Magazine Politica

Feltri: “Silvio ricandida mignotte. Quasi quasi, voto Grillo”. Il Cavaliere, in rimonta, pensa al blind-trust.

Creato il 31 gennaio 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Feltri: “Silvio ricandida mignotte. Quasi quasi, voto Grillo”. Il Cavaliere, in rimonta, pensa al blind-trust.Vittorio Feltri è sempre stato un personaggio atipico e un giornalista spesso barcollante. Lo stipendio è importante, si sa, però quello che è successo al Giornale da quando c’è tornato, resta un mistero. A parte le litigate pazzesche con Sallusti per il possesso dell’ufficio di Indro Montanelli, non è che al quotidiano di famiglia (Berlusconi), abbia lasciato qualche traccia o ne abbia dettato la linea. Stretto fra Alessandro Pellico” e lo showman televisivo Porro, Feltri si è ritagliato il ruolo dell’editorialista e lì sta, fermo, osservando con un piacere sottile paragonabile a uno scoop (vero), i cadaveri dei nemici scivolare sul fiume. Poi va a Radio24 e ai conduttori della “Zanzara” dice: “Le liste del Pdl mi fanno venire i conati di vomito, Berlusconi ha ricandidato i soliti, mi sono saltati agli occhi i nomi di una decina di mignotte, intesi anche come mignotti... che sono poi quelle persone che si adattano a fare qualsiasi cosa... Non è che se io faccio una scopata – conclude Feltri – allora merito un aumento di stipendio”. Magari un regalino, aggiungiamo noi, ma un aumento di stipendio o un vitalizio alla Camera o alla Regione Lombardia ci sembra proprio un'enormità. Così, dalla viva voce di Feltri, è emerso che sarebbe sua intenzione votare per Beppe Grillo. Il comico genovese lo affascina, però, potrebbe ancora turarsi “il naso e non solo” e rivotare per il suo datore di lavoro. Per chi credete voterà, alla fine, l’editorialista del Giornale? Mavalà! Il Cavaliere, in piena rimonta (perché questo è), sta pensando al colpo finale della campagna elettorale: il blind-trust su Mediaset, una piccola cessione che lo metta al riparo dalla lagna di essere l’esempio mirabile del portatore sano di conflitti d’interesse in politica. Ne ha parlato a pranzo con i figli. Siamo convinti che se non avvertisse aria di vittoria, Silvio non lo avrebbe mai fatto. E, anche se ha ricandidato la Polverini nel Lazio (“ma non poteva candidarla in Trentino”? ha detto Feltri come se i trentini fossero tutti idioti), si è tenuto stretto i collettori di voti che hanno fatto grande il Pdl. Anzi, ci si è potuti candidare solo dopo aver dimostrato, dati alla mano, di avere in pugno il numero sufficiente di elettori per andare al Senato perché, lo ripeteremo fino alla noia, la madre di tutte le battaglie si gioca proprio per un posto a Palazzo Madama. A questo tende l’appello di Piergigi a Mario Monti per la Lombardia, a questo miravano i contatti fra Franceschini e Ingroia per la Sicilia. I sondaggi dicono che la distanza fra in centrodestra e il centrosinistra sta diminuendo, che il vantaggio di Bersani su Berlusconi si sta assottigliando. Tira un’aria bruttissima e a nulla valgono le polemiche (ultime) fra Antonio Ingroia e Ilda Boccassini e a nulla, purtroppo, servirà la discesa in campo del pm di Palermo in aspettativa. Bravissimo a inserirsi nelle divisioni storiche della sinistra, Silvio sta pensando seriamente di tornare a governare, nonostante i mercati e lo spread, nonostante l’Europa sia contro di lui, nonostante Gheddafi non ci sia più e Putin si stia dimostrando per quello che è sempre stato, un dittatore. Silvio deve recuperare quel trenta per cento di pubblicità che Mediaset ha perduto da quando non è più Presidente del Consiglio, altrimenti come farebbe a pagare gli alimenti a Veronica?

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :