adeguo.

Tuttavia, un recente studio dell’Università di Melbourne, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, ha riscontrato qualcosa di più accettabile e comprensibile, almeno per me. In un lasso di tempo di 25 anni sono state sottoposte a un’intervista annuale 3000 persone. Ne è emerso che cambiamenti nello stile di vita comportano significative modificazioni in termini di felicità, e non solo per brevi periodi.

Che cosa influenza allora la felicità delle persone? Il primo fattore in ordine di importanza è – udite udite – il grado di nevrosi del o della partner. Più i partner sono nevrotici più ci rendono infelici e questo persiste per tutta la durata della relazione. Anche l’altruismo e i valori familiari hanno un peso. Quando gli intervistati riferivano cambiamenti verso comportamenti altruistici o obiettivi legati a valori familiari si riscontrava un aumentato livello di felicità a lungo termine. Chi al contrario dava priorità alla carriera e al successo materiale sperimentava una diminuzione di felicità.

Infine, anche il peso si è rivelato tra i fattori determinanti. Soprattutto per le donne, che risultavano infelici se obese. Negli uomini, curiosamente, la felicità veniva intaccata solo quando erano sottopeso. E qui ogni commento è superfluo.



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